2011-06-04 15:07:44

Bangladesh: piano del governo per integrare le scuole islamiche nel sistema pubblico


In Bangladesh “integrare le madrase (le scuole islamiche) nel sistema pubblico è un fatto positivo: significherebbe maggiore controllo dello Stato, e adeguamento delle madrase agli standard e ai curriculum dell’istruzione pubblica”. A dichiararlo all'agenzia Fides è padre Silvano Garello, missionario saveriano a Dhaka, studioso e autore di saggi sull’educazione. Il piano del governo locale di inserire le scuole islamiche nella pubblica istruzione non porterebbe, a suo parere, a “islamizzare l’istruzione statale” ma, al contrario, a “inserire materie come la scienza, l’inglese, la matematica, l’informatica, nell’istruzione fornita dalle madrase”. In questo modo, spiega il missionario, “le madrase sarebbero sottoposte al vaglio e al controllo statale, e si potrebbe tutelare di più la formazione di milioni di bambini e giovani. E’ quanto accade, ad esempio, alle scuole cristiane”. Un’altra fonte cattolica interpellata da Fides, tuttavia, mette in evidenza anche i problemi che potrebbero nascere al momento dell’attuazione della riforma. Le madrase, infatti, non sarebbero facili da censire e controllare, perché ne esistono di tre tipi. Il governo dovrebbe riuscire facilmente a verificare gli standard educativi delle madrase cosiddette “Alia”, perché sono già riconosciute e finanziate dallo Stato. Sono invece private le scuole della rete “Quami”, che non ricevono sussidi statali. La fonte di Fides fa notare che queste “sono circa 50 mila”. “Diffondono – aggiunge – un’interpretazione restrittiva ed estremista dell’Islam e sono finanziate dall’Arabia Saudita”. “E’ molto difficile – spiega la fonte – che il governo riesca a prenderne il controllo o a influenzarle”. In più “è altrettanto difficile se non impossibile – prosegue – controllare una galassia che non è stata nemmeno censita”, quella delle scuole islamiche ‘fai-da-te’, create in piccole moschee o case private da singoli predicatori: secondo le stime, sarebbero circa 450 mila. “Nutriamo seri dubbi – conclude poi la fonte, impegnata nella difesa dei diritti umani – sulla effettiva volontà del governo di costruire uno Stato realmente laico e dove vi siano pari opportunità per tutti. Oggi i cittadini non musulmani sono comunque discriminati e considerati cittadini di seconda classe”. I musulmani sono circa il 90% dei 165 milioni di abitanti del Bangladesh, dove l’Islam è religione di Stato. I cristiani sono lo 0,5 per cento, di cui 320 mila cattolici. (D.M.)







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