L'auspicio del Papa per “una società più giusta, matura e responsabile”. Nella Basilica
di Santa Maria Maggiore l’affidamento dell’Italia al cuore di Maria
“La fede non è alienazione: sono altre le esperienze che inquinano la dignità dell’uomo
e la qualità della convivenza sociale”. Così il Papa nella Basilica di Santa Maria
Maggiore dove ha presieduto la recita del Santo Rosario, insieme con i vescovi italiani
riuniti in Assemblea generale. Nel 150.mo dell’Unità nazionale, Benedetto XVI e la
Chiesa italiana hanno affidato l’intera nazione a Maria, invocata con i titoli di
Salus Populi Romani e di Mater Unitatis. Il Papa ha auspicato il superamento pregiudiziale
della contrapposizione politica. Il cardinale Bagnasco, presidente della Cei, nel
suo indirizzo di saluto ha parlato di necessità di “un sussulto di responsabilità”
politica “da parte di tutti”. Massimiliano Menichetti:
L’affidamento
a Maria che tutta si è consegnata al Padre, la difesa della vita e della famiglia,
la necessità di superare le pregiudiziali contrapposizioni politiche, il dialogo tra
il Nord e il Sud del Paese, l’auspicio affinché il precariato non sia la regola nel
mondo del lavoro. Sono i principi richiamati dal Papa ai vescovi italiani riuniti
in preghiera nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Benedetto XVI ha ribadito
che l’Italia “celebrando i centocinquant’anni della sua unità politica” “può
essere orgogliosa della presenza e dell’azione della Chiesa”.
"La
fede, infatti, non è alienazione: sono altre le esperienze che inquinano la dignità
dell’uomo e la qualità della convivenza sociale! In ogni stagione storica l’incontro
con la parola sempre nuova del Vangelo è stato sorgente di civiltà, ha costruito ponti
fra i popoli e ha arricchito il tessuto delle nostre città, esprimendosi nella cultura,
nelle arti e, non da ultimo, nelle mille forme della carità".
La
Chiesa ha sottolineato il Papa “non persegue privilegi né intende sostituirsi alle
responsabilità delle istituzioni politiche, è attenta a sostenere i diritti fondamentali
dell’uomo”, rispetta la "legittima laicità dello Stato". In questa prospettiva - ha
proseguito - è il contributo alla costruzione del bene comune. Quindi il richiamo
alla promozione e tutela della "vita umana in tutte le sue fasi" e il sostegno alla
famiglia:
"Questa rimane, infatti, la prima realtà nella quale possono
crescere persone libere e responsabili, formate a quei valori profondi che aprono
alla fraternità e che consentono di affrontare anche le avversità della vita".
E
guardando al mondo del lavoro il Papa rileva le difficoltà ad accedere ad una piena
e dignitosa occupazione chiedendo ogni sforzo possibile per superare il diffuso precariato:
"Mi
unisco, perciò, a quanti chiedono alla politica e al mondo imprenditoriale di compiere
ogni sforzo per superare il diffuso precariato lavorativo, che nei giovani compromette
la serenità di un progetto di vita familiare, con grave danno per uno sviluppo autentico
e armonico della società".
Nella sintesi dell’anniversario dei 150
anni dell’unità d’Italia che “richiama ad una memoria condivisa” e alle sfide della
prospettiva futura, il Papa chiede ai vescovi di incoraggiare le iniziative di formazione
ispirate alla dottrina sociale della Chiesa:
"Non esitate a stimolare
i fedeli laici a vincere ogni spirito di chiusura, distrazione e indifferenza, e a
partecipare in prima persona alla vita pubblica. Incoraggiate le iniziative di formazione
ispirate alla dottrina sociale della Chiesa, affinché chi è chiamato a responsabilità
politiche e amministrative non rimanga vittima della tentazione di sfruttare la propria
posizione per interessi personali o per sete di potere".
Punto
di forza - ha affermato il Pontefice - è il sostegno alla “vasta rete di aggregazioni
e di associazioni che promuovono opere di carattere culturale, sociale e caritativo”.
Poi guardando alla realtà nazionale ha auspicato rinnovate occasioni d’incontro, nel
segno della reciprocità, tra Settentrione e Mezzogiorno:
"Aiutate
il Nord a recuperare le motivazioni originarie di quel vasto movimento cooperativistico
di ispirazione cristiana che è stato animatore di una cultura della solidarietà e
dello sviluppo economico. Similmente, provocate il Sud a mettere in circolo, a beneficio
di tutti, le risorse e le qualità di cui dispone e quei tratti di accoglienza e di
ospitalità che lo caratterizzano".
Ai vescovi ha chiesto di continuare
a coltivare uno spirito di sincera e leale collaborazione con lo Stato. Ed “in una
stagione, nella quale emerge con sempre maggior forza la richiesta di solidi riferimenti
spirituali, sappiate porgere a tutti – ha evidenziato - ciò che è peculiare dell’esperienza
cristiana: la vittoria di Dio sul male e sulla morte, quale orizzonte che getta una
luce di speranza sul presente”.
Benedetto XVI ha poi posto sotto “la
protezione della Mater Unitatis”, la Madre dell’Unità, “tutto il popolo italiano,
perché il Signore gli conceda i doni inestimabili della pace e della fraternità e,
quindi, dello sviluppo solidale”:
"Aiuti le forze politiche a vivere
anche l’anniversario dell’Unità come occasione per rinsaldare il vincolo nazionale
e superare ogni pregiudiziale contrapposizione: le diverse e legittime sensibilità,
esperienze e prospettive possano ricomporsi in un quadro più ampio per cercare insieme
ciò che veramente giova al bene del Paese".
"L’esempio
di Maria – ha concluso - apra la via a una società più giusta, matura e responsabile,
capace di riscoprire i valori profondi del cuore umano”:
"La Madre
di Dio incoraggi i giovani, sostenga le famiglie, conforti gli ammalati, implori su
ciascuno una rinnovata effusione dello Spirito, aiutandoci a riconoscere e a seguire
anche in questo tempo il Signore, che è il vero bene della vita, perché è la vita
stessa".