Angela Merkel in India, la Germania a confronto con un Paese del "Bric"
Rafforzare i legami in particolare nelle tecnologie e difesa, ma anche discutere i
temi di attualità internazionale, tra cui spicca la successione al Fondo Monetario
Internazionale. Questa la finalità del viaggio che il cancelliere tedesco, Angela
Merkel, ha iniziato oggi in India, dov’è giunta con due ore di ritardo a causa di
un improvviso divieto di sorvolo imposto al suo aereo dalle autorità iraniane. Sull’importanza
strategica di questa trasferta, Salvatore Sabatino ha intervistato Francesco
Carlà, esperto di economia internazionale:
R. – Bisogna
partire dall’idea che la Germania è già il più grosso partner europeo dell’India:
ci sono in ballo scambi bilaterali per qualcosa come 15 miliardi di euro e mezzo già
nel 2010. Questi potrebbero crescere molto e, secondo gli indiani, potrebbero crescere
fino a 20 miliardi di euro. Oltretutto, in questi Paesi le crescite sono così elevate
che partire già da degli ottimi numeri – come quelli che citavo prima – significa
poterli poi incrementare moltissimo.
D. – La Merkel dovrà convincere
anche gli indiani ad accettare la guida del Fondo Monetario Internazionale. Il ministro
delle Finanze francese, Christine Lagarde, candidato europeo alla successione di Strauss-Kahn,
riuscirà secondo lei in quest’intento?
R. – Probabilmente ci riuscirà,
però immagino che l’India – che è uno dei Paesi principali di quello che Goldman Sachs
chiama “Bric”, cioè Brasile, India, Russia e Cina – chiederà qualcosa in cambio. Vedremo
cosa sarà e come andranno avanti questi dialoghi.
D. – Accompagnata
da sette ministri, la Merkel ha incontrato questa mattina il premier Singh per il
primo dialogo intergovernativo, che è una speciale intesa che la Germania ha finora
instaurato solo con Israele e Stati Uniti. Cosa vuol dire, questo, dal punto di vista
economico?
R. – Vuol dire che l’India ha molto bisogno del tipo di industria
che rappresenta la Germania e la Germania è molto interessata allo sbocco commerciale
indiano, alla grandezza e alle dimensioni dello sviluppo in quel Paese, che poi significa
anche un osservatorio su tutta l’Asia di profilo indiano e, quindi, molti altri Paesi
che fanno parte di quel network.
D. – Si può dire che questa è un’ulteriore
conferma che l’asse economico-finanziario internazionale si sta spostando sempre più
verso Oriente? R. – Questo sicuramente. E se non si sposta ancora più velocemente
è solo perché c’è tutta una serie di riserve di tipo geopolitico. Ad esempio, l’India
è alquanto funestata da problematiche corruttive, che hanno anche minato la credibilità
della sua Borsa negli ultimi anni e, in un certo senso, cose simili si possono dire
anche per la Cina e per altri Paesi. Poi c’è anche un’altra questione: l’annuncio,
nei giorni scorsi, da parte della Germania di fare a meno dell’energia atomica da
qui al 2022. Molte risorse energetiche si trovano da quelle parti. (vv)