Accuse alla Radio Vaticana: la risposta di Padre Lombardi
Il Corriere della Sera ha pubblicato oggi sul suo sito online l’intervista che ha
realizzato con padre Federico Lombardi, direttore generale della Radio Vaticana, in
merito al Centro trasmittente della Radio Vaticana a Santa Maria di Galeria. L’intervista
prende spunto dalle nuove iniziative intraprese dai Comitati di Cesano che denunciano
la pericolosità delle emissioni elettromagnetiche. Di seguito, pubblichiamo il testo
completo delle risposte di padre Federico Lombardi alle domande avute dalla
redazione romana online del Corriere della Sera:
D. - Accuse gravi, molteplici
processi, infinite udienze con corollario di polemiche: ritiene che i mass media abbiano
ingigantito oltre misura il problema dell’inquinamento elettromagnetico a Cesano e
dintorni? Qual è la realtà dei fatti secondo il vostro punto di vista?
R.
- La realtà dal nostro punto di vista è relativamente semplice: 1. Diversi
anni prima che l’Italia si desse una qualsiasi normativa per quanto riguarda le emissioni
elettromagnetiche esisteva già un’Istituzione internazionalmente riconosciuta dall’Organizzazione
Mondiale della Sanità come competente in questo campo. Si chiama ICNIRP (Commissione
Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti), ed ha regolarmente
pubblicato raccomandazioni e indicazioni per la protezione delle popolazioni e dei
lavoratori addetti alle attività professionali. La RV le ha sempre studiate e attentamente
rispettate, facendo regolari misurazioni all’interno e ai confini del territorio del
Centro Trasmittente. Le indicazioni dell’ICNIRP sono state adottate dallo Stato della
Città del Vaticano nel 1992 e dall’Unione Europea nel 1999, pur lasciando liberi i
diversi Stati di adottare anche altre norme. Quindi la RV anche in un passato più
lontano si è sempre mantenuta in regola con le raccomandazioni internazionali, emanate
dall’Ente scientificamente più autorevole in materia.
2. L’Italia si
è dotata nel 1998 di norme più restrittive, entrate in vigore nel 1999. Dato che la
RV agisce dal Centro extraterritoriale di SMG in base a uno specifico Accordo internazionale
fra Italia e Vaticano ratificato dal Parlamento nel 1952, quando è sorto il problema
del rispetto o meno delle nuove norme italiane, la RV si è ritenuta non strettamente
obbligata, ma giustamente disponibile a tenerne il dovuto conto, e quindi a trattare
con le autorità italiane la questione. Nel 2000 si costituì quindi una Commissione
bilaterale che trovò rapidamente un accordo, e dall’estate del 2001 la RV ridusse
la potenza di alcune trasmissioni (che erano causa di superamento dei nuovi limiti
italiani in alcune direzioni e alcune ore del giorno), in modo che le norme italiane
fossero rispettate sempre e dovunque. Le campagne di misure successive, compiute dagli
enti italiani competenti, regolarmente richieste dalla RV alle autorità italiane,
hanno confermato il rispetto di queste norme, che sono fra le più restrittive del
mondo. Quindi siamo tranquilli non solo di non danneggiare nessuno, ma anche di non
dare ragioni obiettive di preoccupazione.
Come sappiamo, sono state
manifestate preoccupazioni, sono stati organizzati comitati, e mosse accuse gravi
nei confronti della RV. Vi è stata una forte eco di queste accuse nei media, in particolare
nella prima parte del 2001. Naturalmente i comitati hanno in certo modo cercato questa
eco, perché ciò fa parte della loro stessa finalità. E’ comprensibile che i media
se ne siano occupati, per motivi diversi e anche disparati: l’accresciuta sensibilità
generale ecologico-ambientale (di cui non vanno negati gli aspetti positivi); la naturale
sensazionalità di ciò che concerne ogni realtà “vaticana” e ogni vicenda potenzialmente
conflittuale; nei primi mesi del 2001 c’era anche il contesto elettorale…Naturalmente
ogni questione che tocca la salute, e in particolare la salute dei bambini, ha una
forte risonanza emotiva nel pubblico. Tutto ciò fa sì che io non mi sia mai stupito
di ciò che veniva detto o scritto, anche se mi sembra di aver trovato abbastanza raramente
nei media la volontà e la capacità di una visione e di una presentazione obiettiva
della situazione e dei problemi. Molti titoli hanno parlato di “onde che uccidono”,
e sentirsi per anni accusati di assassinio di bambini non è molto piacevole, e non
credo che sia un esempio di buona informazione.
