Il presidente dei vescovi sudcoreani: dopo Fukushima ripensare alle politiche sul
nucleare
“L’ambiente è un dono del Creatore, è di tutti e per questo va preservato”. Così il
presidente della Conferenza episcopale della Corea del Sud, Peter Kaung U-il, ha scritto
nell’editoriale del numero che verrà pubblicato a luglio della rivista cattolica Kyeong
Hyang. Nell’articolo, intitolato “Riflessione cristiana sull’energia nucleare”, riferisce
AsiaNews, il presule invita a ripensare le politiche sull’energia nucleare per abbracciare
i criteri dell’ecosostenibilità: un compito di approfondimento che compete agli esperti,
certo, ma anche una tematica che deve interessare tutti, visto le conseguenze che
eventuali incidenti possono comportare, come ha dimostrato quanto è avvenuto a Fukushima,
in Giappone, l’11 marzo scorso, vicenda che ha coinvolto da vicino anche la Corea
del Sud. A distanza di due mesi, è la testimonianza del vescovo che pochi giorni fa
ha guidato una delegazione in visita nella diocesi giapponese di Sendai per portare
la colletta dei fedeli sudcoreani, ma anche per riaffermare la vicinanza e l’amicizia
fra i cattolici dei due Paesi, nell’area della centrale resta lo stato d’emergenza.
In caso di incidenti, secondo il presule i costi per il ripristino dell’ecosistema
superano di gran lunga i benefici dell’uso del nucleare e ora la questione più urgente
da affrontare è quella dello smaltimento delle scorie radioattive, la cui conservazione
nel sottosuolo causa inquinamento del terreno e delle acque. (R.B.)