Giornata mondiale degli Oceani: conoscerli per rispettarli
Si celebra oggi la Giornata mondiale degli Oceani. “Un’opportunità” per riflettere
– sollecita il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon – sull’importanza degli Oceani
per lo sviluppo sostenibile dell’umanità” e “per un ordine economico giusto ed equo”.
Roberta Gisotti ha intervistato il dott.Cosimo Solidoro, primo
ricercatore dell’Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale.
D. – Dott.
Solidoro, perché dobbiamo festeggiare gli Oceani?
R. – Ci sono molti
motivi per festeggiare gli Oceani. Intanto, noi potremmo benissimo chiamarlo "Acqua"
il nostro pianeta Terra, nel senso che se lo guardiamo dallo spazio si presenta come
un’enorme arancia blu e blu è il colore degli Oceani. E’ negli Oceani che molte migliaia
di anni fa si è sviluppata la vita. Sono gli Oceani che ci regalano ossigeno, cibo,
rifugio e tuttora hanno un’importante funzione di ammortizzatori di tutta una serie
di impatti ambientali, come il cambiamento climatico e l’acidificazione. Chissà quali
altre meraviglie ci riserva nel futuro. Abbiamo sicuramente molti motivi per ricordarci
di festeggiare gli Oceani e ricordarci della loro importanza.
D. – Si
stima che il valore degli oceani nell’economia globale sia pari a 12600 miliardi di
dollari l’anno, tenuto conto che sappiamo che metà della popolazione del pianeta abita
su zone costiere. Ma quali rischi incombono sugli Oceani?
R. – Io non
sapevo neanche il numero esatto di questa stima! Ogni tanto se ne fa qualcuna. E’
importante farne per ricordare alle persone che c’è anche un valore economico legato
alla conservazione, alla protezione di questi mari. Dicevamo prima che l’oceano è
molto grande, ma non è infinito e come tale necessita di essere protetto. Per secoli
l’uomo è vissuto in armonia e in equilibrio con il proprio ambiente, ma nell’ultimo
secolo la tecnologia ci ha regalato la possibilità di "impattare" in maniera significativa
su quello che è un ambiente anche grande come il mare: abbiamo la sovrappesca, per
la quale ormai tutta una serie di pesci che popolavano questo mare sono spariti, soprattutto
i più grandi; abbiamo l’inquinamento; abbiamo l’accumulo di rifiuti; abbiamo i versamenti
di petrolio; abbiamo i cambiamenti climatici sia nella versione dell’aumento della
temperatura e sia nella versione, meno nota ma altrettanto pericolosa, dell’acidificazione,
per cui i nostri mari diventano sempre più acidi.
D. – Quale appello
fare ai responsabili politici dei Paesi in questa Giornata?
R. – L’appello
principale è quello della necessità di preservare e di conservare, che diventa poi
conoscere e rispettare. Rispettare significa sviluppare l’educazione per il gusto
del bello, il senso del rispetto della natura da parte dei nostri giovani e anche
dei nostri adulti. Conoscere significa non smettere di ricercare e di capire come
funzionino le cose. Noi sappiamo del nostro mare forse meno di quanto sappiamo della
Luna e quindi diventa importante mantenere alta l’attenzione ed investire sempre di
più in conoscenza ed educazione. (ap)