D. - Quando vi è giunta
notizia dei primi problemi? Qual è stata la vostra reazione? Che cosa hanno scoperto
gli esperti da voi consultati per le perizie su Cesano?
R. - Il fatto
di interferenze in apparati elettrici o elettronici nell’area intorno al Centro Trasmittente
era noto, ed in sé naturale. Nessuno che va ad abitare non lontano da una stazione
si stupisce se sente passare i treni…Generalmente si tratta comunque di problemi risolvibili
con semplici interventi tecnici secondo le norme per l’uso e l’installazione degli
apparati da parte degli utenti o dei gestori. La questione si è posta in termini decisamente
diversi e più seri con la pubblicazione di uno studio epidemiologico dell’Agenzia
di Sanità Pubblica del Lazio (1999 e 2001) che riteneva di trovare elementi di correlazione
fra la distanza dal Centro e certe patologie ematopoietiche. Da allora si è entrati
in una fase di studio e di dibattito aperto sulla questione scientifica e sanitaria.
Naturalmente lo abbiamo approfondito anche noi, personalmente e con l’aiuto di esperti
di provata competenza. Abbiamo collaborato attivamente fornendo molti dati al Gruppo
di lavoro costituito presso l’Istituto Superiore di Sanità nel 2001 dall’allora Ministro
della Salute, Veronesi, che pubblicò un rapporto del tutto tranquillizzante (mi sia
permesso di osservare che è stato l’unico studio in cui ci è stato chiesto di collaborare,
cosa che abbiamo fatto con piena disponibilità; altri studiosi non si sono fatti vedere).
Naturalmente lo studio scientifico delle questioni sanitarie non riguarda solo la
Radio Vaticana, che è un caso particolare ma simbolico di questa problematica. Come
in tutte le questioni dibattute non vi è un consenso generale, ma il campo si divide
in certo senso e per così dire fra “innocentisti” e “colpevolisti”. Cioè fra chi ritiene
che non vi sia alcuna argomentazione scientifica fondata su una connessione causa-effetto
fra le emissioni elettromagnetiche utilizzate per la radiotrasmissione della RV e
malattie ematopoietiche, e chi invece ritiene che vi siano indizi o addirittura prove
di questo nesso. Non è necessario che spieghi da quale parte sta la Radio Vaticana
e da quale parte stiano i Comitati che la attaccano. A quanto ci risulta, la letteratura
scientifica internazionale prevalente, che è molto abbondante, non ritiene in alcun
modo dimostrato un nesso di causalità. Ciò che negli ultimi giorni è stato pubblicato
a proposito dello studio dell’OMS sui telefoni cellulari riguarda una situazione completamente
diversa da quella della RV.
Negli ultimi mesi il punto d’appoggio principale
della critica alla RV è una perizia fatta per incarico del GIP in un procedimento
contro la RV per “omicidio colposo” (procedimento del tutto distinto da quello concluso
con una sentenza della Cassazione del febbraio scorso, che riguardava i disturbi e
non danni alla salute). Il perito, Andrea Micheli, ritiene di aver verificato un aumento
di rischio di malattia e di morte per alcune patologie in certe aree circostanti il
Centro trasmittente della RV e ne attribuisce la causa alle trasmissioni radio. Già
la possibilità stessa di una perizia attendibile di questo genere (esclusivamente
epidemiologica e senza alcuna misura di campi elettromagnetici) era stata oggetto
di molte discussioni, ma anche lo studio critico di tale perizia compiuto dai nostri
esperti - il prof. Veronesi e la Dr.ssa Lagorio – ne contesta radicalmente l’attendibilità
dal punto di vista scientifico, metodologico, e ne mette in rilievo le incongruenze.
