A Phnom Penh il vescovo ‘senza cattedrale’ ha buone speranze per la Chiesa in Cambogia
E’ vescovo, ma non ha una cattedrale. Mons. Olivier Michel Marie Schmittaeusler, Vicario
apostolico di Phnom Penh, in Cambogia, è nel Paese asiatico da tredici anni, ma per
dieci ha lavorato soltanto in parrocchie rurali. A raccontare la sua storia è il Sir.
“Quando sono arrivato – ricorda - nel primo villaggio c’era solo un cristiano. Abbiamo
dovuto iniziare da zero: costruire la chiesa e dar vita a un piccolo gruppo di giovani”.
“Oggi i battezzati sono 98 – prosegue il presule - e inizia a diffondersi il desiderio
di avere delle chiese e una cattedrale: un chiaro segno di speranza”. I cambogiani,
dopo il genocidio subito tra 1975 e 1979 ad opera del regime dei Khmer rossi guidati
da Pol Pot, dichiara ancora mons. Schmittaeusler “hanno finalmente iniziato a ricostruire
le proprie tradizioni, riscoprendo la religione. La gente ora è molto più aperta”.
I cattolici rappresentano oggi l’ 1% della popolazione mentre i buddisti sono il 96%:
anche alcuni di questi, varie decine, ascoltano però le omelie domenicali, assistendo
alla messa. Nonostante i pregiudizi sui cattolici, il vescovo è riuscito a conquistarsi
gradualmente la fiducia della popolazione, anche perché la comunità cattolica è impegnata
soprattutto nella formazione dei giovani, sfida importante per la società locale.
(D.M.)