2011-05-25 15:02:05

All'insegna del dialogo e dell'amicizia la Settimana della cultura islamica a Roma


Ha preso il via ieri ufficialmente con un incontro alla Grande Moschea di Roma sul tema “Religioni e Democrazia”, la Settimana della cultura islamica. Si tratta come ha sottolineato il sindaco della capitale Alemanno di una prima assoluta che ha lo scopo di approfondire il dialogo fra popoli e tradizioni religiose diverse, ma soprattutto far conoscere l’Islam abbattendo i muri del pregiudizio e dell’ignoranza. Tante le personalità a confronto, tanti gli eventi in calendario: spettacoli, musica e letteratura, mostre fotografiche e cinema. Il servizio di Cecilia Seppia:RealAudioMP3

Roma al centro del dialogo interreligioso, Roma foro di amicizia e cooperazione, laboratorio di scelte ed iniziative che tracciano il cammino verso una coesistenza pacifica. Tante le tematiche affrontate in questa settimana dedicata alla cultura islamica ma il focus, dettato dalla cronaca internazionale è sul Mediterraneo e sui Paesi arabi segnati dalle rivolte popolari, spesso cruente, che mirano a chiedere il cambiamento dei governi esistenti. Che rapporto c’è e ci deve essere tra religione e democrazia? Abd al Wahid Pallavicini, presidente della Coreis, la Comunità religiosa islamica italiana:

R. - La democrazia è un’ideologia razionale, riconosciuta, accettata, ma la religione è un’altra cosa. La religione viene da Dio, non l’hanno costruita gli uomini, non è un’ideologia socio-politica, non c'è opposizione tra religione e democrazia, la democrazia è un governo del popolo, ma deve ispirarsi a una fede.

Tenere in piedi un sistema democratico nutrito da valori come il rispetto dell’altro, la solidarietà, la condivisione non può che far bene a qualunque Stato. Lì dove c’è dittatura dice il ministro per gli Affari religiosi della Tunisia Laroussì el Mizuri, lì dove viene inibito un diritto come quello di professare liberamente il proprio credo, il popolo cerca democrazia e si batte per essa. Queste le sue parole:

R. - La rivoluzione è contro la dittatura, e la religione riafferma l’invito alla democrazia. La democrazia permette ai tunisini islamici di vivere insieme e di trovare una soluzione con gli altri Paesi per vivere insieme. Il momento è propizio.

Fondamentale al dialogo ancora una volta il superamento di pregiudizi e stereotipi, la volontà di trovare ricchezza lì dove c’è diversità. Mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo:

R. - Credo che i luoghi comuni sono i nemici più agguerriti della verità. Nei confronti dell’Islam credo che il mondo occidentale sia molto condizionato dalla poca conoscenza. Queste occasioni rimuovono certi muri di diffidenza e consentono di accostarsi a queste realtà diverse, cogliendo gli aspetti che accomunano le diverse esperienze religiose. Quindi, ognuno deve guardare all’altro da una prospettiva di incontro, cercando ciò che ci accomuna, e non quello che può dividerci.

Sulla stessa linea il Rabbino capo di Roma, Riccardo di Segni che invita a prendere coscienza della responsabilità che le religioni hanno in ogni società ed esorta cittadini e fedeli a lavorare insieme per una sana gestione della cosa pubblica.(ma)







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