2011-05-24 08:15:05

Tensione tra Nord e Sud Sudan dopo l’invasione della regione di Abyei da parte delle truppe di Khartoum


Torna a crescere la tensione in Sud Sudan, dopo l’invasione da parte dell’esercito di Khartoum della regione petrolifera dell’Abyei. La missione delle Nazioni Unite nel Paese riferisce che incendi e saccheggi sono all’ordine del giorno in tutta la zona. Migliaia di civili sono in fuga verso il Sud. Abyei, ricca area petrolifera tra il Nord e il Sud Sudan, è una delle principali zone di tensione dalla fine ufficiale della guerra civile nel 2005. Il servizio di Giulio Albanese: RealAudioMP3

La regione contesa dell’Abyei è sempre stata considerata un’area particolarmente calda da parte degli analisti internazionali, tanto da essere esclusa dalla consultazione popolare sull’indipendenza del gennaio scorso. Infatti, secondo gli accordi di pace, il destino dell’Abyei dovrebbe venire deciso con un nuovo referendum. Sulle conseguenze della crisi, Stefano Leszczynski ha intervistato Davide Berruti, responsabile dell’Ong Intersos in Sud Sudan: RealAudioMP3

R. – Probabilmente non ci si aspettava un’iniziativa così aggressiva da parte del Nord, anche se c’erano i segnali. Le tensioni nelle regioni di Abyei e in quelle immediatamente vicine, come nel Jonglei, si sono fatte sentire in maniera abbastanza forte nelle settimane scorse. Sono sicuramente in aumento, ma non ci spettavamo questo tipo di reazione.

D. – Anche perché le emergenze relative al conflitto di una guerriglia per il momento possono avere ricadute veramente pesanti e pericolose per migliaia di persone in quell’area...

R. – Assolutamente sì. Nel Jonglei, la regione dove siamo presenti, nelle scorse settimane sono aumentati a dismisura gli attacchi tra le diverse fazioni, tra i gruppi etnici, che è un problema annoso del Sud Sudan. Man mano che ci avviciniamo al 9 luglio, giorno dell’indipendenza, la tensione cresce. Il numero di persone vittime di queste violenze attualmente sono ancora contenuti, ma non possiamo conoscerli.

D. – La questione centrale è, comunque, quella del controllo delle risorse petrolifere...

R. – Assolutamente! D’altra parte, se non fosse così l'Abyei sarebbe una regione come tutte le altre, rientrata nel Cpa con uno status già definito. Se non lo è, è proprio perché è la regione che interessa più di tutte. Quindi, dubito che il Nord se la faccia portar via.

D. – Possiamo dire che, vista la situazione in quell’area, gli accordi di pace sono un qualcosa a cui rimanere "aggrappati con le unghie e con i denti" per evitare il caos...

R. – Assolutamente sì. Anche nel nostro lavoro, che facciamo con la popolazione, con i rifugiati, con gli sfollati e le popolazioni locali, con le nostre associazioni partner e le comunità con cui operiamo, sicuramente quello della pace è un valore aggiunto, che è sempre presente in ogni nostra azione, e nel sopperire alle necessità primarie della popolazione, cerchiamo di trasmettere questo valore in ogni maniera, in ogni parola e in ogni nostro gesto. (ap)










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