«Preghiera e istruzione» per preparare la popolazione alla nascita del nuovo Stato
del Sud Sudan: è la nuova iniziativa della diocesi di Rumbek
Nuova iniziativa in corso nella diocesi di Rumbek, in vista dell'indipendenza del
Sud Sudan
«Preghiera e istruzione» per accompagnare il cammino che porterà
il 9 luglio alla nascita del nuovo Stato del Sud Sudan, dopo il referendum del gennaio
scorso che ha visto la maggioranza della popolazione della regione meridionale schierarsi
per l’indipendenza dal Governo di Khartoum. È la nuova iniziativa in corso nella diocesi
di Rumbek, dal titolo «Dieci passi per l’unità in Sud Sudan», che si concluderà in
concomitanza con la celebrazione dell’evento. Dieci settimane di preghiere e di catechesi
sugli insegnamenti sociali della Chiesa — dal 1° maggio al 9 luglio — sono dedicate
all’importante fase di transizione politica e sociale che vive il Paese. «È un momento
di forte attesa per l’evento — spiega a “L’Osservatore Romano” il vescovo di Rumbek,
Cesare Mazzolari — ma anche di tensione e preoccupazione per le continue provocazioni
dei gruppi di ribelli che vogliono impedire l’indipendenza. Per questo abbiamo deciso
di dedicare le prossime settimane all’invocazione dell’unità e della pace, promuovendo
degli incontri d’istruzione con i fedeli nelle nostre parrocchie». Dopo l’iniziativa
«Centouno giorni di preghiera per la riconciliazione in Sudan», promossa dalla Conferenza
episcopale in Sudan — avviata il 21 settembre 2010 e conclusasi il 1° gennaio 2011,
in occasione della Giornata mondiale della pace — dalla diocesi di Rumbek giunge dunque,
rinnovato con forza, l’impegno della Chiesa per garantire che il processo di democratizzazione
che sta vivendo il Paese africano avvenga senza ulteriori sofferenze. Monsignor Mazzolari
spiega che in tutte le comunità dei fedeli si terrà nel mese di maggio, in particolare,
la recita del Rosario per invocare l’unità, oltre alle altre preghiere quotidiane
e alla novena per la Pentecoste. Inoltre, per dieci domeniche consecutive sono proposti
dei temi spirituali che saranno sviluppati nelle omelie durante le messe, con i quali
si offrirà ai fedeli l’opportunità di riflettere sul contributo personale di ciascuno
all’interno della società per la realizzazione del bene comune. I temi proposti sono:
perdono; solidarietà; leadership per la pace; bene comune; guarigione e riconciliazione;
diritti e responsabilità; «farete cose più grandi di me»; sussidiarietà; il popolo
e il rispetto per l’autorità; lavorare e costruire insieme. Sacerdoti, suore e
seminaristi, oltre ai laici, sono coinvolti nell’iniziativa che prevede, come accennato,
anche degli incontri d’istruzione. «Abbiamo organizzato dei gruppi di discussione
all’interno delle parrocchie guidati da religiosi o laici — aggiunge il vescovo di
Rumbek — che coinvolgeranno anche gli anziani dei villaggi, rispettati particolarmente
oltre che dagli abitanti, anche dalle autorità statali, per la loro autorevolezza
sociale». A tale riguardo, specifica il presule, al Consiglio degli anziani è stato
affidato il compito di promuovere la fraternità e il benessere delle comunità parrocchiali.
Dodici sono, invece, i temi scelti per animare le discussioni all’interno dei
gruppi di fedeli e che richiamano gli insegnamenti della dottrina sociale della Chiesa:
dignità umana; diritti e responsabilità; bene comune; solidarietà; opzione preferenziale
per i poveri; sviluppo integrale; sussidiarietà; partecipazione; giustizia; pace;
riconciliazione e tutela del Creato. I gruppi, oltre agli anziani, coinvolgeranno
— in incontri distinti per giorno — soprattutto giovani e donne, quest’ultime rappresentate
dall’associazione Santa Monica. Le discussioni avranno al centro l’individuazione
dei percorsi personali e collettivi che portano a diffondere il valore dell’unità.
Si tratta, conclude, monsignor Mazzolari «di promuovere una nuova evangelizzazione
che si adegui al momento storico che sta attraversando il Sudan». Mentre il Sud
Sudan si prepara alla formalizzazione dell’indipendenza con la celebrazione del 9
luglio, non si placa l’attività dei gruppi ribelli che vogliono ostacolare il processo
di democratizzazione. Il vescovo di Rumbek esprime preoccupazione al nostro giornale:
«Siamo passati dall’euforia della popolazione per la vittoria del sì all’indipendenza
sancita dal referendum, alla tensione crescente del presente. Un senso di smarrimento
e di ansia pervade la gente, perché nuove violenze si aggiungono a quelle del passato».
I ribelli, osserva il presule, «continuano a provocare con gli attacchi, perché vogliono
destabilizzare il Paese e dimostrare che il nuovo Stato del Sud Sudan non sarà capace
di assicurare la propria esistenza». La minaccia dei guerriglieri è confermata anche
dal vescovo di Tombura-Yambio, Edward Hiiboro Kussala. L’attenzione è inoltre per
cosa accadrà nel nord del Sudan da dove nel frattempo migliaia di profughi, soprattutto
cristiani, si stanno allontanando alimentando l’emergenza umanitaria (L’Osservatore
Romano)