2011-05-26 14:37:53

Il patriarca latino di Gerusalemme: "primavera araba", segno di maturità dei giovani


La protesta in Medio Oriente e Nord Africa, dunque, non sembra fermarsi: in particolare sono i giovani i protagonisti della cosiddetta “primavera araba”. Ascoltiamo in proposito il patriarca latino di Gerusalemme, mons. Fouad Twal, al microfono di Fabio Colagrande:RealAudioMP3

R. - Questi movimenti sono per me un segno positivo, una dimostrazione di maturità da parte dei giovani. Sono proteste che non hanno un colore politico: non hanno mai utilizzato slogan anti-sionisti o anti-imperialisti. I giovani che sono scesi in piazza volevano solo un cambiamento chiaro e netto: lavorare un po' di più, con più dignità e più rispetto. Senz’altro un fenomeno che va appoggiato da tutti. Dobbiamo tutti essere consapevoli che nessuno Stato, né gli Stati arabi, né Israele, sono immuni da questi cambiamenti. Tutti devono prepararsi, facendo magari qualche gesto concreto prima di ritrovarsi in difficoltà. Ogni Paese, ogni dirigente politico, deve capire che tutti siamo esposti a questo tipo di proteste e che è quindi giusto e consigliabile prendere provvedimenti concreti a favore della gioventù.

D. - Lei ha anche dichiarato, mons. Twal, che i cristiani del Medio Oriente non dovrebbero restare ai margini di questi movimenti. Perché?

R. - Perché siamo parte integrante del nostro popolo: le loro sofferenze sono le nostre e le aspirazioni dei giovani sono le nostre. Inoltre la Chiesa nella storia ha sempre appoggiato i movimenti che chiedono più pace, più dignità, democrazia, libertà di coscienza e di culto. E’ sempre stato il nostro programma. Anzi è per noi rischioso restarne fuori e lasciare che questi cambiamenti avvengano senza l’influenza della Chiesa e dei principi cristiani, che sono principi umani di democrazia e libertà.

D. - Eppure qui in Occidente molti analisti esprimono scetticismo sul possibile esito di questi movimenti, dubitano che portino effettivamente alla democrazia…

R. - Questo scetticismo è un motivo in più per tenere sotto controllo questi movimenti e cercare di favorirli e influenzarli per evitare deviazioni pericolose. Io stesso ammetto di non sapere a cosa condurrà questa ‘primavera araba’. Ciascuno di noi deve sentirsi responsabile affinché questi cambiamenti abbiano per obiettivo il bene di tutti.

D. - Lei non si stanca di chiedere ai cristiani del mondo occidentale più interesse e partecipazione alle vicende dei cristiani del Medio Oriente…

R. - Vorrei che la comunità internazionale, come pure i cristiani dei Paesi occidentali, si sentissero con noi, più responsabili di queste belle, piccole comunità cristiane che sono qui in Medio Oriente. Vorrei che tutti si ricordassero che questa è la loro Chiesa madre, la loro Terra Santa, che qui sono le loro radici. Vorrei che ogni cristiano si sentisse corresponsabile con noi dello sviluppo, della libertà e della dignità di questa piccola comunità cristiana.







All the contents on this site are copyrighted ©.