L'incontro del Papa con la società civile croata: senza una coscienza aperta a Dio,
l'Europa è destinata all'involuzione
Se l’Occidente emargina dalla vita sociale la coscienza, “l’Europa è destinata all’involuzione”.
Se invece la ascolta, “c’è speranza per il futuro”. Lo ha affermato ieri pomeriggio
Benedetto XVI al Teatro Nazionale di Zagabria, durante il suo Incontro con gli esponenti
della società civile, del mondo politico, accademico, culturale e imprenditoriale
della Croazia, alla presenza anche del Corpo diplomatico e dei leader di altre religioni.
Il Papa ha ribadito che le religioni devono essere sempre “una forza di pace”. Il
servizio di Alessandro De Carolis:
La costruzione
di una società realmente civile e libera – e dunque rispettosa dell’uomo e dei suoi
diritti – passa per un “punto critico” inalienabile: la coscienza. Ascoltarla apre
al progresso, negarla condanna all’involuzione. Al Teatro Nazionale croato – simbolo
culturale di un popolo che da 20 anni ha ripreso a coltivare in piena autonomia le
sue arti e la sua cultura – platea e palchi sono gremiti dagli esponenti più autorevoli
del Paese. Occhi e orecchi sono in ascolto di una “lectio magistralis” che non si
limita a stimolare l’intelletto degli oltre 750 invitati, ma cerca il loro cuore.
Dopo aver premesso che le religioni devono “purificarsi” per corrispondere in modo
genuino alla loro missione – “essere una forza di pace” – Benedetto XVI dichiara subito
che l’oggetto della sua riflessione è la coscienza, intesa come "luogo" in cui trovano
“fondamento trascendente” quei valori che sono il fondamento di qualsiasi società:
“Se
la coscienza, secondo il prevalente pensiero moderno, viene ridotta all’ambito del
soggettivo, in cui si relegano la religione e la morale, la crisi dell’occidente non
ha rimedio e l’Europa è destinata all’involuzione. Se invece la coscienza viene riscoperta
quale luogo dell’ascolto della verità e del bene, luogo della responsabilità davanti
a Dio e ai fratelli in umanità – che è la forza contro ogni dittatura – allora c’è
speranza per il futuro”.
Ricordare le “radici cristiane”, così sentite
in Croazia, “è necessario”, ha proseguito Benedetto XVI, “anche per la verità storica”.
Occorre capire, ha insistito, “il perché e il come” si siano prodotti degli eventi
– la nascita di un movimento artistico come di una università – per valorizzarne il
dinamismo, quello di “una realtà spirituale che diventa culturale e quindi sociale”.
E qui, il Papa ha preso ad esempio il gesuita e studioso di scienza, padre
Ruđer Josip Bošković, che nel Settecento redasse una “Teoria della filosofia
naturale” nella quale ben risalta, ha detto, “il felice connubio tra fede e scienza”:
“In
Bošković c’è l’analisi, c’è lo studio di molteplici rami del sapere,
ma c’è anche la passione per l’unità. E questo è tipico della cultura cattolica. Per
questo è segno di speranza la fondazione di un’Università Cattolica in Croazia. Auspico
che essa contribuisca a fare unità tra i diversi ambiti della cultura contemporanea,
i valori e l’identità del vostro Popolo, dando continuità al fecondo apporto ecclesiale
alla storia della nobile Nazione croata”.
“L’apertura mentale” di
uomini come padre Bošković, ha esortato Benedetto XVI, stimoli la costruzione
del bene comune, al quale la Chiesa dedica “il suo contributo più proprio e
prezioso”. Un contributo, ha soggiunto, che comincia dalla famiglia e trova sponda
nella parrocchia, grazie alle quali bambini e ragazzi imparano le Sacre Scritture
– definite dal Papa “il ‘grande codice’ della cultura europea” – e si aprono al "senso
della comunità fondata sul dono” e “non sull’interesse economico o sull’ideologia:
“Questa
logica della gratuità, appresa nell’infanzia e nell’adolescenza, si vive poi in ogni
ambito, nel gioco e nello sport, nelle relazioni interpersonali, nell’arte, nel servizio
volontario ai poveri e ai sofferenti, e una volta assimilata la si può declinare nei
più complessi ambiti della politica e dell’economia, collaborando per una polis che
sia accogliente e ospitale e al tempo stesso non vuota, non falsamente neutra, ma
ricca di contenuti umani, con un forte spessore etico”.