2011-06-01 15:58:38

Yemen: decine di morti nei nuovi scontri tra esercito e milizie tribali


Sono almeno 37 i morti negli scontri della scorsa notte in Yemen: sono andati avanti per ore i combattimenti nella capitale Sanaa tra le forze fedeli al contestato presidente, Ali Abdullah Saleh, e i combattenti sostenitori del capo tribale al-Ahmar. Che cosa differenzia le proteste e le violenze nello Yemen da quelle che si sono avute in altri Paesi? Francesca Sabatinelli lo ha chiesto a Francesco Zannini, ordinario di islam contemporaneo al Pontificio Istituto di Studi Arabi e di islamistica, Pisai:RealAudioMP3

R. - Credo che qui giochino molti fattori che non sono tutti presenti negli altri Paesi. Lo Yemen è un Paese che ha avuto un suo grosso sviluppo, ma che ha mantenuto un assetto tribale tradizionalistico. Quindi, l’elemento tribale è molto forte, anche negli ultimi scontri. All’elemento politico - questa forma di dittatura - reagisce una massa che lotta per i diritti umani, una massa pacifica alla quale si affiancano elementi sia di fondamentalismo islamico che elementi tribali. Ultimamente, sta acquistando sempre più l’aspetto di una guerra civile, più che di una protesta popolare come era negli altri Paesi.

D. - Professore, il ruolo dell’esercito in questa situazione qual è?

R. - Penso che mentre in Egitto - per esempio - il ruolo dell’esercito alla fine è stato in qualche modo fondamentale per approdare a una qualche forma risolutiva, qui non credo che l’esercito abbia le stesse capacità e la stessa indipendenza, in quanto o è asservito al potere, oppure è legato ai vari gruppi tribali. Di fatto, è di uno degli elementi all’interno della lotta, per cui è difficile che possa giocare quel ruolo di mediazione o di soluzione che può aver avuto per esempio in Egitto. (ma)








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