Tavola rotonda su “San Clemente a Roma nel contesto della missione dei Santi Cirillo
e Metodio”
I Santi fratelli Cirillo e Metodio - correva l’anno 861 ed erano impegnati in una
missione fra i Kazari in Crimea - indagano sul martirio di Papa Clemente (terzo successore
di san Pietro) colà avvenuto alla fine del primo secolo, pochi anni dopo la sua deportazione
da Roma, raccolgono memorie che vi si erano tramandate, accertano la veridicità di
prodigi connessi, si fanno archeologi, ritrovano a Chersoneso i suoi resti, veneratissime
reliquie, parte delle quali saranno da essi portate a Costantinopoli e poi traslate
a Roma e consegnate al Papa di allora San Niccolò il Grande. Sono venerate ancora
oggi nella Basilica di San Clemente, tra il Colosseo e San Giovanni, così come quelle
di san Cirillo. La testa del Martire fu invece portata a Kiev dal principe Vladimir,
dopo lo storico battesimo suo e del suo popolo; considerata ancor oggi la più importante
reliquia cristiana da quelle genti slave, essendo San Clemente il protettore celeste
della terra di Rus’, è meta di un secolare ininterrotto pellegrinaggio. Ieri promossa
dall’Ambasciatrice di Ucraina presso la Santa Sede, Tetiana Izhevska, il Pontificio
Istituto Orientale ha ospitato nella sua Aula Magna una tavola rotonda su “San Clemente
a Roma nel contesto della missione dei Santi Cirillo e Metodio”, nella ricorrenza
della loro celebrazione liturgica secondo il calendario giuliano, proprio per ricordare
i mille e 150 anni del ritrovamento delle reliquie in Crimea. Ed è stata occasione
per una colta e gioiosa commemorazione ecumenica, di evocazione ed esaltazione delle
radici cristiane dell’Europa, di auspicio e preghiera per la ricomposizione dell’unità
dei cristiani Al saluto agli ospiti del Rettore, padre James McCann, e agli interventi
dell’ambasciatrice Izhevska, del cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio
per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e di mons. Pasquale Iacobone, a nome del
cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura), sono
seguite le relazioni dell’arcivescovo ortodosso Oleksandr Drabynko, vicario del metropolita
di Kiev e capo del dipartimento per le relazioni esterne della Chiesa ortodossa ucraina
– ha tenuto a sottolineare fra l’altro che San Clemente “lega le nostre Chiese e
testimonia i comuni valori cristiani nel mondo d’oggi” – e dell’arcivescovo Cyril
Vasil, già rettore del Pontificio Istituto Orientale e ora segretario della Congregazione
per le Chiese Orientali. La sua dotta e affascinante evocazione della figura di San
Clemente, attraverso il filone storiografico, la sintesi delle tradizioni e dei manoscritti
pervenuti ai nostri tempi, l’evidenza delle sue dimensioni storica, simbolica, diplomatica
ed ecclesiologica, è stata preceduta da una escursione degli studi sui Santi Cirillo
e Metodio, proclamati da Papa Giovanni Paolo II patroni d’Europa e conclusa dall’invocato
“camminare insieme” di cattolici e ortodossi “sulle vie del futuro”. (A cura di
Graziano Motta)