2011-05-24 14:57:16

Irlanda. Incontro Chiesa-autorità civili: "Impegnarsi reciprocamente nel dialogo"


“Impegnarsi reciprocamente in un dialogo trasparente e regolare che conduca verso l’unità”: così il Primate d’Irlanda e arcivescovo di Armagh, Seán Baptist Brady ha parlato all’assemblea riunita a Dublino in occasione dell’incontro annuale della Chiesa con le autorità governative, un appuntamento che si rinnova ogni anno dal 2007. L’obiettivo di queste riunioni, in conformità con l’articolo 17 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, è contribuire a rafforzare la collaborazione tra i leader delle istituzioni civili e di quelle religiose al fine del bene comune della nazione. Nell’articolo in questione, in particolare, si legge che delle comunità di fede come delle organizzazioni non confessionali, l’Ue “riconosce l’identità e il contributo specifico” e con esse “mantiene un dialogo aperto, trasparente e regolare”. Secondo il presule, in Irlanda emerge la volontà delle coscienze di reagire di fronte alle difficili condizioni di natura sociale e morale: “Intravediamo anche il desiderio di un nuovo modo di fare le cose – ha osservato – di esprimere la fede e di trattare le divergenze e le tensioni che inevitabilmente fanno parte di una società diversificata e pluralista”. In occasione delle ultime elezioni politiche nel Paese, i vescovi irlandesi hanno pubblicato un messaggio dal titolo “Dalla crisi alla speranza: lavorare per raggiungere il bene comune” in cui già auspicavano un lavoro comune su questione d’interesse condiviso: “Ci sono tanti valori che condividiamo e che danno l’anima al Paese come il nostro rispetto per l’innata dignità di ogni persona e il diritto inviolabile alla vita – ha aggiunto il cardinale Brady – dobbiamo lavorare insieme per proteggere la nostra società da coloro che cercano di negare il diritto alla vita per gli altri in qualsiasi modo”. Infine il problema della secolarizzazione della società irlandese è stato sottolineato anche dall’arcivescovo di Dublino e vicepresidente della Conferenza episcopale locale, mons. Diarmuid Martin in un recente viaggio negli Usa: “Impegnarsi cristianamente – ha detto – significa sporcarsi i piedi e le scarpe”. (R.B.)







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