Egitto: trafficanti uccidono due profughi nel Sinai. Don Zerai chiede l’intervento
dell’Ue
Due eritrei di 27 e 19 anni tenuti in ostaggio dai trafficanti nel deserto egiziano
del Sinai sono stati uccisi e altri due giovanissimi sono in pericolo di vita. Ne
ha dato notizia ieri don Mussie Zerai, il sacerdote eritreo presidente dell’agenzia
Habeshia. Le due vittime si aggiungono ad altri due giovani uccisi di recente: un
eritreo di 24 anni morto più di 15 giorni fa sotto tortura con scariche elettriche,
e un ragazzo etiope di 27 anni morto l'11 maggio a seguito di torture subite nei giorni
precedenti. In pericolo di vita sono altri due ragazzi giovani, il più giovane tra
gli ostaggi e un ragazzino di 13 anni. “Questo pomeriggio – racconta all'agenzia Sir
don Zerai - ho ricevuto una telefonata disperata da alcuni ostaggi eritrei ed etiopi
nel Sinai, raccontano il loro dramma di persone tenute in condizioni di schiavitù,
costretti a seppellire i loro compagni morti e chiamare parenti e amici per annunciarne
la morte e chiedere aiuto in denaro per pagare il riscatto ai predoni che li tengono
in ostaggio”. Don Zerai fornisce anche i nomi dei trafficanti: “Il capo banda, che
si fa chiamare Aba Abdella, gestiva un gruppo di 35 persone, 17 delle quali sono state
vendute ad un altro gruppo. Uno dei fratelli, si fa chiamare Yesuf, tiene in ostaggio
16 persone. L’altro fratello, si fa chiamare Yasir e tiene in ostaggio 15 persone
tra cui due minorenni”. Dal 24 novembre 2010 – ricorda don Zerai – “facciamo appello
alla Comunità internazionale, in particolare all’Unione Europea per il suo rapporto
privilegiato e di vicinanza geografica all’Egitto, Israele, Palestina, perché chieda
a questi Paesi di impegnarsi con rigore per la lotta contro il traffico di esseri
umani nei territori di confine di questi Paesi”. In questi mesi decine di ostaggi
hanno perso la vita nel Sinai per mano dei trafficanti. Il sacerdote chiede, inoltre,
alla Commissione europea di attivare l’Interpol “per catturare i trafficanti e loro
complici in Sudan, Eritrea, Egitto, Israele, Dubai, e l’Europa. Più tempo passa, più
morti ci saranno – denuncia -, non c’è tempo da perdere. Bisogna garantire la protezione
ai profughi nei Paesi di transito, non lasciarli in balia dei mercanti di schiavi.
L’odioso traffico di esseri umani potrà finire solo se ci sarà la reale volontà di
impegnarsi da parte dei Paesi liberi e democratici”. (M.G.)