2011-06-01 14:32:52

L’Onu: i Paesi in tutto il mondo proteggano, più di quanto fatto finora, i giovani dall’Aids


“Opportunità nella crisi: prevenire l’Hiv dalla prima adolescenza alla giovane età”: il titolo del rapporto congiunto di diverse agenzie dell’Onu: Unicef, Unaids, Unesco, Fondo per la popolazione (Unfpa), organizzazioni del Lavoro (Oil) e della Sanità (Oms), Banca mondiale. Per la prima volta i riflettori accesi su un’età dai 10 ai 24 anni particolarmente soggetta all’infezione. Lo studio individua i fattori di maggior rischio ma anche le possibilità di aumentare la protezione, se "per molti giovani, il contagio da HIV – sottolinea il direttore generale dell'Unicef Anthony Lake - è conseguenza di negligenze, esclusioni e violazioni che non si verificano all'insaputa di famiglie, comunità e leader politici e sociali”. Un'accusa grave che pesa sulle istituzioni e sulle coscienze. Da qui l’esortazione ai leader di ogni Paese a tutti i livelli “a costruire - spiega Lake - una catena di prevenzione per mantenere informati, protetti e sani gli adolescenti e i giovani". E veniamo ai dati del rapporto: è leggermente calata la diffusione dell’Aids, ma l’obiettivo fissato nel 2001 di ridurre entro il 2010 del 25% i contagi tra i giovani è fermo al 12%, meno della metà. Così ancora oggi 2500 giovani contraggono ogni giorno il virus Hiv e in tutto il mondo si stima che i sieropositivi tra 15 e 24 anni siano circa 5 milioni e 2 milioni tra i 10 ai 19 anni, in maggioranza ragazze e giovani donne, oltre 60% sul totale dei contagi, percentuale che supera il 70% nell’Africa sub-sahariana, la regione del mondo più colpita dal virus: 1 su 3 tra i giovani infettati è sudafricano o nigeriano. (A cura di Roberta Gisotti)RealAudioMP3







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