Yemen: decine di morti nei nuovi scontri tra esercito e milizie tribali
Sono almeno 37 i morti negli scontri della scorsa notte in Yemen: sono andati avanti
per ore i combattimenti nella capitale Sanaa tra le forze fedeli al contestato presidente,
Ali Abdullah Saleh, e i combattenti sostenitori del capo tribale al-Ahmar. Che cosa
differenzia le proteste e le violenze nello Yemen da quelle che si sono avute in altri
Paesi? Francesca Sabatinelli lo ha chiesto a Francesco Zannini, ordinario
di islam contemporaneo al Pontificio Istituto di Studi Arabi e di islamistica, Pisai:
R. - Credo
che qui giochino molti fattori che non sono tutti presenti negli altri Paesi. Lo Yemen
è un Paese che ha avuto un suo grosso sviluppo, ma che ha mantenuto un assetto tribale
tradizionalistico. Quindi, l’elemento tribale è molto forte, anche negli ultimi scontri.
All’elemento politico - questa forma di dittatura - reagisce una massa che lotta per
i diritti umani, una massa pacifica alla quale si affiancano elementi sia di fondamentalismo
islamico che elementi tribali. Ultimamente, sta acquistando sempre più l’aspetto di
una guerra civile, più che di una protesta popolare come era negli altri Paesi.
D.
- Professore, il ruolo dell’esercito in questa situazione qual è?
R.
- Penso che mentre in Egitto - per esempio - il ruolo dell’esercito alla fine è stato
in qualche modo fondamentale per approdare a una qualche forma risolutiva, qui non
credo che l’esercito abbia le stesse capacità e la stessa indipendenza, in quanto
o è asservito al potere, oppure è legato ai vari gruppi tribali. Di fatto, è di uno
degli elementi all’interno della lotta, per cui è difficile che possa giocare quel
ruolo di mediazione o di soluzione che può aver avuto per esempio in Egitto. (ma)
La
Nato estende di altri tre mesi la missione militare in Libia In Libia, continuano
i bombardamenti su Tripoli, mentre la Nato annuncia che la missione militare sarà
prolungata di tre mesi. Il servizio di Davide Maggiore.
“Siamo determinati
a continuare le nostre operazioni per proteggere il popolo della Libia”, ha dichiarato
il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Anders Fogh Rasmussen. “Con questa
decisione - ha aggiunto - la Nato e i suoi partner inviano un chiaro messaggio al
colonnello Gheddafi”. ll rais, tuttavia, non sembra intenzionato a lasciare il potere:
il portavoce del governo ha smentito che nell’incontro di ieri con il presidente sudafricano,
Jacob Zuma, Gheddafi abbia parlato di una exit strategy che gli permetta di
abbandonare il Paese. Il colonnello ha anzi chiesto ufficialmente alle Nazioni Unite
di sbloccare i beni del regime depositati all’estero. Secondo le lettere inviate al
rappresentante libico al Palazzo di Vetro, il denaro servirebbe a ottenere cibo, medicinali
e benzina: la domanda è stata però respinta. La stessa richiesta era stata formulata
dai ribelli di Bengasi, che hanno ricevuto una risposta positiva dall’Italia attraverso
Eni e Unicredit. Ieri, il regime ha diffuso una stima dei civili morti dall’inizio
dei raid aerei della Nato: sarebbero 718 e oltre 4000 i feriti, mentre il numero dei
militari uccisi non è stato reso noto. Ai giornalisti stranieri presenti a Tripoli,
però, non sono state presentate prove a supporto di queste cifre, che l’Alleanza atlantica
ha seccamente smentito. Intanto, dagli Stati Uniti intanto giunge la preoccupazione
concreta sulla possibilità che armi libiche finiscano nelle mani di al Qaeda. Lo ha
detto il capo del comando americano per l'Africa, il generale Carter F. Ham.
