2011-05-26 15:47:16

Spagna: Messaggio dei vescovi per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali


Le sfide di Internet, l’impegno alla nuova evangelizzazione, il ruolo dei giovani, il modello del Beato Giovanni Paolo II: sono i quattro punti cardinali sui quali la Commissione per le Comunicazioni sociali della Conferenza episcopale spagnola (Cemcs) ha basato il suo Messaggio per la 45.ma Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, in programma il 5 giugno. Intitolato “Promuovere la nuova evangelizzazione nell’era digitale”, il documento si rifà chiaramente al Messaggio scritto da Benedetto XVI per l’occasione, sul tema “Verità, annuncio ed autenticità nell’era digitale”. “Le nuove tecnologie della comunicazione – affermano i vescovi spagnoli – stanno promuovendo nuove forme di partecipazione civile e politica, in sostanza una nuova cittadinanza che deve essere illuminata dalla saggezza morale della Dottrina sociale della Chiesa”. In questo contesto, la Cemcs ricorda il crescente numero di blog sui temi religiosi e ribadisce che “Internet non può essere una zona franca da considerazioni etiche o morali sulla comunicazione umana, o una zona esente dalle più elementari norme di comportamento che regolano i rapporti personali e sociali, basati sulla dignità della persona e sulla ricerca del bene comune”. Principi fondamentali, continuano i presuli iberici, che devono guidare anche la carta stampata: per questo, la Chiesa spagnola appoggia coloro che chiedono ai giornali di non dare spazio ad annunci pubblicitari a sfondo sessuale, poiché essi “attentato alla dignità della persona, in particolare della donna”. Quanto alla nuova evangelizzazione, i presuli sottolineano come “la comunità cattolica necessiti oggi più che mai di mass media e professionisti della comunicazione con un’inequivocabile identità cattolica, così da restituire alla religione la giusta presenza nello spazio pubblico”. In questo modo, afferma la Cemcs, “la Chiesa rafforzerà e attualizzerà il suo significato storico, rappresentando, con varietà e ricchezza, la cosmovisione cristiana nella pluralità delle offerte attuali”. Di qui, lo sguardo dei vescovi si rivolge ai giovani, definiti “veri esperti nell’uso delle nuove tecnologie e della rete Internet”, in quanto nati già nel mondo digitale e autentici “apostoli” tra i propri amici. Guardando anche all’imminente Giornata Mondiale della Gioventù, che avrà luogo a Madrid dal 16 al 21 agosto, la Chiesa iberica ribadisce: “L’adeguato uso dei mass media e specialmente delle nuove tecnologie è un impegno che esige un’educazione mediatica responsabile che va al di là dell’aspetto meramente tecnico e che include la formazione su un vero criterio etico”. Si tratta di una responsabilità che riguarda da vicino i genitori, dicono i vescovi, “soprattutto oggi che le case sono diventate veri centri di informazioni, in cui bisogna evitare i pericoli”. Infine, i presuli iberici guardano al Beato Giovanni Paolo II, definito “un modello eccellente di comunicatore cristiano e un maestro” che ha saputo utilizzare “un linguaggio comprensibile per l’uomo e la donna di oggi, in cui si coniugavano parole ed immagini, insegnamenti dottrinali e testimonianza”. Con il suo servizio al Vangelo, sottolinea la Cemcs, il Beato Wojtyla ha voluto operare per trovare, nei media, un luogo per Dio, per il Vangelo, per la Chiesa e per la comunicazione sociale. Infine, l’ultimo paragrafo del Messaggio contiene una preghiera per tutti i giornalisti morti sul campo “per trasmettere la verità e difendere il diritto all’informazione” e per tutti gli operatori del settore disoccupati o colpiti dal precariato. (I.P.)







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