Riunione per il Congresso Eucaristico Internazionale. Con noi, mons. Marini e mons.
Martin
Si chiude oggi a Dublino la riunione preparatoria del 50.mo Congresso Eucaristico
Internazionale, che si terrà nella capitale irlandese nel giugno 2012. Alla riunione
hanno preso parte delegati di oltre 70 Paesi. Proprio sulla dimensione universale
del Congresso del prossimo anno, si sofferma l’arcivescovo Piero Marini, presidente
del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali. L’intervista è
della nostra inviata a Dublino, Emer McCarthy:
R. – L’aspetto
universale è quello che prevale in un Congresso eucaristico internazionale. A Dublino
sarà il 50.mo, nel cinquantesimo anno dell’apertura del Concilio Vaticano II. Il Concilio
è stato un Concilio universale, generale per la Chiesa. Così, questo Congresso è un
congresso dove l’aspetto universale della Chiesa ha la prevalenza, dove tutti quelli
che convengono qui si sentono – pur appartenendo a razze diverse, pur essendo di lingue
diverse – parte della stessa Chiesa di Cristo.
D. – Quant’è importante
che non sia un Congresso statico, che sia un Congresso che guardi verso il futuro
della teologia eucaristica?
R. – Se noi guardiamo al passato perché
dobbiamo guardare, nella celebrazione, all’Ultima Cena, lo facciamo per celebrare
oggi, per gli uomini e le donne del nostro tempo. Anche la liturgia non è morta, continua
il suo cammino. In questo senso, la riforma della liturgia non finisce mai, perché
segue ogni tempo, le varie culture; c’è l’inculturazione, un contatto con le culture.
Questo Congresso eucaristico è quindi anche per insegnare agli uomini e alle donne
del nostro tempo il tesoro dell’Eucaristia, che è il primo atto di adorazione del
Signore. Questo è lo scopo del prossimo Congresso eucaristico. (vv)
Accanto
all’aspetto internazionale, particolarmente significativo è il fatto che la Chiesa
d’Irlanda sia protagonista di questo evento. Nel Paese, è ancora aperta la ferita
dello scandalo degli abusi su minori perpetrati da alcuni membri del clero irlandese.
La Chiesa locale ha dunque bisogno di “riconciliazione” e “rinnovamento”. E’ quanto
sottolinea l’arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin, intervistato da Emer
McCarthy:
R. - Oggi
la Chiesa in Irlanda ha bisogno di riconciliazione e di rinnovamento: riconciliazione
per le ferite e gli scandali, ma anche per altre tensioni interne alla Chiesa in Irlanda;
e rinnovamento perché il processo di secolarizzazione in Irlanda è molto più avanzato
di quanto molti vogliano ammettere. L’Irlanda ha una delle economie più aperte di
tutto il mondo e con questa apertura economica viene anche un’apertura culturale.
La grande sfida per me, come vescovo, è l’assenza dei giovani nelle nostre chiese:
dico sempre che i ragazzi irlandesi sono i più catechizzati e i meno evangelizzati
in Europa! Il Congresso eucaristico è un momento importante, perché è caratterizzato
da un periodo di preparazione e di catechesi in tutte le parrocchie e negli istituti
religiosi. E’ una catechesi che dovrà cercare di avvicinare quei giovani che sono
un po’ delusi dalla Chiesa. Questo rinnovamento deve avere una dimensione eucaristica,
perché se i ragazzi perdono ogni contatto con la Messa domenicale, possono avere una
specie di fede culturale, ma non una fede radicata in quello che è la Chiesa. (mg)