Spagna: Messaggio dei vescovi per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali
Le sfide di Internet, l’impegno alla nuova evangelizzazione, il ruolo dei giovani,
il modello del Beato Giovanni Paolo II: sono i quattro punti cardinali sui quali la
Commissione per le Comunicazioni sociali della Conferenza episcopale spagnola (Cemcs)
ha basato il suo Messaggio per la 45.ma Giornata mondiale delle comunicazioni sociali,
in programma il 5 giugno. Intitolato “Promuovere la nuova evangelizzazione nell’era
digitale”, il documento si rifà chiaramente al Messaggio scritto da Benedetto XVI
per l’occasione, sul tema “Verità, annuncio ed autenticità nell’era digitale”. “Le
nuove tecnologie della comunicazione – affermano i vescovi spagnoli – stanno promuovendo
nuove forme di partecipazione civile e politica, in sostanza una nuova cittadinanza
che deve essere illuminata dalla saggezza morale della Dottrina sociale della Chiesa”.
In questo contesto, la Cemcs ricorda il crescente numero di blog sui temi religiosi
e ribadisce che “Internet non può essere una zona franca da considerazioni etiche
o morali sulla comunicazione umana, o una zona esente dalle più elementari norme di
comportamento che regolano i rapporti personali e sociali, basati sulla dignità della
persona e sulla ricerca del bene comune”. Principi fondamentali, continuano i presuli
iberici, che devono guidare anche la carta stampata: per questo, la Chiesa spagnola
appoggia coloro che chiedono ai giornali di non dare spazio ad annunci pubblicitari
a sfondo sessuale, poiché essi “attentato alla dignità della persona, in particolare
della donna”. Quanto alla nuova evangelizzazione, i presuli sottolineano come “la
comunità cattolica necessiti oggi più che mai di mass media e professionisti della
comunicazione con un’inequivocabile identità cattolica, così da restituire alla religione
la giusta presenza nello spazio pubblico”. In questo modo, afferma la Cemcs, “la Chiesa
rafforzerà e attualizzerà il suo significato storico, rappresentando, con varietà
e ricchezza, la cosmovisione cristiana nella pluralità delle offerte attuali”. Di
qui, lo sguardo dei vescovi si rivolge ai giovani, definiti “veri esperti nell’uso
delle nuove tecnologie e della rete Internet”, in quanto nati già nel mondo digitale
e autentici “apostoli” tra i propri amici. Guardando anche all’imminente Giornata
Mondiale della Gioventù, che avrà luogo a Madrid dal 16 al 21 agosto, la Chiesa iberica
ribadisce: “L’adeguato uso dei mass media e specialmente delle nuove tecnologie è
un impegno che esige un’educazione mediatica responsabile che va al di là dell’aspetto
meramente tecnico e che include la formazione su un vero criterio etico”. Si tratta
di una responsabilità che riguarda da vicino i genitori, dicono i vescovi, “soprattutto
oggi che le case sono diventate veri centri di informazioni, in cui bisogna evitare
i pericoli”. Infine, i presuli iberici guardano al Beato Giovanni Paolo II, definito
“un modello eccellente di comunicatore cristiano e un maestro” che ha saputo utilizzare
“un linguaggio comprensibile per l’uomo e la donna di oggi, in cui si coniugavano
parole ed immagini, insegnamenti dottrinali e testimonianza”. Con il suo servizio
al Vangelo, sottolinea la Cemcs, il Beato Wojtyla ha voluto operare per trovare, nei
media, un luogo per Dio, per il Vangelo, per la Chiesa e per la comunicazione sociale.
Infine, l’ultimo paragrafo del Messaggio contiene una preghiera per tutti i giornalisti
morti sul campo “per trasmettere la verità e difendere il diritto all’informazione”
e per tutti gli operatori del settore disoccupati o colpiti dal precariato. (I.P.)