Questa perizia, insieme a una ricostruzione dell’intera vicenda dal
punto di vista dei critici della RV, è stata rilanciata in un piccolo libro recente,
intitolato “Bomba atomica”. Il titolo stesso, che si rifà ad alcune infelici parole
del perito nella sua deposizione davanti al GIP, dice quanto diventi sproporzionata
e al limite ridicola una presentazione di parte di un problema complesso. Per rispetto
alle decine se non centinaia di migliaia di morti delle due bombe atomiche, bisognerebbe
risparmiarsi paragoni così insensati. Inoltre bisognerebbe dimostrare di sapere meglio
di che cosa si parla. Ad esempio l’Autore del libro, A.Ramaccioni, non capisce che
quando il perito diceva 500% parlava di un rischio cinque volte più alto, mentre nel
libro passa a parlare di un rischio 500 volte più alto (p.43)…In questo modo diventa
difficile pensare di poter mantenere il dibattito su un piano razionale e scientificamente
fondato.
Non si può entrare qui in una discussione più dettagliata dei
risultati della perizia dal punto di vista metodologico e scientifico (del resto sia
la perizia sia la controperizia sono pubblicate in siti internet e possono essere
studiate da chi lo desidera). Ma mi sia lecito far presente che nessuno ha dato mai
una spiegazione di un qualsiasi meccanismo per cui un’emissione elettromagnetica come
quelle di cui parliamo potrebbe causare un’alterazione in una cellula così da provocare
una malattia. Non per nulla il prof. Veronesi - che di queste malattie ne sa qualcosa
– pur non qualificandosi cattolico si è offerto spontaneamente e gratuitamente ad
essere perito in nostra difesa perché ritiene di doversi opporre, in nome della ragione
e della scienza, ad un’accusa non fondata.
D. - Ritenete che si possa
sviluppare una collaborazione con i comitati dei residenti?
R. - Una
collaborazione con i Comitati non è facilmente ipotizzabile, nel senso che essi hanno
fin dall’inizio assunto una posizione di “lotta”, che mirava essenzialmente alla promozione
di processi penali e alla fine delle attività di trasmissione radio dal Centro della
RV, cosa che noi non abbiamo ritenuto finora né giusta né possibile. Nel 2001 avevo
fatto anche personalmente un tentativo di incontro, ricorrendo alla mediazione del
parroco, stimato e rispettato da diversi membri di uno dei comitati. Mi fu risposto
di no dalle pagine del vostro quotidiano, che si era fatto portavoce del Comitato
in questione. Quando venne organizzata una manifestazione davanti alla sede di RV,
a Roma, alcuni miei collaboratori andarono alla Stazione di San Pietro ad attendere
il gruppo dei manifestanti e ad accompagnarlo fin da noi; ricevemmo una delegazione
e il giorno successivo ospitammo in trasmissione il portavoce del Comitato. Ma in
realtà non c’era un’intenzione di dialogo. O almeno non risultava. Non ci venivano
chieste informazioni su ciò che facevamo, sulla intensità o le modalità delle nostre
trasmissioni, sui criteri a cui ci attenevamo, ecc. C’era una chiara e inequivocabile
richiesta di terminare l’attività di trasmissione dal Centro di SMG, che noi non ritenevamo
giusto e necessario di poter accettare. In questo senso la nostra risposta alle accuse
e preoccupazioni è stata data nei fatti, cioè nel rispettare l’impegno assunto di
osservare le norme italiane, che, essendo molto restrittive, garantiscono non solo
la tutela della salute, ma anche una piena tranquillità delle popolazioni interessate.
Ci rendiamo ben conto infatti che, anche se siamo convinti che le raccomandazioni
internazionali siano più che sufficienti per la tutela della salute, i cittadini italiani
possono essere più tranquilli se sanno che sono rispettate delle norme ancora più
restrittive poste dalle autorità italiane. E questo lo abbiamo fatto, con scrupolo,
dal 2001, cioè da dieci anni a questa parte. Qualcuno forse ne dubita, ma è vero;
e viene attestato dalle stesse autorità italiane in base all’esito delle ripetute
campagne di misurazione compiute nelle aree circostanti il Centro trasmittente.
