2011-05-30 15:15:25

La Svimez per i 150 dell'unità: il Mezzogiorno non è un freno ma un'opportunità per il sistema Italia


Si è aperta questa mattina a Montecitorio, con l’intervento del presidente della Camera Gianfranco Fini, la giornata di studi sul tema “Nord e Sud a 150 anni dall’Unità d’Italia” in occasione delle ricerche realizzate per le celebrazioni, dall’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno-Svimez, promotrice dell’iniziativa. All’introduzione dei lavori seguiranno, nel pomeriggio, sessioni specifiche sui singoli argomenti relativi al Mezzogiorno quali economia, università, federalismo e lavoro. C’era per noi Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

L’Italia è uno Stato drammaticamente dualistico e 150 anni di storia unitaria non hanno colmato il divario tra un Nord più sviluppato e un Sud dipendente, ma il Mezzogiorno non è il freno perché il Paese spicchi il volo a livello europeo bensì un’opportunità strategica del sistema-Italia. In realtà, oggi la crisi investe tutto il Paese e le soluzioni vanno cercate in un’ottica nazionale e di lungo periodo. E’ questo il comune denominatore degli interventi in mattinata del presidente Fini e del presidente della Svimez, Adriano Giannola. Il quadro tracciato per il Meridione certo è pessimistico: disservizi, ostacoli al prelievo tributario, criminalità, poca innovazione e ricerca e infrastrutture inadeguate. La questione meridionale non è al centro dell’agenda politica, ma la sua essenza – sostiene Fini – resta etico-politica, per cui la risoluzione non è un problema di sole risorse ma di capacità della classe dirigente. Da qui la denuncia di uno stallo nell’elaborazione di strategie complessive. Anche il federalismo – spiega Fini – opportunità di progresso, rischia certo nell’attuazione di sottrarre risorse necessarie ai servizi essenziali. Non è questa l’exit strategy dalla crisi e tanto meno dalla questione meridionale, riprende il discorso il presidente della Svimez, Adriano Giannola, che indica diverse opportunità praticabili per il rilancio, tra cui spicca la ritrovata centralità del Mediterraneo. Sentiamo lo stesso Giannola:

“In questo momento, le urgenze sono ricerca, tecnologia, fiscalità di vantaggio che rischia – con il federalismo – di essere addirittura rovesciata a svantaggio; ambiente, energie alternative che trovano la loro "Mecca" – come diciamo noi – proprio nel Mezzogiorno. Attorno a queste cose, e non come sfruttamento di una risorsa, ma come occasione di sviluppo occorre innescare il ruolo del Mezzogiorno come fattore attivo di un processo comune. Se, invece, lo si vede come esigenza di isolare, di mettere una cintura sanitaria ad una realtà che, secondo alcuni, spreca solo le risorse, le risorse saranno ulteriormente sprecate, si alimenterà l’illegalità … I rischi, da questo punto di vista, sono molto alti!”.







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