2011-05-25 14:51:57

Costa d’Avorio. Amnesty: crimini da tutte le fazioni. Appello della Chiesa alla riconciliazione


“Tutte le parti coinvolte nel conflitto hanno commesso crimini di guerra e contro l’umanità” nelle violenze successive all’elezione presidenziale contestata di novembre 2010: lo afferma l’organizzazione per i diritti umani ‘Amnesty International’ in un dettagliato rapporto, diffuso oggi, sugli ultimi sei mesi di crisi ivoriana. “Centinaia di persone sono state uccise illegalmente, spesso su criteri di appartenenza etnica o di presunta affiliazione politica”. “Donne e adolescenti – si legge nel rapporto - sono state vittime di violenze sessuali e stupri, e centinaia di migliaia di persone sono state costrette a fuggire verso altre zone della Costa d’Avorio o in altri Paesi, come la Liberia”. L’organizzazione umanitaria – riferisce l’agenzia Misna - ha raccolto numerose testimonianze di vittime di violenze, commesse sia dai partigiani dell’ex presidente Laurent Gbagbo, sia dalle forze armate del neo presidente Alassane Dramane Ouattara. In questo drammatico scenario – spiega all’agenzia Fides don Alphonse N’Guessan N’Guessan, direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (Pom) della Costa d’Avorio - “la priorità come Chiesa è la riconciliazione delle persone”. “Le violenze – aggiunge - hanno lasciato molto rancore nella popolazione, come si può vedere dagli atti di vandalismo commessi anche da persone comuni. Sono ferite profonde nell’animo delle persone che devono essere curate”. “Come Pom abbiamo deciso di dedicare quest’anno e tutto il 2012 alla riconciliazione nazionale, all’insegna del motto ‘vivere insieme’ Una prima iniziativa è prevista per la seconda settimana di settembre, con un incontro di 3 giorni dedicato ai bambini e intitolato ‘Imparare a vivere insieme’. Questo incontro, che si terrà in 7 città del Paese, vuole incoraggiare la spirito di tolleranza e di comunione e l’amore verso il prossimo” spiega il direttore nazionale delle Pom”. Don N’Guessan ricorda infine che “i danni materiali provocati dagli scontri sono pesanti, specie nei quartieri di Abidjan dove i combattimenti sono stati molto intensi, come Abobo, Yopougon e Plateau”. Ai danni materiali si aggiunge la disperazione della popolazione perché, come sottolinea don N’Guessan, “diverse attività economiche sono state distrutte o danneggiate e molte persone hanno perso il lavoro. Un dramma che va moltiplicato per altre decine di persone, dato che uno stipendio serve spesso a mantenere famiglie numerose. C’è infine il problema - conclude don N'Guessan - degli sfollati interni (alcuni dei quali sono accolti dalle strutture della Chiesa) e dei rifugiati nei Paesi limitrofi (Liberia, Ghana), che fanno fatica a rientrate in Costa d’Avorio perché la loro casa è andata distrutta ma anche perché temono vendette e rappresaglie”. (A.L.)







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