2011-06-05 13:19:16

In Spagna, la Beatificazione del vescovo Palafox, difensore degli indios ai tempi di Filippo IV


La Chiesa ha da oggi un nuovo Beato, il vescovo spagnolo Juan de Palafox y Mendoza, vissuto nel XVII secolo. La cerimonia di Beatificazione, celebrata nella Cattedrale di El Burgo de Osma, in Spagna, è stata presieduta dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, e rappresentante del Santo Padre. Su questa poliedrica figura di vescovo, difensore degli indios, consigliere reale, mistico e mecenate, ascoltiamo il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

“Vescovo e viceré in pubblico, monaco ed eremita nel segreto”: in questa definizione di uno storico si riassume la straordinaria personalità, ricca di carismi, del Beato Juan de Palafox y Mendoza, vissuto nella prima metà del XVII secolo, tra la Spagna e il Messico. Una vita iniziata drammaticamente con l’abbandono da parte della madre che poi pentita prenderà l’abito di carmelitana scalza. Un’infanzia umile con la famiglia adottiva che non dimenticherà anche quando, dopo aver studiato nel Collegio dei Gesuiti a Tarragona, entrerà nella corte del re di Spagna Filippo IV per il quale rivestirà importanti incarichi nel Nuovo Mondo. Tra gli uomini più brillanti del suo tempo, letterato e mecenate, don Juan de Palafox decise tuttavia di lasciare la vita mondana per dedicarsi alla vita spirituale. Sull’attualità della sua testimonianza, la riflessione del cardinale Angelo Amato:

“Ci sono elementi che fanno del Palafox un pastore di grande attualità: ad esempio, la sua vicinanza ai poveri e diseredati, l’interesse, la stima e la difesa degli indigeni, la carità e la sollecitudine per i sacerdoti, il suo zelo pastorale nel conoscere e nel soddisfare le necessità spirituali e temporali dei suoi fedeli, lo spirito di orazione e di adorazione eucaristica, lo spirito di mortificazione e di austerità, il suo amore profondo alla Vergine e al Santo Rosario”.

Rosario, che il Palafox, definì “il breviario di tutti quelli che non sanno leggere”. A 39 anni, dunque, il Beato divenne vescovo di Puebla de los Angeles, in Messico. E qui si impegnò senza risparmio di energie in favore degli indios. Un aspetto del suo servizio episcopale che viene sottolineato dal cardinale Amato:

“Palafox fu un infaticabile protettore e difensore dei nativi americani e dei loro diritti. Conoscendo i maltrattamenti e le umiliazioni da loro subiti, egli si adoperò presso le autorità civili per eliminare abusi e sfruttamento. Questo permette di gettare un po’ di luce sugli immigrati di oggi, uomini e donne, spesso sfruttati, con salari di miseria e con situazioni di solitudine e di famiglie divise”.

Ma il Beato Palafox, che concluse la sua vita come vescovo della diocesi spagnola di Osma, fu anche un patrono delle arti. A lui si deve la costruzione della Cattedrale di Puebla e della Biblioteca Palafoxiana che rifornì di cinquemila libri di scienza e filosofia. Lui stesso prolifico scrittore, i suoi scritti sono racchiusi in 15 volumi, ci ha lasciato in particolare un diario spirituale intitolato “Vita interiore” che descrive, giorno per giorno, il suo combattimento spirituale “nell’estirpare il male e piantare ciò che è santo e buono”.







All the contents on this site are copyrighted ©.