Yemen, i “giovani della rivoluzione” chiedono una nuova Costituzione
Gli oppositori del contestato presidente yemenita, Saleh, chiedono la creazione di
un Consiglio presidenziale ad interim, che governi il Paese ed elabori una
nuova Costituzione. Il capo dello Stato si trova ancora in Arabia Saudita, dove è
stato operato ieri dopo essere stato ferito venerdì scorso in un attacco al palazzo
presidenziale. Le sue condizioni sarebbero buone. Sulla situazione nel Paese, il servizio
di Davide Maggiore:
La prima
richiesta dei cosiddetti “giovani della rivoluzione” yemeniti è che l’auspicato Consiglio
presidenziale rappresenti “tutte le forze politiche” e formi un “governo di tecnici”
in vista della scrittura di una nuova Carta fondamentale. Ieri, il vicepresidente,
Abed Rabbo Mansur Hadi, che svolge le funzioni del convalescente Saleh, ha offerto
una tregua alle milizie tribali della tribù al Ahmar, proponendo anche di ritirare
le truppe dai quartieri di Sanaa, teatro degli ultimi scontri. Gli insorti avrebbero
accettato, ma fonti tribali, questa mattina, hanno attribuito a cecchini "fedeli al
regime" l’uccisione di tre miliziani nella capitale. In ogni caso, a preoccupare l’opposizione
è la questione della gestione del potere: il timore è che il figlio del presidente
Saleh, Ahmad, possa imporsi sullo stesso Mansur Hadi. Con lui, ha fatto sapere il
portavoce dei dissidenti “siamo disposti a coooperare. Il problema – ha però concluso
– è sapere se i figli e i nipoti di Saleh sono disposti a rimettere il potere nelle
mani del vice presidente”.
L'Aiea denuncia la Siria per scarsa collaborazione
sul sito di Al Kibar Il direttore dell'Agenzia atomica internazionale Aiea,
il giapponese Yukiya Amano, ha denunciato oggi la scarsa cooperazione della Siria,
difendendo la linea ferma adottata dall'organizzazione dell'Onu, con sede a Vienna.
“L'Agenzia ha concesso abbastanza tempo al governo siriano per cooperare pienamente
circa il sito di Al Kibar ma non l'ha fatto”, ha detto Amano intervenendo al board,
il Consiglio dei governatori dell'Aiea a Vienna. “Ho ritenuto appropriato – ha aggiunto
– informare gli Stati membri, poiché non è nell'interesse di nessuno tirare per le
lunghe questa situazione”. All'origine della disputa c'è il sospetto che Damasco stesse
in segreto costruendo nel sito di Al Kibar un reattore nucleare. L'impianto era stato
bombardato da Israele nel 2007, prima che venissero chiariti i dubbi sulla sua vera
natura. “E' deplorevole che l'impianto sia stato distrutto”, anziché l'uso della forza
si sarebbe dovuto informare l'Aiea, ha detto Amano. Nonostante la distruzione dell'impianto,
gli esperti Aiea hanno raccolto lo stesso sufficienti elementi per affermare nell'ultimo
rapporto sulla Siria del mese scorso, che “con grande probabilita”' Ali Kibar era
un impianto atomico segreto. L'Agenzia ha avuto sufficienti informazioni a disposizione
per arrivare a questa conclusione, ha affermato Amano.
I ribelli entrano
a Yafran, città a sud ovest di Tripoli I ribelli libici sono entrati a Yafran,
città a sudovest di Tripoli prima occupata dalle forze pro-Gheddafi. E’ quanto afferma
un fotografo della Reuters. Secondo il testimone, nel Paese sveltola la bandiera dei
rivoltosi e non c’è traccia invece dei lealisti del rais.
Diversi episodi
di violenza in Iraq: almeno 19 i morti Almeno 13 persone sono morte e 15 sono
rimaste ferite in un attacco suicida nel centro della città irachena di Tikrit, mentre
un’autobomba ha ucciso un uomo a Baghdad e in un’altra località centrale non identificata
hanno perso la vita cinque militari statunitensi. Il numero di militari Usa morti
in Iraq dall'invasione, nel marzo 2003, sale a 4459 secondo un conteggio tenuto dal
sito indipendente www.icasualties.org.
Drone nel sud Waziristan: uccisi
numerosi talebani Sarebbero 18 i militanti talebani morti in Pakistan, nel
sud Waziristan, dopo tre incursioni di droni, gli aerei senza pilota dell’esercito
statunitense. Secondo fonti della sicurezza locale citate dall’Ansa, però, tra i morti
nella regione al confine afghano non ci sarebbe nessun comandante di primo piano.
E sempre 18 persone, questa volta civili, hanno perso la vita nell’attentato terroristico
compiuto nella serata di ieri nel nord-ovest del Paese e rivendicato dai talebani.
