2011-06-04 15:05:11

Siria: folla ad Hama ai funerali dei manifestanti uccisi dalle forze di sicurezza


Nella città di Hama, in Siria, folla ai funerali dei manifestanti uccisi dalle forze di sicurezza del regime durante le proteste di ieri. Testimoni sul posto riferiscono di almeno 100 mila persone per le strade della città dove si registrano oltre 50 morti. Intanto, secondo l’ultimo bilancio complessivo della repressione, fornito da attivisti per i diritti umani siriani, sono oltre una sessantina i civili che hanno perso la vita nell’ennesimo venerdì di protesta tra le città di Damasco, Rastan Latakia e Qamshili.

Libia
Elicotteri di attacco britannici e francesi sono entrati per la prima volta in azione in Libia. La Nato, attraverso un comunicato, ha chiarito che hanno colpito veicoli blindati e truppe fedeli al colonnello Gheddafi nella zona di Brega. Negativo il commento della Russia: per il ministro degli esteri di Mosca, Lavrov, la missione dell’Alleanza nel Paese “slitta verso un’operazione terrestre” che – ha precisato – sarebbe una cosa del tutto “deplorevole”. Lunedì prossimo, un emissario del Cremlino sarà a Bengasi per incontrare i vertici dei ribelli nel tentativo di mediare tra le parti in conflitto.

Egitto
In Egitto, l’ex ministro delle Finanze, Youssef Boutros Ghali, è stato condannato a 30 anni di prigione in contumacia per aver abusato della sua posizione per corruzione e per abuso di potere. Lo affermano testimoni del processo, secondo i quali l’uomo, ricercato dall’Interpol, è stato anche condannato ad una multa dell’equivalente di otto milioni di euro. E’ stato ritenuto colpevole di aver utilizzato auto sequestrate alla dogana e risorse del suo Ministero nel quadro della sua campagna elettorale nel 2010.

Pakistan
Ucciso in Pakistan il capo operativo di Al Qaeda, Ilyas Kashmiri, sulla cui testa pendeva una taglia da cinque milioni di dollari. La morte, confermata dal suo gruppo attraverso una lettera, è avvenuta durante il raid compiuto ieri sera da un aereo senza pilota americano nella zona tribale del Waziristan. Intanto, nel distretto dell’Upper, sempre al confine con l’Afghanistan, le forze di sicurezza pakistane hanno ucciso 26 ribelli, nell’ambito di scontri che proseguono da quattro giorni. Per la polizia il bilancio complessivo dell’operazione è di un centinaio di morti: per oltre due terzi sono talebani.

Afghanistan
Possibile l’avvio di negoziati di pace in Afghanistan con i talebani entro la fine dell’anno. Lo ha detto il segretario di Stato americano alla Difesa, Gates, che oggi è arrivato a sorpresa a Kabul per visitare le truppe Usa di stanza nel Paese e per incontrare esponenti politici locali. Sul terreno, intanto, resta protagonista la violenza. Oggi quattro soldati dell’Isaf hanno perso la vita per l’esplosione di una bomba artigianale, mentre un ufficiale dei Carabinieri è stato freddato con un colpo d’arma da fuoco dopo essere intervenuto in difesa di una donna, aggredita da un gruppo di persone. Unanime il cordoglio del mondo istituzionale e politico italiano.

Iran
In Medio Oriente, non ci sarà calma fino a quando esisterà il “regime sionista”. Così si è espresso il presidente iraniano Ahmadinejad in occasione del 22.mo anniversario della morte dell'ayatollah Khomeìni. Alla cerimonia, che si è svolta presso il mausoleo a lui intitolato nel sud del Paese, c’era anche l’ayatollah Khamenei. La massima guida spirituale del Paese ha espresso vicinanza al popolo palestinese, ma ha lanciato un appello per mettere fine alla crisi politica che da settimane scuote i conservatori al potere.

Gaza
Riaperto, dopo un paio d’ore di chiusura, il valico di Rafah che collega la Striscia di Gaza all’Egitto. La decisione del Cairo dopo la vibrante protesta di alcune decine di palestinesi segnata da momenti di forte tensione ai cancelli. Dalle informazioni a disposizione, l’Egitto ha giustificato lo stop momentaneo con la necessità di non meglio precisati “lavori di ristrutturazione” ai posti di controllo alla frontiera.

Immigrazione-Tunisia
Il mare mosso in Tunisia ostacola le ricerche degli immigrati, almeno 150, che viaggiavano a bordo del barcone partito dalla Libia e affondato mercoledì scorso a largo delle coste tunisine. Finora, sono stati recuperati soltanto due corpi. Lo ha precisato l’ufficiale della guardia marittima di Sfax, che coordina le operazioni di recupero. Si tratta di uno degli incidenti più drammatici di quest’anno nel Mediterraneo.

Cina
Migliaia di persone oggi in piazza Tienanmen, a Pechino, nel giorno del 22.mo anniversario della sanguinosa repressione che provocò la morte di un numero imprecisato di persone. Massiccio il dispiegamento di forze dell’ordine, che effettuano meticolosi controlli prima di permettere l’accesso alla piazza. Gli Stati Uniti, assieme alle principali organizzazioni per i diritti umani, hanno chiesto alla Cina di chiarire quanto avvenne in quell’occasione. Tuttavia, le autorità di Pechino hanno ribadito che considerano chiusa la vicenda. Oggi, intanto, il presidente di Taiwan, Ma Ying-jeou, ha dichiarato che la Cina dovrebbe liberare i dissidenti arrestati e dimostrare impegno verso le riforme politiche.

