Il batterio Escherichia Coli continua a spaventare l'Europa
L’Escherichia Coli, il batterio che sta spaventando l’Europa, si starebbe stabilizzando.
Lo sostengono fonti tedesche. 19 le vittime, circa 2000 i contagiati in 12 Paesi.
Alcuni casi si registrano anche negli Stati Uniti. Tutti però risultano avere un legame
con la Germania. Esclusa la responsabilità diretta dei cetrioli spagnoli. In Italia
per ora non c’è alcun problema, rassicura il ministro della Salute Fazio precisando
che sono stati intensificati i controlli. E l’Istituto superiore di sanità comunica
che non e' giustificato l'allarmismo verso il consumo di ortaggi, soprattutto quelli
prodotti in Italia, visto anche che le indagini di laboratorio non hanno supportato
l'ipotesi dei vegetali contaminati quale fonte di infezione".
E intanto E
dopo lo stop delle importazioni di vegetali deciso dalla Russia nei confronti dell’UE,
l'Organizzazione Mondiale della Sanità precisa che ''non sono state chieste restrizioni
al commercio''. Al microfono di Eliana Astorri Roberto Cauda ordinario di malattie
infettive del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma.
R.
- Si sta verificando un focolaio epidemico prevalentemente presente nel Nord della
Germania, che ha una diffusione anche in altri Paesi, ma sembrerebbe in persone che
sono state comunque in quell’area della Germania, dove sono stati segnalati il numero
maggiore di casi. E’ un batterio l’Escherichia coli; è un germe altamente noto: si
isola nelle feci degli uomini, degli animali ed ha una ampia diffusione nell’ambiente.
Quello che è nuovo è il tipo di batterio che sembrerebbe avere una tossicità importante
e una capacità di diffusione altrettanto importante.
D. - Questo batterio
è refrattario agli antibiotici? R. - E’ stato detto ed è vero che da un punto di
vista genetico, questo batterio ha una resistenza agli antibiotici. Ma se noi lo guardiamo
da un punto di vista clinico, l’utilità della terapia antibiotica è assolutamente
nulla: è anzi controindicato utilizzare gli antibiotici e questo perché? Perché quando
noi diamo una terapia antibiotica a questi soggetti non facciamo altro che, distruggendo
il batterio, mettere in circolo la tossina, che è responsabile di tutti questi guai
che vanno dal danno renale fino - nelle forme più gravi - al danno celebrale. E’ giusto,
quindi, dire che si tratta di un germe resistente agli antibiotici, ma andrebbe anche
detto che si tratta di una forma non suscettibile di terapia antibiotica, per la quale
la terapia antibiotica non è indicata.
D. - C’è pericolo per l’Italia? R.
- Ovviamente le notizie si rincorrono di ora in ora e le previsioni sono sempre molto
difficili. Io personalmente ritengo di no, anche perché c’è un sistema di sorveglianza
altamente qualificato ed efficace. E’ vero che è stato descritto anche in altri Paesi,
ma si tratta di singoli casi: il grosso del focolaio epidemico è comunque localizzato
nel Nord della Germania. Quello che resta da capire è che cosa è avvenuto, perché
conosciamo il colpevole - cioè l’Escherichia coli o 104 - però non sappiamo esattamente
qual è l’alimento, se c’è, che ha determinato questa malattia. (mg)