Iran,
uccisa in scontri la figlia di noto dissidente Una nota dissidente iraniana
è morta durante scontri con la polizia a Teheran. Haleh Sahabi, 54 anni, ha avuto
un arresto cardiaco durante tafferugli con le forze dell’ordine, secondo quanto riferisce
il sito d’opposizione Kaleme. La donna stava partecipando al funerale del padre, celebre
esponente dell’opposizione: per essere presente alla cerimonia, le autorità le avevano
consentito di lasciare il carcere, dove sta scontando una condanna a due anni dopo
essere stata arrestata durante le proteste contro la rielezione del presidente Ahmadinejad,
nel 2009.
Iran, Ahmadinejad contestato da 165 deputati Sempre in
Iran, il presidente Ahmadinejad deve affrontare l’accusa di aver violato la Costituzione.
Il parlamento ha infatti denunciato alla magistratura la decisione del presidente
di assumere l’interim del ministero del Petrolio due settimane fa, dopo un
rimpasto di governo. La lettera ufficiale firmata da 165 deputati su 290 è considerata
dagli analisti l’ultimo sintomo dei contrasti tra Ahmadinejad e l’ala più conservatrice
della sua fazione.
Italia, "sì" della Cassazione al referendum sul nucleare
del 12 giugno In Italia la Corte di Cassazione ha stabilito che il referendum
sul nucleare si farà. Ha stabilito infatti che le recenti modifiche apportate dal
governo alle norme sull'energia nucleare non precludono lo svolgimento del voto referendario.
Il referendum sul nucleare si terrà il 12 e 13 giugno, insieme con i due sulla privatizzazione
dell'acqua e a quello sulla norma del cosiddetto legittimo impedimento. In sostanza,
la Corte ha accolto l’istanza presentata dal partito di opposizione Pd che chiedeva
di trasferire il quesito sulle nuove norme appena votate nel decreto legge omnibus:
quindi la richiesta di abrogazione rimane la stessa, ma invece di applicarsi alla
precedente legge si applicherà appunto alle nuove norme sulla produzione di energia
nucleare (art. 5 commi 1 e 8).
Aiea: esemplare il Giappone a Fukushima,
ma sottovalutato lo tsunami La reazione del Giappone all'incidente verificatosi
nella centrale nucleare di Fukushima è stata "esemplare", ma il rischio tsunami è
stato sottovalutato. È un passaggio della relazione preliminare del team di esperti
dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica (Aiea), dal quale emerge anche la
richiesta di un'Authority indipendente. Il Giappone ha sottovalutato i rischi legati
allo tsunami in diverse delle 54 centrali nucleari sparse sul suo territorio, ha scritto
il team degli esperti Aiea, l'Agenzia atomica dell'Onu, e non solo a Fukushima dove
l'11 marzo, dopo il sisma di magnitudo 9.0, si è abbattuta un'onda anomala stimata
in circa 15 metri di altezza. La sintesi consegnata al governo di Tokyo è un’anticipazione
del rapporto completo da presentare nella riunione del 20-24 giugno in programma a
Vienna.
L’Arabia Saudita parla di 16 centrali nucleari entro il 2030 L’Arabia
Saudita intende costruire 16 centrali nucleari entro il 2030. Pur essendo uno dei
più grandi esportatori di petrolio, il regno wahabita vuole coprire il 20 per cento
del suo fabbisogno energetico grazie all’atomo. I primi due reattori, secondo il governo,
dovrebbero essere pronti in 10 anni, con un costo di circa 7 miliardi di dollari ciascuno.
Dopo il disastro nella centrale giapponese di Fukushima, i Paesi del Golfo sono tra
i pochi ad aver manifestato l’intenzione di investire ancora fortemente sull’energia
nucleare.
Mladic davanti ai giudici dell’Aja venerdì Ratko Mladic
farà la sua prima apparizione davanti ai giudici dell'Aja venerdì 3 giugno alle 10.
