Escherichia Coli: calo netto dei contagi, causa ancora da identificare
La Commissione Europea adotterà nelle prossime ore la decisione sui fondi da stanziare
per il risarcimento degli agricoltori colpiti dalle conseguenze dell'emergenza sanitaria
causata dalla diffusione del batterio Escherichia Coli. Intanto in Germania, dopo
le 25 vittime e i 2400 infettati, si segnala un netto calo dei contagi. Due nuovi
casi, invece, vi sarebbero in Polonia. E, mentre si attendono gli esiti di nuovi esami
alimentari, desta ancora preoccupazione la mancata identificazione di una causa precisa
del contagio. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Alfredo Caprioli,
direttore del Laboratorio Europeo di riferimento per l’Escherichia Coli:
R. – La trasmissione
alimentare rimane sempre quella più plausibile. Io personalmente sono ancora abbastanza
convinto che l’ipotesi dei germogli vegetali, come la soja, sia abbastanza credibile
per vari motivi. D’altra parte, i test microbiologici sono ancora in corso, quindi
dobbiamo ancora aspettare. Comunque, se veramente nel giro di pochi giorni, i casi
cesseranno, visto che questo coincide con la rimozione dei germogli dal mercato, probabilmente
sarebbe la dimostrazione che la causa era da ricercare effettivamente nei germogli,
al di là dei risultati dei test di laboratorio.
D. – In linea teorica
è da escludere una causa, al di là del contagio diretto, che provochi comunque un
indebolimento dell’organismo e quindi il proliferare di batteri tra i quali l’Escherichia
Coli?
R. – Questi sono batteri meramente patogeni, che, quindi, colpiscono
persone che sono in buona salute; non sono quei batteri patogeni cosiddetti “opportunisti”.
Questi particolari ceppi hanno caratteri di virulenza che trasformano in qualche modo
un normale Escherichia Coli, cosiddetto commensale, in un patogeno.
D.
– A questo punto è possibile, e in che modo, aumentare i controlli dei generi alimentari,
gli ortaggi soprattutto, alla fonte?
R. – E’ possibile, però bisogna
fare attenzione, perché noi produciamo talmente tanti generi alimentari che pretendere
di controllarli tutti è assolutamente impossibile e fare dei controlli di laboratorio
a tappeto è come cercare l’ago nel pagliaio. Quello che serve è un’attenta analisi
del rischio di ogni filiera alimentare o, nel caso di un’epidemia, lo studio epidemiologico,
perché lo studio epidemiologico e l’analisi del rischio devono indirizzare i controlli
di laboratorio su un target preciso. Il controllo di laboratorio serve a verificare
un’ipotesi, perché altrimenti noi facciamo migliaia di analisi, sprechiamo tempo,
risorse, che non servono a nulla. (bf)