Costa d’Avorio: lontana la soluzione della crisi, nuove violazioni dei diritti umani
In Costa d’Avorio, importanti ong internazionali hanno lanciato un’allarme sulle violazioni
dei diritti dell’uomo, che continuerebbero anche dopo la fine degli scontri armati.
Sulla situazione ivoriana, Davide Maggiore ha intervistato Anna Bono, docente di Storia
e istituzioni dell’Africa all’Università di Torino:
R. – Io penso
che queste prime settimane dopo la crisi post-elettorale diano dei segnali abbastanza
allarmanti. Decine di persone – si parla di almeno 150 persone – sono state uccise
in regolamenti di conti dalle forze del presidente oggi in carica, Alassane Ouattara,
che hanno infierito e forse continuano ad infierire sui sostenitori del precedente
presidente, Laurent Gbagbo. Non è certo il modo di avviare una reale soluzione di
una crisi che non si è sicuramente conclusa. La condizione – è opinione generale –
per avviare una soluzione della crisi era la costituzione di un governo di unità nazionale.
D.
– Che possibilità ci sono per un processo di verità e riconciliazione sul modello
sudafricano?
R. – Che si arrivi ad istituire una commissione non è per
niente improbabile. Quello che importa è poi la composizione della commissione ed
il suo comportamento. Una commissione, affiancata per esempio dalla Corte penale internazionale,
richiede prima soprattutto una stabilizzazione della situazione.
D.
– Quali sono a questo punto le prospettive politiche per la Costa d’Avorio?
R.
– Il problema fondamentale è che interessi contrastanti, soprattutto tra la parte
settentrionale e quella meridionale del Paese, non sono stati superati con la parziale
conclusione di questa crisi. Ed è su questo fronte che il nuovo governo e tutte le
forze politiche e sociali del Paese dovrebbero impegnarsi.(ap)