2011-06-08 15:09:46

Referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento: la posizione dei Settimanali cattolici


In Italia mancano ormai pochi giorni all’appuntamento referendario che chiederà ai cittadini, il 12 e 13 giugno prossimi, di pronunciarsi con un sì o un no su 4 quesiti. Due riguardano la gestione e le tariffe dell’acqua, il terzo la possibilità di costruire nuove centrali nucleari, l’ultimo concerne la norma sul legittimo impedimento. I settimanali diocesani e in genere i media cattolici da tempo dedicano ampio spazio all’informazione e alla discussione sul voto. Luca Collodi ne ha parlato con Francesco Zanotti, presidente della Fisc, Federazione Italiana della Stampa cattolica e direttore del “Corriere Cesenate”, il settimanale della diocesi di Cesena-Sàrsina:RealAudioMP3

R. – Il punto di partenza è che se un tema interessa la gente, per definizione interessa il settimanale diocesano. Noi da sempre e storicamente siamo vicini alle vicende della gente del nostro tempo. Quindi, i settimanali diocesani non possono non occuparsene e se ne occupano da settimane. Direi che dobbiamo stare molto attenti a prenderci oggi degli impegni che riguarderanno le future generazioni. Questo, forse, è il tratto caratteristico e quindi è importante porre molte domande e aprire un forte dibattito nel Paese. I settimanali diocesani hanno fatto proprio il punto su questo: sia soprattutto per quanto riguarda il nucleare e l’acqua.

D. – Sul referendum sull’acqua, i settimanali cattolici si sono orientati per il “sì” all’acqua pubblica…

R. – Sì all’acqua pubblica, perché l’acqua – con tutte le cautele del caso – deve essere gestita non come una merce qualsiasi. Qui, abbiamo i riferimenti della Dottrina sociale della Chiesa, che sono chiarissimi e che sono stati ripresi dal Papa anche nella "Caritas in Veritate": non è una merce come le altre, ma ha una designazione universale e quindi è rivolta a tutti gli uomini. Che sia poi il gestore pubblico o privato occorre tenere presenti questi paletti. Da questi non si può prescindere! E’ più facile che questo avvenga con un ente pubblico? Forse è più facile. In ogni caso bisogna stare molto attenti: la gestione dell’acqua deve essere portata vicino ai cittadini e più vicina è ai cittadini, più facile è il controllo.

D. – Sul nucleare c’è, invece, una maggiore prudenza: non c’è un “no” preconcetto, però c’è il problema relativo alla sicurezza e soprattutto riuscire a capire quello che le future generazioni possono, in positivo, avere dal nucleare…

R. – Questo forse è il dato più importante, perché se è vero – come dicono alcuni esperti – che l’energia nucleare costa meno nell’immediato, rispetto alle altre fonti e soprattutto quelle rinnovabili, non è certo e non si sa come poi si possano gestire le centrali, come si possano smaltire le scorie o eventualmente come si possa chiudere domani una centrale. Noi oggi, in tutta coscienza, possiamo impegnare le future generazioni per anni e anni a venire? Questo è il dato fondamentale: prendere a cuore l’umanità e l’ambiente, guardando al domani e sapendo che l’ambiente è costruito per l’uomo e l’uomo è immagine di Dio.

D. – Quarto quesito, quello sul legittimo impedimento: qui sembra esserci una libertà di coscienza su un referendum che si annuncia più politico…

R. – Sì. Qui probabilmente i settimanali diocesani sono intervenuti molto meno e posso intuire che – il dato – andrà di concerto con gli altri, perché poi abbiamo visto nella storia recente che i referendum vanno uno dietro l’altro. C’è meno intervento da parte nostra, il quesito è anche più complesso e più tecnico. Io ricordo che c'era l’immunità parlamentare, ma aveva una ragione politica: usciti da una dittatura, i politici dovevano essere liberi di dire la loro. Oggi siamo su un piano molto diverso.

D. – Tutti i settimanali diocesani sono d’accordo sul fatto, invece, di andare a votare...

R. – L’invito grossomodo è questo: è chiaro che ognuno fa i conti con se stesso. Ricordo anche, però, che nel referendum un potere politico – ovviamente tra virgolette – è anche quello di non partecipare al voto. Questo è bene che noi non lo dimentichiamo, perché se abbiamo invitato all’astensione nel caso del referendum sulla procreazione assistita, dobbiamo dire che questa era una delle alternative possibili. Oggi, per onestà, va ricordato anche questo… (mg)







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