La procura di Roma dispone il dissequestro di un deposito dello Ior. Padre Lombardi:
Ior corretto
In Italia, il procuratore aggiunto di Roma Nello Rossi e il pm Stefano Rocco Fava
hanno disposto il dissequestro di un deposito dello Ior (Istituto per le Opere di
Religione) di 23 milioni di euro su un conto del Credito Artigiano, che lo scorso
settembre il gip Maria Teresa Covatta aveva 'congelato' nell'ambito dell'inchiesta
che vedeva indagati il presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, e il direttore
generale, Paolo Cipriani, per violazione della normativa antiriciclaggio. Accogliendo
l'istanza presentata il 20 maggio scorso dalla difesa degli indagati, la procura di
Roma ha preso atto che negli ultimi cinque mesi "si sono verificati rilevanti mutamenti
sul piano normativo ed istituzionale che hanno ridisegnato il contesto entro cui occorre
valutare la permanenza o meno delle ragioni poste a base del decreto di sequestro
preventivo dei 23 milioni di euro". Il primo aprile scorso – ricordiamo – è entrata
in vigore la nuova Legge vaticana sulla prevenzione e il contrasto del riciclaggio
dei proventi di attività criminose e del finanziamento del terrorismo, pubblicata
il 30 dicembre 2010 assieme alla Lettera Apostolica "Motu Proprio" di Benedetto XVI
sullo stesso argomento.
E rispondendo alle domande dei giornalisti, il direttore
della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi ha detto che "la Santa Sede apprezza
la revoca del sequestro dei fondi dello IOR, disposta dalla Procura di Roma, perché
conferma la correttezza con cui vuole operare lo IOR e la serietà dell’impegno con
cui la Santa Sede, nell’aderire pienamente agli standard internazionali per la prevenzione
e il contrasto delle attività illegali in campo finanziario, ha costituito tra l’altro
l’Autorità di Informazione Finanziaria, dotandola di qualificate professionalità e
di adeguati poteri per proseguire con decisione e coerenza il processo avviato".