Lo ha comunicato il Tribunale penale internazionale (Tpi). Intanto, il procuratore
capo del Tpi, Brammertz, ha elogiato il buon lavoro fatto dalla polizia e dalle autorità
serbe nella cattura di Ratko Mladic, e ha detto che esprimerà tale soddisfazione nel
suo intervento del 6 giugno prossimo al consiglio di sicurezza dell'Onu, nel quale
presenterà il suo nuovo rapporto semestrale sulla collaborazione di Belgrado con il
Tpi. Ma ha poi dichiarato che Mladic poteva essere arrestato prima e 16 anni di attesa
sono un periodo “troppo lungo” per la giustizia. Brammertz ha sottolineato che a Mladic,
nel carcere di Scheveningen dove è detenuto da ieri sera, sarà messa a disposizione
la migliore e più completa assistenza medica e sanitaria, in modo che possa sostenere
al meglio il processo a suo carico.
Germania: sconosciuta l’origine dell’epidemia-killer
che sta colpendo anche l'Europa L'origine dell'epidemia di E. Coli che ha colpito
la Germania e si sta rapidamente diffondendo in Europa è ancora avvolta nel mistero
e, secondo il ministro tedesco dell'Agricoltura e della Protezione dei consumatori
- Ilse Aigner - non si può escludere alcuna fonte di possibile contaminazione. Intervistata
dall'emittente televisiva Zdf, la Igner ha difeso la gestione della crisi da parte
delle autorità tedesche dopo le critiche lanciate dalla Spagna. In particolare, ha
sottolineato che su alcuni cetrioli contaminati provenienti dalla Spagna sono stati
trovati patogeni del ceppo Ehec, anche se poi i risultati dei test hanno indicato
che non si trattava degli stessi patogeni rilevati nei pazienti. Ad annunciare che
probabilmente l'epidemia era legata al consumo di cetrioli dalla Spagna, era stato
- la settimana scorsa - il ministro della Sanità di Amburgo, Pruefer-Storcks. Ma la
stessa Pruefer-Storcks ha annunciato ieri i risultati dei primi esami, che "scagionerebbero"
i cetrioli spagnoli. Finora, si sono registrati 16 decessi.
Il commissario
Ue al Mercato interno oggi a Washington Gli Stati Uniti devono accelerare la
riforma delle banche per prevenire vantaggi non corretti degli istituti di credito
americani sulle controparti europee. È quanto scrive il commissario europeo al Mercato
interno, Michel Barnier, al segretario al Tesoro statunitense, Timothy Geithner. Barnier
invita l'amministrazione Obama a premere sull'acceleratore delle riforme e a inasprire
le regole, perchè Bruxelles è più avanti rispetto agli Usa in varie aree, dai requisiti
di capitale ai limiti ai bonus. Il Financial Times cita la lettera di Barnier datata
27 maggio, in vista dell'arrivo del francese a Washington oggi. L'amministrazione
Obama – precisa Barnier nella missiva – ha approvato la riforma di Wall Street, ma
non si sta muovendo abbastanza velocemente per attuare le nuove norme. Nella lettera,
Barnier mette in evidenza le preoccupazioni europee riguardo all'impegno degli Stati
Uniti sugli standard di Basilea 3, con gli Usa che non hanno ancora adottato del tutto
Basilea 2.
No della Camera Usa all’aumento del debito senza un piano di
riduzione del deficit La Camera boccia un aumento del debito americano di 2.400
miliardi di dollari. Con un voto simbolico, il cui esito era ampiamente atteso, i
repubblicani inviano al presidente Barack Obama un messaggio chiaro: senza un piano
di riduzione del deficit, non ci sarà alcun aumento del tetto del debito, ora pari
a 14.290 miliardi di dollari. Un limite già toccato ma con le misure d'emergenza messe
in campo dal Dipartimento del Tesoro il governo potrà far fronte ai propri impegni
fino al 2 agosto prossimo: se entro quella data il Congresso non avrà approvato l'aumento,
ci sarà il default con - secondo il Dipartimento guidato da Timothy Geithner
- “conseguenze catastrofiche”. La proposta è stata bocciata con 318 voti contrari
e 97 favorevoli, distante dalla maggioranza di due terzi necessaria per il passaggio.
