Mladic davanti ai giudici del Tribunale Penale internazionale
Ratko Mladic, l'ex capo militare dei serbi di Bosnia arrestato il 26 maggio scorso
in Serbia dopo 16 anni di latitanza, si è presentato oggi, per la prima volta, davanti
ai giudici del Tribunale Penale internazionale dell’Aja. Pesantissimo, per lui, il
capo d’imputazione: crimini di guerra e contro l'umanità e di genocidio per la guerra
di Bosnia. Ce ne parla Marco Guerra:
L'ex generale
serbo bosniaco, Ratko Mladic, si è rifiutato di dichiararsi ''colpevole o innocente'',
oggi alla sua prima apparizione davanti ai giudici dell'Aja, definendo le accuse ''ripugnanti''.
Mladic ha detto ai giudici di non avere letto l'atto di imputazione che in 37 pagine
racchiude undici reati. Il giudice Alphons Orie allora ha letto una sintesi del documento
e al passaggio sulle responsabilità nell'assedio di Sarajevo e nella strage di Srebrenica,
l’ex capo militare dei serbi di Bosnia ha scosso la testa in segno di disapprovazione.
Come è previsto dalla procedura, la corte ha quindi fissato la prossima udienza per
il 4 luglio, dandogli 30 giorni di tempo per prendere in esame gli atti e iniziare
a preparare la sua difesa. Su richiesta dello stesso imputato, i giudici hanno poi
ascoltato Mladic in una “sessione privata” circa il suo stato di salute. Dopo di che,
approfittando della presenza dei giornalisti di tutto il mondo, Mladic ha chiuso l’udienza
con un sorta di comizio: ''Ho difeso il mio popolo, la mia terra e ora difendo me
stesso, voglio vivere per mostrare che sono un uomo libero'', ha detto con tono fermo
l’ex militare. ''Non ho ucciso individui in quanto musulmani o croati. ho solo difeso
il mio paese'', ha ripetuto, assicurando che lui non ha paura di nessuno. Intanto
fanno discutere le parole del presidente serbo, Boris Tadic, secondo il quale fino
alla caduta di Milosevic, il generale Mladic girava liberamente e protetto dalle autorità.
“Il prezzo pagato dalla Serbia di fronte alla comunità internazionale è estremamente
alto – ha aggiunto Tadic – ma abbiamo dimostrato la determinazione per il ripristino
della sua credibilità internazionale”.