2011-06-08 16:25:00

I vescovi coreani: l’uomo “torni ad amare il Creato, opera di Dio”


“Come Dio, che ama tutte le anime, soltanto prendendoci cura dell’ambiente abbiamo una possibilità di migliorare la nostra vita”. È quanto afferma il messaggio inviato dalla Commissione episcopale coreana Giustizia e Pace in occasione della Giornata per l’ambiente 2011. Il testo è firmato da mons. Mattia Ri Iong-hoon, presidente della Commissione, e vescovo di Suwon, e si intitola “Dobbiamo vivere insieme a tutte le creature, senza arroganza”. Nel messaggio, mons. Ri scrive: “Il principale colpevole della crisi ambientale del mondo, Corea inclusa, non è altri che l’essere umano. Noi siamo agenti colpevoli: schiavi dell’economia, dell’avarizia, dell’avidità di possesso e di edonismo. Siamo asserviti allo sviluppo indiscriminato”. Questa accusa viene spiegata nel paragrafo successivo: “Questi fenomeni, che non sono altro che peccati, nascono dalla nostra illusione arrogante secondo la quale possiamo fare tutto e risolvere tutti i problemi. Questa è una delle molte facce della Torre di Babele. Questo è un problema che nasce dalla negazione delle nostre responsabilità: noi dovremmo essere curatori della creazione di Dio e di tutte le sue amate creature”. Il mondo, continua il messaggio, “è avvolto dal dolore. Secondo il rapporto sullo ‘Stato del futuro’ delle Nazioni Unite, il problema più pressante del villaggio globale è il cambiamento climatico. Il rapporto ci dice che la temperatura si alza e il mare aumenta per lo scioglimento dei ghiacciai. E i disastri naturali ci dicono che la situazione va peggiorando. Per salvarci dobbiamo pensare ai fiumi, ai laghi e agli animali” come a realtà assolutamente degne “della nostra più grande considerazione”.







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