La Svimez per i 150 dell'unità: il Mezzogiorno non è un freno ma un'opportunità per
il sistema Italia
Si è aperta questa mattina a Montecitorio, con l’intervento del presidente della Camera
Gianfranco Fini, la giornata di studi sul tema “Nord e Sud a 150 anni dall’Unità d’Italia”
in occasione delle ricerche realizzate per le celebrazioni, dall’Associazione per
lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno-Svimez, promotrice dell’iniziativa. All’introduzione
dei lavori seguiranno, nel pomeriggio, sessioni specifiche sui singoli argomenti relativi
al Mezzogiorno quali economia, università, federalismo e lavoro. C’era per noi Gabriella
Ceraso:
L’Italia
è uno Stato drammaticamente dualistico e 150 anni di storia unitaria non hanno colmato
il divario tra un Nord più sviluppato e un Sud dipendente, ma il Mezzogiorno non è
il freno perché il Paese spicchi il volo a livello europeo bensì un’opportunità strategica
del sistema-Italia. In realtà, oggi la crisi investe tutto il Paese e le soluzioni
vanno cercate in un’ottica nazionale e di lungo periodo. E’ questo il comune denominatore
degli interventi in mattinata del presidente Fini e del presidente della Svimez, Adriano
Giannola. Il quadro tracciato per il Meridione certo è pessimistico: disservizi, ostacoli
al prelievo tributario, criminalità, poca innovazione e ricerca e infrastrutture inadeguate.
La questione meridionale non è al centro dell’agenda politica, ma la sua essenza –
sostiene Fini – resta etico-politica, per cui la risoluzione non è un problema di
sole risorse ma di capacità della classe dirigente. Da qui la denuncia di uno stallo
nell’elaborazione di strategie complessive. Anche il federalismo – spiega Fini – opportunità
di progresso, rischia certo nell’attuazione di sottrarre risorse necessarie ai servizi
essenziali. Non è questa l’exit strategy dalla crisi e tanto meno dalla questione
meridionale, riprende il discorso il presidente della Svimez, Adriano Giannola, che
indica diverse opportunità praticabili per il rilancio, tra cui spicca la ritrovata
centralità del Mediterraneo. Sentiamo lo stesso Giannola:
“In questo
momento, le urgenze sono ricerca, tecnologia, fiscalità di vantaggio che rischia –
con il federalismo – di essere addirittura rovesciata a svantaggio; ambiente, energie
alternative che trovano la loro "Mecca" – come diciamo noi – proprio nel Mezzogiorno.
Attorno a queste cose, e non come sfruttamento di una risorsa, ma come occasione di
sviluppo occorre innescare il ruolo del Mezzogiorno come fattore attivo di un processo
comune. Se, invece, lo si vede come esigenza di isolare, di mettere una cintura sanitaria
ad una realtà che, secondo alcuni, spreca solo le risorse, le risorse saranno ulteriormente
sprecate, si alimenterà l’illegalità … I rischi, da questo punto di vista, sono molto
alti!”.