I democratici definiscono rischioso il “teatrino politico” dei repubblicani, che scommettono
che la bocciatura non avrà effetti sui mercati finanziari perchè attesa. Obama incontrerà
nelle prossime ore i repubblicani alla Camera sul bilancio e sul piano di riduzione
del deficit e del debito.
Seul propone tre round di colloqui con Pyongyang
per sbloccare i negoziati La Corea del Nord ha riferito che Seul ha proposto
tre round di colloqui al vertice per sbloccare la situazione di stallo nei rapporti
intercoreani. La potente Commissione nazionale di Difesa ha sostenuto, scrive l'agenzia
Kcna, che - quando le delegazioni delle due parti si sono confrontate segretamente
il 9 maggio scorso - il Sud ha offerto di tenere incontri alla fine di giugno e del
prossimo agosto, nonché a marzo 2012, così come colloqui a livello ministeriale. Durante
l'incontro del 9 maggio, Seul “pregò con insistenza” il Nord di presentare le scuse
per i due attacchi mortali del 2010 contro il Sud, che hanno fatto esplodere la tensione
intercoreana. La risposta, come prevedibile, è stata negativa.
Shuttle:
rientrato a Cape Canaveral, l'Endeavour non volerà più E’ atterrato per l’ultima
volta prima di essere dismesso lo space shuttle Endeavour questa mattina a Cape Canaveral,
in Florida. La navetta della Nasa, con a bordo sei astronauti, tra cui l’italiano
Roberto Vittori, ha toccato terra come previsto alle 2.35 ora locale, con un suggestivo
atterraggio notturno. Era la penultima missione dell’era Shuttle, un esperimento importante
come conferma il presidente dell’Agenzia spaziale italiana, Enrico Saggese
al microfono di Irene Pugliese:
R. – Lo Space
shuttle è stato un esperimento importantissimo, perché ha provato a configurare un
sistema di rientro, un sistema cioè riutilizzabile più volte. Non ha avuto il successo
che meritava nel senso che l’aspettativa era quella di avere almeno 400 voli mentre
ne abbiamo avuti soltanto 135, il costo è stato superiore alle attese. Però, la cosa
importante è che ha dimostrato che si può creare una sorta di navicella con uomini
e con esperimenti a bordo e che questa navicella è una navicella abbastanza sicura.
In effetti, abbiamo avuto due grandi disastri, un disastro al lancio e un disastro
al rientro, però purtroppo i sistemi di lancio dell’uomo non possono raggiungere la
sicurezza totale.
D. - Quali i risultati più importanti raggiunti?
R.
– Il fatto di aver fatto partire una collaborazione importante prima tra russi e americani
e poi con partner di tutto il mondo, canadesi, europei, giapponesi.
D.
– Una missione che ha visto anche un colloquio con il Papa…
R. – E’
stata una cosa veramente emozionante. Innanzitutto, per l’estrema disponibilità mostrata
dal Papa che in questa veste storica ha accettato il ruolo di chi pone le domande
e non dà le risposte. Le domande sono state estremamente interessanti e le risposte
altrettanto importanti. Credo che il fatto che gli astronauti abbiano detto al Papa
che vedono la terra come un elemento delicato fragile, che la tecnologia deve in qualche
modo proteggere, sia stato un elemento importantissimo.
D. – Qual è
ora la sfida spaziale?
R. – Dobbiamo riconquistare la voglia di cooperare
anche con la Cina, anche con altri Paesi, in maniera tale che quando si pensa alla
prossima generazione tutti siano presenti. Dobbiamo pensare poi a una navicella che
possa viaggiare, che possa proteggere gli abitanti e che possa in qualche modo assisterli
nei loro viaggi, viaggi che possono essere anche lunghi e quindi anche proteggerli
quando andremo fuori della magnetosfera, fuori della zona della terra in cui la protezione
dai raggi cosmici è ancora efficace. (Panoramica internazionale a cura di Fausta
Speranza e Davide Maggiore)
Bollettino del Radiogiornale della Radio
Vaticana Anno LV no. 152