Venezuela: attacchi ai simboli religiosi cattolici. Per i vescovi un attentato alla
convivenza
Statue decapitate, immagini della Madonna e dei santi profanate, Vergini dipinte di
rosso o prese a colpi di pistola. Nelle ultime settimane, il Venezuela è stato teatro
di diverse aggressioni a simboli cattolici, che hanno suscitato allarme e preoccupazione
in tutta la Chiesa e la società del Paese sudamericano. I vescovi parlano di azioni
che “attentano alla convivenza pacifica”. II vescovi venezuelani sottolineano che
gli attacchi di questi ultimi giorni “feriscono il sentimento cattolico della maggioranza
del popolo venezuelano” e mettono in pericolo “l'esercizio del diritto fondamentale
della libertà religiosa e di coscienza”. I presuli esortano anche gli organismi competenti
ad indagare “a fondo sull'accaduto per chiarirne le cause e sanzionare i responsabili”.
L’episcopato venezuelano respinge “l'utilizzazione reiterata del linguaggio, delle
immagini o di altri simboli religiosi per fini commerciali, politici o ideologici”
e invita “tutti i settori della società e in particolare i suoi dirigenti a lavorare
insieme” perché venga arginata la violenza. Al momento non sono ancora stati individuati
i responsabili degli attacchi ma sembra evidente il coordinamento delle diverse aggressioni.
Per esponenti socialisti della maggioranza si tratta di atti di vandalismo, pratiche
di “ultra destra destinate a creare confusione e terrore nella popolazione”. Per alcuni
deputati dell’opposizione si potrebbe invece trattare di azioni ispirate da sentimenti
propri dell’ateismo e del comunismo. L’Assemblea nazionale ha condannato gli attacchi
contro i simboli religiosi e lo Stato ha annunciato che verranno restaurate le immagini
profanate. (A cura di Amedeo Lomonaco)