2011-06-07 15:18:53

Ulisse e Lelia Amendolagine, coppia di sposi santi nell'ordinario


I Servi di Dio Lelia e Ulisse Amendolagine sono una coppia di sposi cristiani vissuti a Roma nel Novecento: in questi giorni si è chiusa, nel Palazzo Apostolico del Laterano, l’inchiesta diocesana su vita, virtù e fama di santità, alla presenza dei due figli ancora viventi, Teresa e il padre carmelitano Raffaele. Ce ne parla Federico Chiapolino:RealAudioMP3

L’assiduità nella preghiera quotidiana e nell’adorazione eucaristica attestano l’esemplarità di Lelia e Ulisse Amendolagine come sposi e genitori cristiani. La loro vita insieme è stata un’autentica comunione coniugale e spirituale. Teresa, l’unica figlia femmina, fa di loro un breve ritratto:

“Erano diversissimi nel carattere e nel modo di comportarsi. Mio padre e mia madre erano simili nel fare riferimento a Dio per ogni azione che compivano e questo li univa. Ulisse era mite, portato all’ascetismo e alla quiete; mentre Lelia era energica, più combattiva e vivace. Consideravano, però, la loro diversità una ricchezza ricevuta dal Signore”.

Il loro cammino in particolare fu fortemente connotato dalla spiritualità legata al Carmelo: Ulisse era terziario carmelitano, mentre Lelia apparteneva alla Confraternita del Santo Scapolare. Ne parla padre Raffaele, l’unico dei cinque figli che ha seguito i genitori in questa specifica vocazione:

“I miei genitori abitavano vicino alla parrocchia di Santa Teresa, a Corso d’Italia a Roma, tenuta dai Padri carmelitani scalzi. Per loro era un po’ respirare l’aria che aleggiava lì nella parrocchia e quando abbiamo conosciuto i Padri ci siamo affezionati a loro e loro hanno comunicato a me, più direttamente, questa attenzione al Carmelo. Ricordo le parole di mio padre: ‘Io amo il Carmelo, perché è l’Ordine di Maria, perché la sua spiritualità mi spinge verso l’intimità con Dio, perché i suoi numerosi e meravigliosi santi esercitano su di me un fascino irresistibile, perché Gesù mi vuole perfetto cristiano per questa strada’: questo mio padre me lo scrisse appena entrato nel noviziato. Si sentiva la sua gioia di essere carmelitano e nel vedere me seguire la stessa strada”.

I coniugi Amendolagine hanno affrontato con grande fede diverse e dure prove: nel 1951, la malattia e la morte di Lelia, dopo 21 anni di matrimonio. Il postulatore della Causa, Luca Pasquale, laico incaricato del Centro diocesano per la pastorale familiare:

“La santità di Lelia e Ulisse è, secondo me, una santità vissuta nell’ordinario. Una cosa molto particolare, in cui si vede il loro modo straordinario vivere, è stato proprio negli ultimi giorni di vita di Lelia. Lelia è morta di tumore che era abbastanza giovane, con una malattia lunga e con sofferenze atroci: proprio nei giorni prima di morire Lelia ha parlato della Madonna che le veniva incontro. E sicuramente, a testimonianza dei figli, questo era vero: la stava davvero vedendo!”.(mg)







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