2011-05-27 15:11:45

Vertice del G8: piano di aiuti per i Paesi protagonisti della primavera araba


Secondo e ultimo giorno del G8 a Deauville, in Francia, dove da ieri i grandi del mondo si confrontano sulle emergenze internazionali del momento. Le situazioni di Libia, Siria, Tunisia, Egitto e Medio Oriente i temi centrali della bozza del documento finale del vertice. Marco Guerra:RealAudioMP3

La cosiddetta primavera araba è tema principale sul tavolo del G8. I grandi della terra non si sono limitati ad esprimere il loro appoggio ai movimenti di protesta, ma intendono varare un pacchetto di aiuti e prestiti per 40 miliardi di dollari a favore dei governi che stanno procedendo nella riforma del sistema politico del proprio Paese. A beneficiarne saranno soprattutto Tunisia ed Egitto. I Paesi del Nord Africa si incontreranno prima della fine di giugno per definire i dettagli del programma. Al centro dei lavori anche le crisi in Libia e Siria. Il G8 si dice pronto a “misure” contro il governo siriano di Assad ma non cita possibili azioni al consiglio di sicurezza dell'Onu, come invece ipotizzato in mattinata. I leader delle principali potenze del mondo chiedono inoltre “l'immediata cessazione dell'uso della forza del regime Libico contro i civili” e “sostiene una soluzione politica nel Paese”. Su Gheddafi è stata però ribadita la necessità che se ne vada e la volontà di portare avanti l’intervento militare. Restando sul Medio Oriente, il G8 ha espresso un “forte sostegno” all'appello lanciato dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, perché l'iniziativa di pace tra Israele e Palestina si basi sui confini del 1967, e ha lanciato un appello al rilascio del soldato israeliano Shalit, tenuto prigioniero da Hamas dal 2006. Nel documento finale si parla anche dello sviluppo di Internet e dell’uso etico della rete. Restano invece le distanze sul clima: Stati Uniti, Russia, Giappone e Canada rifiutano un accordo vincolante per ridurre le emissioni di gas serra, da sottoscrivere alla conferenza sul clima in Sud Africa in programma a dicembre.

Dunque, dal G8 viene un forte appoggio alla cosiddetta “primavera araba”. Ma basterà la strategia del finanziamento a garantire democrazia e stabilità in questi Paesi che escono da rivolgimenti sociali e politici epocali? Giancarlo La Vella lo ha chiesto ad Angelo Inzoli, della rivista Popoli:RealAudioMP3

R. – La scelta che è stata fatta rimane quella classica, cioè di creare un fondo che dovrebbe essere erogato attraverso il Fondo Monetario Internazionale. Quindi è il metodo tradizionale della cooperazione e dell’aiuto allo sviluppo per i Paesi emergenti. Quello che si può dire è che forse questo stanziamento arriva in un momento in cui ancora non è stata realizzata una valutazione critica dell’efficacia degli sforzi fatti negli anni precedenti attraverso questo strumento.

D. – Quanto può servire l’esperienza recente con i fallimenti che questa procedura ha avuto, ad esempio in Afghanistan e in Iraq?

R. – Il problema di fondo è che tutte le volte che c’è questo stanziamento di risorse economiche su realtà locali che non sono affidabili, questi soldi, alla fine, non produrranno un grande risultato. Certo, oggi i grandi Paesi sono di fronte ad un grande problema di fondo: il petrolio e la necessità di risorse energetiche, garantire le risorse energetiche nei prossimi 20 anni. E’ chiaro che questa è un’area determinante per questi problemi, però, attraverso queste risorse che vengono erogate si cerca sostanzialmente di controllare questa primavera dei Paesi arabi. Io non so se ce la faranno, perché bisogna anche dire che questa primavera è arrivata senza che, in qualche modo, i grandi Paesi si rendessero conto che pochi si stavano muovendo. Quindi bisognerà vedere come, concretamente, su quali punti e quali settori verranno investiti questi soldi, chi li gestirà e ancora non sappiamo bene, all’interno dei singoli Paesi, quali sono le nuove elite politiche che si stanno costruendo. Ci sono molti problemi. La mia impressione è che attraverso questi aiuti frettolosi, senza che una valutazione del passato sia fatta e senza che ci sia ancora una chiara visione di come andranno le cose, ci sia un tentativo di influenzare politicamente il cambiamento che sta avvenendo. Chiunque andrà al potere dovrà fare i conti con il nostro aiuto. (vv)







All the contents on this site are copyrighted ©.