2011-05-25 15:39:30

Tavola rotonda su “San Clemente a Roma nel contesto della missione dei Santi Cirillo e Metodio”


I Santi fratelli Cirillo e Metodio - correva l’anno 861 ed erano impegnati in una missione fra i Kazari in Crimea - indagano sul martirio di Papa Clemente (terzo successore di san Pietro) colà avvenuto alla fine del primo secolo, pochi anni dopo la sua deportazione da Roma, raccolgono memorie che vi si erano tramandate, accertano la veridicità di prodigi connessi, si fanno archeologi, ritrovano a Chersoneso i suoi resti, veneratissime reliquie, parte delle quali saranno da essi portate a Costantinopoli e poi traslate a Roma e consegnate al Papa di allora San Niccolò il Grande. Sono venerate ancora oggi nella Basilica di San Clemente, tra il Colosseo e San Giovanni, così come quelle di san Cirillo. La testa del Martire fu invece portata a Kiev dal principe Vladimir, dopo lo storico battesimo suo e del suo popolo; considerata ancor oggi la più importante reliquia cristiana da quelle genti slave, essendo San Clemente il protettore celeste della terra di Rus’, è meta di un secolare ininterrotto pellegrinaggio. Ieri promossa dall’Ambasciatrice di Ucraina presso la Santa Sede, Tetiana Izhevska, il Pontificio Istituto Orientale ha ospitato nella sua Aula Magna una tavola rotonda su “San Clemente a Roma nel contesto della missione dei Santi Cirillo e Metodio”, nella ricorrenza della loro celebrazione liturgica secondo il calendario giuliano, proprio per ricordare i mille e 150 anni del ritrovamento delle reliquie in Crimea. Ed è stata occasione per una colta e gioiosa commemorazione ecumenica, di evocazione ed esaltazione delle radici cristiane dell’Europa, di auspicio e preghiera per la ricomposizione dell’unità dei cristiani Al saluto agli ospiti del Rettore, padre James McCann, e agli interventi dell’ambasciatrice Izhevska, del cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e di mons. Pasquale Iacobone, a nome del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura), sono seguite le relazioni dell’arcivescovo ortodosso Oleksandr Drabynko, vicario del metropolita di Kiev e capo del dipartimento per le relazioni esterne della Chiesa ortodossa ucraina – ha tenuto a sottolineare fra l’altro che San Clemente “lega le nostre Chiese e testimonia i comuni valori cristiani nel mondo d’oggi” – e dell’arcivescovo Cyril Vasil, già rettore del Pontificio Istituto Orientale e ora segretario della Congregazione per le Chiese Orientali. La sua dotta e affascinante evocazione della figura di San Clemente, attraverso il filone storiografico, la sintesi delle tradizioni e dei manoscritti pervenuti ai nostri tempi, l’evidenza delle sue dimensioni storica, simbolica, diplomatica ed ecclesiologica, è stata preceduta da una escursione degli studi sui Santi Cirillo e Metodio, proclamati da Papa Giovanni Paolo II patroni d’Europa e conclusa dall’invocato “camminare insieme” di cattolici e ortodossi “sulle vie del futuro”. (A cura di Graziano Motta)







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