Elezioni
in Portogallo: vince il centrodestra Il partito di centrodestra Psd di Pedro
Passos Coelho è il vincitore delle elezioni politiche portoghesi di ieri. Netta sconfitta,
dunque, di José Socrates, capo del governo portoghese dal 2005, e leader del Partito
socialista. Per la prima volta dalla rivoluzione dei garofani del 1974 e dalla fine
della dittatura, tutte le cariche istituzionali in Portogallo saranno ora nelle mani
del centrodestra, che dovrà gestire il difficile processo di uscita dalla crisi e
le dure politiche di austerity imposte dal Ue e Fondo monetario internazionale
(Fmi). Riccardo Carucci:
Chiara vittoria
del centrodestra in Portogallo, nelle elezioni anticipate di ieri. Il Partito socialdemocratico
– di centrodestra nonostante il nome – ha avuto il 38,6 per cento dei
voti eleggendo 105 deputati. Si potrà formare un governo di coalizione maggioritario
con il Partito popolare di destra, che ha eletto 24 deputati. L’unica Camera del parlamento
portoghese è formata da 230 deputati. L’opposizione sarà costituita da 73 socialisti,
16 comunisti alleati con i Verdi e otto membri del blocco di sinistra. Nato 47 anni
fa, di aspetto giovanile e laureato in economia, Pedro Passo Coelho ha esperienze
politiche e imprenditoriali, ma nessuna esperienza di governo. Un tempo ultraliberale,
ha mostrato negli ultimi mesi maggiori preoccupazioni sociali, alla luce dell’austerità
e delle misure antipopolari prese già dal governo di Socrates. Misure che si aggraveranno
con l’attuazione dell’accordo concluso tra il Portogallo e l’Unione Europea con il
Fondo monetario internazionale per un prestito d’emergenza di 78 miliardi di euro,
12 dei quali sono già arrivati per rimpolpare le esangui casse dello Stato portoghese.
E’ un accordo che prevede riduzione di spese e benefici sociali, aumenti di imposte,
privatizzazioni, riforme di vario genere per le amministrazioni locali alla giustizia
e due anni di recessione. (vv)
In Germania è ufficiale l’addio al nucleare E’
ufficiale l’addio della Germania al nucleare entro il 2022. Il progetto di legge in
materia è stato approvato dal governo. Le nove centrali nucleari ancora in funzione
nel Paese verranno chiuse gradualmente, a partire dal 2015 e contemporaneamente il
Paese investirà sulle energie rinnovabili, ha dichiarato il ministro dell’Economia.
La decisione era stata annunciata a fine maggio, dopo che lo scorso anno la chiusura
degli impianti era stata fissata per il 2035. Subito dopo il disastro di Fukushima,
però, erano già state chiuse definitivamente le sette centrali più vecchie del Paese.
I
conservatori vincono in Macedonia ma forse sarà governo di coalizione E’ il
partito conservatore ad aver vinto le elezioni politiche anticipate che si sono svolte
ieri nella Repubblica ex jugoslava di Macedonia. Secondo i primi dati, tuttavia, la
formazione dell’attuale premier, Nikola Gruevski, non avrebbe la maggioranza in parlamento,
e dovrebbe trattare con i possibili alleati, primi tra tutti i partiti della minoranza
albanese. Le elezioni anticipate erano state indette lo scorso aprile, al termine
di una lunga crisi politica culminata nella decisione dell’opposizione socialdemocratica
di disertare per protesta i lavori del parlamentari.
Referendum boccia la
riforma delle pensioni in Slovenia In Slovenia, la riforma delle pensioni è
stata bocciata da un referendum che gli analisti consideravano importante per la tenuta
del governo nazionale. Secondo dati non ancora definitivi, oltre il 70 per cento degli
elettori si è espresso contro la legge varata dall’esecutivo di centrosinistra, che
tra l’altro innalzava da 63 a 65 anni l’età pensionabile. Il premier Borut Pahor ha
tuttavia escluso le dimissioni, nonostante proprio sulle pensioni il suo governo abbia
perso la maggioranza in parlamento. L’esecutivo, però, potrebbe chiedere già questo
mese la fiducia, forse durante il voto sulla manovra finanziaria. In ogni caso, secondo
la stampa il governo esce indebolito dal voto, mentre l’opposizione chiede elezioni
anticipate.
Tracce di plutonio anche fuori dell’area di Fukushima Tracce
di plutonio sono state trovate nel terreno fuori dalla centrale nucleare giapponese
di Fukushima. La quantità di plutonio rilevata è piccola, ma è la prima volta che
si osserva qualcosa del genere dal giorno dell’incidente. Lo sostengono gli esperti
giapponesi che hanno condotto l’indagine nella città di Okuma, a oltre un chilometro
e mezzo dall’impianto. L’indagine era stata effettuata prima della fine di aprile:
il governo giapponese aveva già vietato anche ai residenti l’accesso all’area coinvolta,
in un raggio di 20 chilometri dalla centrale.
Il presidente sudcoreano parla
di unificazione della Corea come “preciso dovere” L’unificazione della Corea
“non è una scelta, ma un preciso dovere”: lo ha dichiarato il presidente sudcoreano,
Lee Myung-bak, che si è anche rivolto alla Corea del Nord invitando il Paese confinante
ad “abbandonare la via del confronto e del conflitto e intraprendere quella della
pace e della prosperità”. A questo scopo, ha specificato Lee, l’unificazione è la
strada maestra. Il presidente sudcoreano ha pronunciato il suo discorso durante le
cerimonie del Memorial day, commemorazione dei caduti nella guerra che oppose i due
Paesi. Combattuto tra 1950 e 1953, il conflitto si concluse con un armistizio, mai
seguito da un trattato di pace: i due Stati sono dunque ancora formalmente in guerra.
(Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Davide Maggiore)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 157