Costa d’Avorio. Amnesty: crimini da tutte le fazioni. Appello della Chiesa alla riconciliazione
“Tutte le parti coinvolte nel conflitto hanno commesso crimini di guerra e contro
l’umanità” nelle violenze successive all’elezione presidenziale contestata di novembre
2010: lo afferma l’organizzazione per i diritti umani ‘Amnesty International’ in un
dettagliato rapporto, diffuso oggi, sugli ultimi sei mesi di crisi ivoriana. “Centinaia
di persone sono state uccise illegalmente, spesso su criteri di appartenenza etnica
o di presunta affiliazione politica”. “Donne e adolescenti – si legge nel rapporto
- sono state vittime di violenze sessuali e stupri, e centinaia di migliaia di persone
sono state costrette a fuggire verso altre zone della Costa d’Avorio o in altri Paesi,
come la Liberia”. L’organizzazione umanitaria – riferisce l’agenzia Misna - ha raccolto
numerose testimonianze di vittime di violenze, commesse sia dai partigiani dell’ex
presidente Laurent Gbagbo, sia dalle forze armate del neo presidente Alassane Dramane
Ouattara. In questo drammatico scenario – spiega all’agenzia Fides don Alphonse N’Guessan
N’Guessan, direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (Pom) della Costa
d’Avorio - “la priorità come Chiesa è la riconciliazione delle persone”. “Le violenze
– aggiunge - hanno lasciato molto rancore nella popolazione, come si può vedere dagli
atti di vandalismo commessi anche da persone comuni. Sono ferite profonde nell’animo
delle persone che devono essere curate”. “Come Pom abbiamo deciso di dedicare quest’anno
e tutto il 2012 alla riconciliazione nazionale, all’insegna del motto ‘vivere insieme’
Una prima iniziativa è prevista per la seconda settimana di settembre, con un incontro
di 3 giorni dedicato ai bambini e intitolato ‘Imparare a vivere insieme’. Questo incontro,
che si terrà in 7 città del Paese, vuole incoraggiare la spirito di tolleranza e di
comunione e l’amore verso il prossimo” spiega il direttore nazionale delle Pom”. Don
N’Guessan ricorda infine che “i danni materiali provocati dagli scontri sono pesanti,
specie nei quartieri di Abidjan dove i combattimenti sono stati molto intensi, come
Abobo, Yopougon e Plateau”. Ai danni materiali si aggiunge la disperazione della popolazione
perché, come sottolinea don N’Guessan, “diverse attività economiche sono state distrutte
o danneggiate e molte persone hanno perso il lavoro. Un dramma che va moltiplicato
per altre decine di persone, dato che uno stipendio serve spesso a mantenere famiglie
numerose. C’è infine il problema - conclude don N'Guessan - degli sfollati interni
(alcuni dei quali sono accolti dalle strutture della Chiesa) e dei rifugiati nei Paesi
limitrofi (Liberia, Ghana), che fanno fatica a rientrate in Costa d’Avorio perché
la loro casa è andata distrutta ma anche perché temono vendette e rappresaglie”. (A.L.)