Nel mondo una persona su 12 ha l’epatite B o C, ma la maggior parte non sa di aver
contratto la malattia. I morti a causa dell’epatite sono ogni anno più di un milione.
Sono inoltre almeno 500 milioni i portatori cronici. Si tratta di un dato 10 volte
superiore rispetto a quello che riguarda i malati di Aids. In Italia sono circa due
milioni gli inconsapevoli portatori di un’epatite. Per sensibilizzare ed eliminare
lo stigma spesso associato a questa malattia, si celebra oggi in Italia la Giornata
nazionale dell’epatite. Sui vari tipi di epatite, ascoltiamo il prof. Antonio Gasbarrini,
ordinario di gastroenterologia dell’Università Cattolica, intervistato da Eliana
Astorri:
R. – Si distingue
tra epatite acuta, quella che viene rapidamente, determina un innalzamento delle transaminasi,
a volte fa diventare gialle le persone, e l’epatite cronica. L’epatite acuta può essere
data da varie cause ma se parliamo di cause virali le principali sono i tre virus
A, B e C dell’epatite. Però, solamente i virus B e C cronicizzano. Infatti, il virus
A in genere è un virus molto poco pericoloso. In buona parte dei casi è possibile
che i virus B e C, invece, non siano eliminati dall’organismo e pertanto vengano a
determinare una forma cronica di infiammazione del fegato, la cosiddetta epatite cronica.
D.
– Quali sono le cause che provocano l’epatite A?
R. – Generalmente,
l’epatite A si può trasmettere solo per via cosiddetta oro-fecale, cioè solamente
- generalmente - per contagio con cibi infetti. Le epatiti B e C si trasmettono per
via parenterale, cioè per contatto con liquidi infetti. Almeno la metà della popolazione
italiana durante la propria vita viene a contatto con il virus A, che è un virus che
dà solo una forma acuta di epatite, non cronicizza mai e non è quasi mai pericoloso.
D.
– Quali sono i sintomi?
R. – I sintomi dell’epatite, in generale, possono
essere nulla, cioè può non esserci alcuna sintomatologia. Spesso l’epatite E passa
inosservata o passa come una banale gastroenterite: un po’ di dolori addominali, un
po’ di diarrea, un po’ di stanchezza. A volte però le epatiti possono anche essere
molto gravi: grande stanchezza, possono far diventare gialle le persone, possono dare
febbre. In alcuni casi poi, fortunatamente molto rari, i virus dell’epatite possono
dare la cosiddetta epatite iperacuta o fulminante, che può essere una malattia anche
mortale.
D. – Però si può prevenire con un vaccino?
R.
– L’epatite A e l'epatite B si possono prevenire con un vaccino. Purtroppo, invece,
per l’epatite C non esiste ancora un vaccino e in questo caso l’unica metodica è essere
molto cauti ed evitare il contatto con liquidi infetti. In Italia si stima che ci
siano 600, 700 mila persone infette da virus B dell’epatite e oltre un milione e mezzo
di persone infette da virus C dell’epatite in maniera cronica: se le sommiamo, superiamo
i due milioni e mezzo di persone, quindi quasi il 5 per cento della popolazione. Anche
l’epatite C, fortunatamente, si può trattare anche se la cura non è efficace come
quella per l’epatite B. Nel 2012, invece, ci sarà una vera e propria rivoluzione,
perché prima sul mercato americano poi su quello europeo, e quindi anche su quello
italiano, arriveranno nuovi farmaci chiamati “inibitori delle proteasi”. Questi farmaci
riusciranno a recuperare tutta una serie di pazienti che non era stato possibile curare
prima con le terapie presenti nel nostro Paese. (bf)