2011-05-27 14:44:11

Egitto: trafficanti uccidono due profughi nel Sinai. Don Zerai chiede l’intervento dell’Ue


Due eritrei di 27 e 19 anni tenuti in ostaggio dai trafficanti nel deserto egiziano del Sinai sono stati uccisi e altri due giovanissimi sono in pericolo di vita. Ne ha dato notizia ieri don Mussie Zerai, il sacerdote eritreo presidente dell’agenzia Habeshia. Le due vittime si aggiungono ad altri due giovani uccisi di recente: un eritreo di 24 anni morto più di 15 giorni fa sotto tortura con scariche elettriche, e un ragazzo etiope di 27 anni morto l'11 maggio a seguito di torture subite nei giorni precedenti. In pericolo di vita sono altri due ragazzi giovani, il più giovane tra gli ostaggi e un ragazzino di 13 anni. “Questo pomeriggio – racconta all'agenzia Sir don Zerai - ho ricevuto una telefonata disperata da alcuni ostaggi eritrei ed etiopi nel Sinai, raccontano il loro dramma di persone tenute in condizioni di schiavitù, costretti a seppellire i loro compagni morti e chiamare parenti e amici per annunciarne la morte e chiedere aiuto in denaro per pagare il riscatto ai predoni che li tengono in ostaggio”. Don Zerai fornisce anche i nomi dei trafficanti: “Il capo banda, che si fa chiamare Aba Abdella, gestiva un gruppo di 35 persone, 17 delle quali sono state vendute ad un altro gruppo. Uno dei fratelli, si fa chiamare Yesuf, tiene in ostaggio 16 persone. L’altro fratello, si fa chiamare Yasir e tiene in ostaggio 15 persone tra cui due minorenni”. Dal 24 novembre 2010 – ricorda don Zerai – “facciamo appello alla Comunità internazionale, in particolare all’Unione Europea per il suo rapporto privilegiato e di vicinanza geografica all’Egitto, Israele, Palestina, perché chieda a questi Paesi di impegnarsi con rigore per la lotta contro il traffico di esseri umani nei territori di confine di questi Paesi”. In questi mesi decine di ostaggi hanno perso la vita nel Sinai per mano dei trafficanti. Il sacerdote chiede, inoltre, alla Commissione europea di attivare l’Interpol “per catturare i trafficanti e loro complici in Sudan, Eritrea, Egitto, Israele, Dubai, e l’Europa. Più tempo passa, più morti ci saranno – denuncia -, non c’è tempo da perdere. Bisogna garantire la protezione ai profughi nei Paesi di transito, non lasciarli in balia dei mercanti di schiavi. L’odioso traffico di esseri umani potrà finire solo se ci sarà la reale volontà di impegnarsi da parte dei Paesi liberi e democratici”. (M.G.)







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