La Chiesa prega per i cattolici in Cina. La riflessione di padre Lazzarotto del
Pime
Nella memoria liturgica di Maria Aiuto dei Cristiani, venerata con particolare devozione
nel Santuario di Sheshan a Shanghai, la Chiesa universale, su invito del Papa, si
unisce alla preghiera della Chiesa che è in Cina. La Giornata mondiale di preghiera
per i cattolici cinesi è stata stabilita dal Pontefice nel 2007. L'anno successivo,
Benedetto XVI ha scritto una preghiera alla Madonna di Sheshan per la Giornata. Mercoledì
scorso, all’udienza generale, il Papa ha ribadito quanto la preghiera sia importante
per mostrare vicinanza e affetto ai fedeli del grande Paese asiatico. Il servizio
di Alessandro Gisotti:
Una preghiera
per l’unità: i cattolici di tutto il mondo sono chiamati dal Papa ad unirsi spiritualmente
ai fedeli cinesi. Una preghiera nel segno di Maria, venerata con devozione da un secolo
e mezzo nel Santuario cinese di Sheshan, il più grande edificio cattolico dell’Asia
orientale. La Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina è stata stabilita da Benedetto
XVI nel 2007, nella storica Lettera ai cattolici cinesi. Il Papa ha ribadito l’importanza
di questa iniziativa all’udienza generale di mercoledì scorso:
“La
Chiesa in Cina, soprattutto in questo momento, ha bisogno della preghiera della Chiesa
universale. Invito, in primo luogo, tutti i cattolici cinesi a continuare e a intensificare
la propria preghiera, soprattutto a Maria, Vergine forte. Ma anche per tutti i cattolici
del mondo pregare per la Chiesa che è in Cina deve essere un impegno: quei fedeli
hanno diritto alla nostra preghiera, hanno bisogno della nostra preghiera”.
Dagli
Atti degli Apostoli, ha detto il Papa, sappiamo che, “quando Pietro era in carcere,
tutti hanno pregato con forza e hanno ottenuto che un angelo lo liberasse”. Anche
noi, ha soggiunto, siamo dunque chiamati a fare lo stesso. “Preghiamo intensamente,
tutti assieme, per questa Chiesa, fiduciosi che - sono state le parole del Papa -
con la preghiera, possiamo fare qualcosa di molto reale per essa”:
“I
cattolici cinesi, come hanno detto molte volte, vogliono l’unità con la Chiesa universale,
con il Pastore supremo, con il Successore di Pietro. Con la preghiera possiamo ottenere
per la Chiesa in Cina di rimanere una, santa e cattolica, fedele e ferma nella dottrina
e nella disciplina ecclesiale. Essa merita tutto il nostro affetto”.
Il
Papa non ha mancato di ricordare che in Cina ci sono vescovi “che soffrono e sono
sotto pressione nell’esercizio del loro ministero episcopale”. A loro e a tutti i
cattolici che incontrano difficoltà, ha detto, “esprimiamo la nostra vicinanza”. Un
invito alla preghiera raccolto con gioia dai cristiani di tutto il mondo. Pregano,
in particolare, per i fratelli cinesi, i cristiani di Terra Santa come quelli di Taiwan.
Iniziative di preghiera anche da parte dei cinesi residenti in Italia.
In
questo periodo, riferisce l’agenzia Fides, si sono svolti numerosi pellegrinaggi a
Santuari mariani cinesi e sono state consacrate nuove chiese. Un cammino intenso che
porta alla Giornata di preghiera voluta dal Pontefice. Su questo evento e il suo significato
per la vita della Chiesa cinese, Alessandro Gisotti ha chiesto una riflessione
al sinologo padre Angelo Lazzarotto, missionario del Pontificio Istituto Missioni
Estere (Pime):
R. – E’ una
richiesta che il Santo Padre ha fatto già alcuni anni fa, che quindi non si riferiva
tanto al momento che stiamo vivendo oggi, ma che ha un valore molto vasto, molto completo.
Tuttavia, direi che è specificamente, particolarmente importante oggi, alla luce dei
problemi sui rapporti tra la Chiesa che vive in Cina e la Chiesa universale. Per cui
è un momento molto delicato, di grande ansietà per molti cattolici. Quindi, la richiesta
del Santo Padre è molto opportuna, specialmente in quest’anno.
D. –
Nella preghiera scritta dal Papa alla Vergine di Sheshan si chiede in
particolare ai cattolici di Cina di mantenersi “uniti alla roccia di Pietro”. Questa
è proprio una preghiera per l’unità, per la comunione...
R. – Certo,
lui stesso compose, in occasione della richiesta di pregare in questa giornata di
maggio, una preghiera a Nostra Signora di Sheshan. Il Papa si preoccupa
che i cattolici non siano causa di divisione, ma di armoniosa convivenza. Nella preghiera
chiedeva: “Dona ai tuoi figli la capacità di discernere, in ogni situazione, pure
la più buia, i segni della presenza amorosa di Dio”, quindi un momento di fiducia.
D.
– Da un secolo e mezzo, Sheshan è un luogo fondamentale per la Chiesa
in Cina. Può dirci qualcosa su questo santuario mariano?
R. – Sheshan
è una piccola collina, alta non più di 100 metri sul livello del mare. Si trova ad
una quarantina di km a sud-ovest di Shangai. Da 150 anni circa è meta di pellegrinaggi
e lungo il suo pendio, per salire, c’è una Via Crucis. Il Santuario, dedicato a Maria
Aiuto dei Cristiani, è stato costruito nel 1871 e l’attuale Basilica è stata invece
completata nel secolo scorso, nel 1935. Poi all’epoca di Mao, e specialmente durante
la Rivoluzione culturale, è stata devastata come tante altre chiese e ha potuto essere
riaperta solo nel 1981, diventando subito una meta di pellegrinaggi anche da altre
parti della Cina. Il governo ha sviluppato l’area di Sheshan ultimamente
come luogo di diporto, scoraggiando, se non proibendo pellegrinaggi religiosi. Anche
quest’anno, i pellegrinaggi sono limitati alla diocesi di Shangai e c’è stata dunque
difficoltà nel permettere a tanti fedeli che volevano andare a Sheshan.
D.
– La spiritualità mariana è presente, è forte, è radicata in Cina?
R.
– Sì, ci sono anche altri santuari in varie province che sono molto frequentati: offrono
momenti e punti di rafforzamento della fede. E’ una devozione che è diffusa e che
è molto presente: Maria è considerata la Patrona, la Regina della Cina. (ap)