2011-05-28 15:50:03

India: no dei nazionalisti indù alla proposta di legge sulla violenza contro le minoranze


Le organizzazioni per i diritti umani, le comunità religiose, le associazioni cristiane e musulmane, le Ong nella società civile indiana hanno una settimana di tempo (fino al 4 giugno) per leggere, esaminare e proporre modifiche al “Communal Violence Bill”, la proposta di legge che intende contrastare la violenza sulle minoranze etniche e religiose. La legge, approvata di recente dal National Advisory Council (NAC), sarà poi discussa nella sessione estiva dei lavori parlamentari, a luglio prossimo. Il testo di legge, riferiscono a Fides fonti nella società civile, ha generato un vivace dibattito nell’opinione pubblica indiana: da un lato i partiti di opposizione, guidati dal partito nazionalista indù “Bharatiya Janata Party” (BJP), hanno lanciato una virulenta campagna contro la legge, definendola “legge draconiana”, che toglie sovranità agli Stati nazionali a vantaggio del governo centrale, che “creerà squilibrio e tensioni” fra le diverse comunità religiose presenti in India, della quale “facilmente si abuserà”. Il ministro federale per lo Sviluppo delle Risorse umane, Kapil Sibal ha riposto affermando che la United Progressive Alliance (UPA), coalizione al governo, è determinata ad approvare il testo, nonostante le lamentele dell’opposizione: “Vogliamo che i governi dei diversi Stati indiani o i singoli individui siano perseguibili per il genere di episodi avvenuti in passato”, ha detto, riferendosi ai massacri contro i musulmani in Gujarat nel 2002 o contro i cristiani in Orissa nel 2008. Il provvedimento è accolto con favore dalle organizzazioni cristiane e musulmane, e da Ong laiche nella società civile indiana. A Mumbai i membri dell’All India Secular Forum si incontreranno il 30 maggio per redigere delle proposte di modifica, mentre i cristiani hanno avviato uno scambio di pareri a livello ecumenico, per poi incontrarsi a Delhi, agli inizi di giugno, per inviare le proprie osservazioni al NAC. “Il testo è un buon inizio per la protezione del minoranze” dice a Fides Joseph Dias, leader del “Catholic Secular Forum”, che partecipa alle consultazioni in corso. “La bozza di legge è stata più volte modificata ed emendata negli anni scorsi e ora è una buona versione. Il governo centrale deve avere potere di intervento, nei casi di violenza diffusa, in quanto finora si è trovato impotente a fermare episodi gravi di violenza, come in Orissa, Gujarat o Karnataka. Il BJP, d’altro canto, si oppone alla legge perché finora ha avuto le mani libere per coprire i gruppi estremisti indù, autori delle violenze, nei vari stati dove è al governo. In ogni caso sarà fondamentale l’Autorità Nazionale istituita dalla legge, che ne dovrà garantire l’applicazione”, conclude Dias. “Anche se la popolazione di questo Paese da secoli aspetta una legislazione sull’antica questione della violenza intercomunitaria, la proposta di legge dà nuova speranza alla nazione”, rimarca padre Anand Muttungal, portavoce della Chiesa in Madhya Pradesh.







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