D.
- Come si prospetta il futuro di Radio Vaticana con lo sviluppo delle nuove tecnologie?
Quanto resterà dell’attuale sistema di trasmissioni via etere e quanto,
invece, verrà potenziata la diffusione del segnale via web o via satellite?
R.
- Il discorso sullo sviluppo delle tecnologie di comunicazione è fondamentale per
capire il passato e le prospettive in avvenire. Le trasmissioni in Onde Corte e Medie
sono state fondamentali per molti decenni. Le Onde Corte sono state di fatto (e sono
in certo senso tuttora) l’unico modo di raggiungere da un punto del globo ogni altro
punto senza dipendere da strumenti o stazioni intermedie. Grazie ad esse si sono potuti
servire popoli oppressi e comunità perseguitate o lontane ed isolate facendo un servizio
importantissimo, che ha suscitato gratitudine immensa di molte persone. Come tutti
sappiamo, le telecomunicazioni si sono sviluppate moltissimo con nuove tecnologie,
e naturalmente la RV segue e partecipa a questo sviluppo. Utilizziamo regolarmente
i satelliti dai primi anni 90 e l’internet da quando ha cominciato ad esistere: il
Sito web della RV, in una quarantina di lingue e con testi scritti in una quindicina
di alfabeti è una fonte di grandissima ricchezza informativa e una piattaforma da
cui si diffondono podcast, newsletter per email, video news, ecc. Ma anche per le
trasmissioni in audio questo permette oggi alla RV di raggiungere moltissimi ascoltatori
(in certi paesi la grande maggioranza) grazie alla ritrasmissione da parte di molte
radio nazionali o locali, e non direttamente con le trasmissioni da Santa Maria di
Galeria. Inoltre, proprio dal Centro di SMG, partecipiamo da anni alle sperimentazioni
per l’uso delle tecnologie di trasmissione digitale in Onda Corta e Media, che – se
decollassero veramente per la diffusione di nuovi ricevitori radio – permetterebbero
una più elevata qualità di segnale pur con potenze di trasmissione (e quindi emissioni
elettromagnetiche e consumo energetico) assai minori, cosa del tutto desiderabile
da ogni punto di vista.
Tutto questo significa che ci muoviamo attivamente
in direzioni che comportano la riduzione delle trasmissioni con alte potenze da SMG.
Oltre alla riduzione sostanziale già attuata dal 2001 delle trasmissioni in onde medie
(a cui erano dovuti i parziali superamenti dei limiti italiani), trasferite in parte
per alcuni anni al centro di Montecarlo-Radiodiffusion e poi terminate, si sono attuate
alcune riduzioni anche di trasmissioni in onde corte e se ne prevedono altre man mano
che la ritrasmissione locale dei programmi di RV aumenta e la diffusione di internet
li rende più accessibili nelle diverse regioni del mondo. Rimangono tuttavia regioni
del mondo molto importanti per il servizio della RV dove gli ascoltatori sono tuttora
raggiungibili principalmente con le onde corte diffuse con la tecnologia tradizionale,
in particolare ampie parti dell’Africa, del Medio Oriente, dell’Asia. Si tratta di
aree dove è proibito lo sviluppo di radio locali indipendenti o cattoliche, o dove
internet non è diffuso o disponibile o affidabile, o dove è addirittura instabile
la fornitura di elettricità… Mi si permetta anche di osservare che per le trasmissioni
in Onde Corte l’imponenza delle antenne, che a volte colpisce o intimorisce, non deve
indurre a pensare che le popolazioni vengano investite da potenti fasci di radiazioni,
poiché la trasmissione è diretta verso la ionosfera, cioè verso l’alto, e non parallelamente
e lungo la superficie del terreno. Per questo noi ci siamo sempre sentiti e ci sentiamo
tuttora obbligati a difendere questa attività del Centro di SMG, essendo convinti
che ciò avviene senza danni delle popolazioni circostanti.
D. - Nei
progetti dell’emittente della Santa Sede c’è un nuovo centro di trasmissione radiofonica
che consenta lo spostamento degli impianti da Cesano e quindi una sensibile riduzione
dell’inquinamento elettromagnetico nella zona?
