Libia: mons. Martinelli condanna la profanazione del cimitero italiano
“Questa mattina ho chiamato l’Islamic Call Society per segnalare la profanazione del
cimitero italiano” dice all’agenzia Fides mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario
apostolico di Tripoli. Il 3 giugno ignoti hanno assalito il cimitero italiano di Tripoli,
causando ingenti danni pur senza essere riusciti a penetrare nei locali dove si trovano
gli ossari. Sui muri sono state tracciate scritte contro la Nato e i bombardamenti
alleati in corso sulla Libia, oltre a insulti e messaggi minatori. “Ancora non mi
sono recato al cimitero, ma spero di farlo quanto prima - dice mons. Martinelli -.
Sono in costante contatto con il guardiano e ho interpellato alcune persone che in
qualche modo possono fare qualcosa. Bisogna far capire che il cimitero va rispettato
in quanto luogo sacro. Staremo a vedere quale piega prenderà questa situazione”. Secondo
il vicario apostolico di Tripoli l’episodio “è stato un atto di rabbia evidente. La
tensione è molto forte e la gente è arrabbiata. La città è triste, tutto è bloccato.
Si è in fervida attesa di un qualsiasi evento”. Mons. Martinelli continua comunque
a credere nel dialogo: “ieri diverse persone sono venute da me per cercare di capire
se ci sono possibilità di mediazione o comunque di sospensione dei bombardamenti.
Esiste la volontà di trovare una soluzione pacifica e di una riconciliazione”. Il
vicario apostolico però si dice avvilito “perché i bombardamenti sono aumentati di
intensità. Non sembra proprio che si abbia voglia di sospenderli”. (R.P.)