Concluso a Bose l'incontro della Commissione per il dialogo tra cattolici e anglicani
Si è concluso oggi il primo incontro della terza fase di dialogo della Commissione
internazionale anglicana-cattolica (denominata Arcic III) che ha riunito nel Monastero
di Bose, dal 17 maggio, diciotto teologi cattolici e anglicani. La Commissione, presieduta
dal rev. David Moxon (arcivescovo anglicano della Nuova Zelanda) e da mons. Bernard
Longley (arcivescovo cattolico di Birmingham), ha lavorato – si legge in un comunicato
diffuso oggi dalla Comunione anglicana e ripreso dall'agenzia Sir - sul “programma
stabilito da Papa Benedetto XVI e dall'arcivescovo Rowan Williams nel 2006” che richiede
come obiettivo “l’impegno comune a ristabilire la piena comunione nella fede e nella
vita sacramentale”. Obiettivo – si legge nel comunicato – che “essere inteso e perseguito
oggi”. Le discussioni si sono concentrate sui due temi interdipendenti: “La Chiesa
come comunione, locale e universale" e "Come, nella comunione, la Chiesa locale e
universale giunge a discernere il giusto insegnamento etico". Nel comunicato si fa
riferimento al metodo utilizzato in questi giorni di lavoro affermando che “la Commissione
è stata particolarmente aiutato da un approccio di ecumenismo ricettivo, che mira
a compiere progressi ecumenici, imparando dai nostri partner, piuttosto che limitarsi
a chiedere ai nostri partner di imparare da noi”. L’“ecumenismo ricettivo” chiede
“più un esame di coscienza e una conversione interiore che la tensione a convincere
gli altri”. Nel comunicato diffuso oggi a conclusione dei lavori si afferma anche
che “La Commissione si adopererà per sviluppare una comprensione teologica della persona
umana, della società umana” e “ciò fornirà una base da cui partire per esplorare come
il giusto insegnamento etico è determinato a livello universale e locale”. Questo
studio dell’Arcic III si baserà “saldamente sulla Scrittura, sulla Tradizione e sulla
ragione, e si avvarrà dei precedenti lavori della Commissione”. “Si analizzeranno
alcune questioni particolari per chiarire come le nostre due comunioni si approcciano
alle decisioni di tipo morali e come le questioni che sono causa di tensione per gli
anglicani ei cattolici possono essere risolti imparando dagli altri”. La Commissione
conclude il suo comunicato affermando la consapevolezza che “ciò che ci unisce è più
grande di ciò che ci divide”. (R.P.)