Elezioni politiche anticipate questa domenica in Portogallo, Stato dell'Ue messo in
ginocchio dalla crisi e sottoposto a un rigido programma di austerity in cambio
degli aiuti economici stanziati dall’Unione Europea e dal Fondo monetario internazionale
(Fmi) per un totale di 78 miliardi di euro. Il servizio di Riccardo Carucci: La campagna elettorale
non ha parlato di programmi anche perché l’unico programma possibile è quello imposto
da Unione europea e Fmi, ma è stata caratterizzata da inutili polemiche e accuse di
errori passati e futuri misfatti. Intanto, si prevede una recessione del 2% sia quest’anno
che il prossimo, con una timida ripresa nel 2013 quando il deficit dovrà scendere
al proverbiale livello del 3%. Il debito ha raggiunto il 100% del Pil e la disoccupazione
è al 12,6%. Sui mercati internazionali, il Portogallo ottiene ancora prestiti ma a
interessi sempre più alti. Esistono 9,6 milioni di elettori - cifra molto superiore
alla realtà per il permanere delle liste di elettori morti o emigrati - per eleggere
i 230 deputati dell’Assemblea della Repubblica, il parlamento unicamerale. I principali
partiti sono il socialista di José Sócrates, che è al potere dal 2005, e il partito
socialdemocratico, che è di centrodestra nonostante il nome. I sondaggi danno un relativo
vantaggio a quest’ultimo, il cui leader, il 47.enne Pedro Passos Coehlo, dovrebbe
diventare il prossimo primo ministro. Tuttavia, sarà necessaria qualche sorta di alleanza
con il partito popolare di destra per dare la maggioranza assoluta al futuro governo
e ci vorrà qualche intendimento anche fra i due partiti principali, auspicato a livello
nazionale e europeo per assicurare l’esecuzione del rigido programma di austerità
imposto da Unione Europea e Fmi.