Portogallo
Elezioni politiche anticipate domani in Portogallo, Stato dell'Ue messo in ginocchio dalla crisi e sottoposto a un rigido programma di austerity in cambio degli aiuti economici stanziati dall’Unione Europea e dal Fondo monetario internazionale (Fmi) per un totale di 78 miliardi di euro. Il servizio di Riccardo Carucci:RealAudioMP3

La campagna elettorale non ha parlato di programmi anche perché l’unico programma possibile è quello imposto da Unione europea e Fmi, ma è stata caratterizzata da inutili polemiche e accuse di errori passati e futuri misfatti. Intanto, si prevede una recessione del 2% sia quest’anno che il prossimo, con una timida ripresa nel 2013 quando il deficit dovrà scendere al proverbiale livello del 3%. Il debito ha raggiunto il 100% del Pil e la disoccupazione è al 12,6%. Sui mercati internazionali, il Portogallo ottiene ancora prestiti ma a interessi sempre più alti. Esistono 9,6 milioni di elettori - cifra molto superiore alla realtà per il permanere delle liste di elettori morti o emigrati - per eleggere i 230 deputati dell’Assemblea della Repubblica, il parlamento unicamerale. I principali partiti sono il socialista di José Sócrates, che è al potere dal 2005, e il partito socialdemocratico, che è di centrodestra nonostante il nome. I sondaggi danno un relativo vantaggio a quest’ultimo, il cui leader, il 47.enne Pedro Passos Coehlo, dovrebbe diventare il prossimo primo ministro. Tuttavia, sarà necessaria qualche sorta di alleanza con il partito popolare di destra per dare la maggioranza assoluta al futuro governo e ci vorrà qualche intendimento anche fra i due partiti principali, auspicato a livello nazionale e europeo per assicurare l’esecuzione del rigido programma di austerità imposto da Unione Europea e Fmi.

Grecia
La Grecia ha assicurato che onorerà gli impegni presi con l’Unione Europea dopo il via libera alla quinta tranche di aiuti di 12 miliardi di euro. A pesare l’esito positivo della missione di esperti del Fondo Monetario Internazionale, Banca Centrale Europea e Unione Europea che hanno evidenziato i progressi nel risanamento dei conti. Necessario uno sforzo ulteriore soprattutto nell’ambito del rifinanziamento delle banche.

Serbia
Atti di vandalismo ai danni di una chiesa ortodossa serba nei pressi di Sarajevo. Ignoti hanno imbrattato la facciata esterna con delle scritte. L’episodio, accaduto in concomitanza con l’arresto del generale Mladic, accusato di crimini di guerra e contro l’umanità, è stato reso noto ieri da media locali. Sempre ieri, inoltre, una bomba è esplosa nel cortile di una moschea poco distante dalla capitale della Bosnia, in una zona abitate prevalentemente da serbi, senza tuttavia provocare vittime.

Montenegro
Il Montenegro ha celebrato ieri il quinto anniversario dell’indipendenza. Il 3 giugno del 2006 Podgorica ratificava il referendum svoltosi in maggio, che aveva sancito la separazione dalla Serbia. Con uno sguardo attento all’Europa, ma senza tradire le proprie tradizioni balcaniche, il Montenegro oggi cerca di uscire dai condizionamenti del passato e del presente che, secondo alcuni osservatori, vedono il Paese al centro di traffici illeciti. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Alessandro Marzomagno, esperto dell’area balcanica:RealAudioMP3

R. - E’ uno Stato che oggi punta sul turismo, sugli investimenti stranieri e anche molto sul gioco d’azzardo, sui casinò. Come spesso succede nei Balcani, si tratta di regimi democratici “imperfetti”, che hanno bisogno di stabilizzarsi. Diciamo che il Montenegro nei primi anni dalla dissoluzione dell’ex Jugoslavia, quando ancora faceva parte della Federazione con la Serbia, è stato un Paese pesantemente legato a organizzazioni criminali, anche italiane. Questi legami non sono del tutto interrotti: c’è ancora chi sospetta che gli affari che vengono condotti non siano del tutto limpidi e di conseguenza la democrazia ha qualche problema ad affermarsi. C’è un sospetto, che sicuramente negli anni scorsi è stata una certezza. Ma ora c’è anche un tentativo di avvicinarsi all’Unione Europea, alle organizzazioni internazionali, cosa che richiede anche un maggior controllo, per esempio sul riciclaggio del denaro, sui traffici di stupefacenti, sul contrabbando delle sigarette. Ci sono tentativi di controllare maggiormente questi traffici, ma credo che non si possa certo dire che siano stati debellati.

D. – Con quale spirito l’Europa guarda al Montenegro?

R. – Chiaramente l’Europa tende prima o poi a fare entrare nell’UE tutti gli Stati dell’ex Jugoslavia. Qualcuno c’è già, come la Slovenia, qualcuno è in regime di associazione, come la Croazia, e con qualcun altro, invece, sta iniziando ora il processo di avvicinamento, come per la Serbia. Il recente arresto di Ratko Mladic è servito proprio a questo. Altri Stati, invece, sono molto più in bilico, sono molto più instabili: la Macedonia, il Montenegro e soprattutto il Kosovo che, in questo momento, rappresenta una vera incognita. L'intento dell’Unione Europea di renderli comunitari, perlomeno nel lungo periodo, è anche una maniera per stabilizzarle politicamente l'area. (bf) (Panoramica internazionale a cura di Eugenio Bonanata)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 155







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