Etiopia: milioni di bambini costretti ad abbandonare la propria casa per la violenza
dei conflitti
A nord dell’Etiopia, nella città di Adigrat e nelle sue vicinanze, a causa dell’ultima
guerra di frontiera terminata nel 2000, vivono molte persone deportate dalla vicina
Eritrea, Paese che non ha ancora raggiunto una pace definitiva, con migliaia di soldati
su entrambi i fronti. Questo elemento ha contribuito ad incrementare l’alta incidenza
di Hiv/Aids nella zona. Da oltre 40 anni le suore Maestre Pie Filippini gestiscono
nella città una scuola primaria e un centro di promozione per la donna. Entrambi ospitano
un orfanotrofio con 24 bambine di età compresa tra 4 e 18 anni. In un comunicato dell’organizzazione
cattolica spagnola Manos Unidas pervenuto all'agenzia Fides si legge che la casa dove
vivono le orfane venne costruita oltre 40 anni fa dal primo vescovo di Adigrat, mons.
Hailemariam Kahsay, dal quale il centro di accoglienza ha preso il nome. Nel 2005
le suore, viste le enormi difficoltà di sopravvivenza per i bambini, protagonisti
innocenti dei conflitti, separati dalle rispettive famiglie, soli, la maggior parte
dei quali abbandonati, decisero di trasformarla in casa di accoglienza per gli orfani.
Si calcola che nel 2008, in tutto il mondo, circa 18 milioni di bambini abbiano dovuto
abbandonare la propria casa come rifugiati o disadattati a causa dei conflitti. Questi
bambini sono destinati a diventare vittime dirette di violenza, malattie, malnutrizione
e morte. Molti di loro hanno un limitato accesso ai servizi sanitari, all’educazione
o all’assistenza umanitaria. (R.P.)