R. - E’ stato detto varie
volte che avremmo dovuto trasferire il Centro trasmittente in altra zona, in seguito
all’accresciuta urbanizzazione. Penso anche io che oggi non si prenderebbe l’iniziativa
di costruire un simile Centro Trasmittente dove si trova ora con la crescita vicina
della città (anche se a volte si è trattato di una urbanizzazione che avrebbe dovuto
tener pure conto dell’esistenza di un Centro ufficialmente approvato dalla legge italiana).
Ma la questione fondamentale è che in questi anni recenti non era in alcun modo ragionevole
costruire ex-novo, con investimenti altissimi, un Centro fatto per trasmissioni con
tecnologie sviluppate alcuni decenni fa, che sono tuttora necessarie o utili per certe
aree e scopi, ma che sono in via di superamento. In parte si possono trasferire delle
trasmissioni via etere ad altri centri esistenti altrove, appartenenti a diverse istituzioni
(ad es. in Africa, Russia, ecc.), cosa che già facciamo da tempo, ma che comporta
incertezze nel servizio e quindi non è una soluzione veramente sostitutiva di un centro
proprio. Si tratta dunque di seguire e utilizzare con intelligenza e responsabilità
lo sviluppo delle tecnologie non solo a Roma, ma anche nelle diverse aree del mondo
da servire, e continuare a identificare le possibilità di decentramento più ragionevoli.
In questo modo l’intensità delle emissioni – mantenuta già da un decennio al disotto
dei limiti italiani - continuerà gradualmente a diminuire, forse anche drasticamente
se ne apparirà l’opportunità, non certo ad aumentare. Sia per motivi ambientali sia
per motivi economici, nessuno ha interesse ad andare nella direzione di attività ad
alto dispendio di energia. Insomma, la “soluzione finale” del problema, con una configurazione
dell’attività trasmittente sostanzialmente diversa dalla passata e dall’attuale, è
questione di tempo, anche se ora è difficile prevedere un intervallo di tempo determinato.
Ciò dipende dallo sviluppo delle comunicazioni, che seguiamo da sempre con impegno
e attenzione (ci consideriamo eredi di Marconi, che ha costruito la prima stazione
radio vaticana!), e mi si permetta di assicurare, con senso di grande responsabilità
per la salute e la serenità dei lavoratori della Radio Vaticana stessa e delle popolazioni.
D.
- Quali rapporti con la popolazione della zona ? Com’è, dopo le tensioni e le incomprensioni
degli scorsi anni, lo stato delle relazioni con gli abitanti di Cesano, visto attraverso
l’osservatorio privilegiato delle vostre parrocchie?
R. - Credo
che sia opportuno, come è stato finora, che i rapporti pastorali con la popolazione
vengono tenuti dai parroci con piena libertà, senza sentirsi in alcun modo condizionati
da una vicenda che deve essere vissuta dai diversi attori – cittadini, fedeli o pastori,
Radio Vaticana - in responsabilità e libertà di coscienza. Per questo, a parte il
sondaggio di anni fa, di cui ho già parlato, con il precedente parroco di Cesano –
persona che apprezzo e stimo moltissimo – non abbiamo mai voluto interferire con le
autorità ecclesiastiche locali e ci siamo assunti le nostre responsabilità a livello
di istituzione, consultando le autorità vaticane e collaborando con quelle italiane.
Naturalmente sarei stato e continuo ad essere disponibile e desideroso di una migliore
comunicazione, ma ciò suppone che sia possibile e desiderata anche dagli interlocutori.
In questi anni i comitati hanno seguito con decisione la via giudiziaria penale, e
questo è un’altra cosa. Come il Corriere ci ha chiesto di spiegare la nostra posizione,
ed io ho cercato di farlo, così faccio volentieri con chi lo chiede in modo appropriato
e corretto. Non mi sono mai stancato di ripetere in tutte le sedi possibili che la
tranquillità della popolazione è per noi molto importante e che siamo impegnati a
rispettare tutte le norme e le condizioni oggettive perché non vi siano ragioni di
preoccupazione.