Irlanda. Incontro Chiesa-autorità civili: "Impegnarsi reciprocamente nel dialogo"
“Impegnarsi reciprocamente in un dialogo trasparente e regolare che conduca verso
l’unità”: così il Primate d’Irlanda e arcivescovo di Armagh, Seán Baptist Brady ha
parlato all’assemblea riunita a Dublino in occasione dell’incontro annuale della Chiesa
con le autorità governative, un appuntamento che si rinnova ogni anno dal 2007. L’obiettivo
di queste riunioni, in conformità con l’articolo 17 del Trattato sul funzionamento
dell’Unione europea, è contribuire a rafforzare la collaborazione tra i leader delle
istituzioni civili e di quelle religiose al fine del bene comune della nazione. Nell’articolo
in questione, in particolare, si legge che delle comunità di fede come delle organizzazioni
non confessionali, l’Ue “riconosce l’identità e il contributo specifico” e con esse
“mantiene un dialogo aperto, trasparente e regolare”. Secondo il presule, in Irlanda
emerge la volontà delle coscienze di reagire di fronte alle difficili condizioni di
natura sociale e morale: “Intravediamo anche il desiderio di un nuovo modo di fare
le cose – ha osservato – di esprimere la fede e di trattare le divergenze e le tensioni
che inevitabilmente fanno parte di una società diversificata e pluralista”. In occasione
delle ultime elezioni politiche nel Paese, i vescovi irlandesi hanno pubblicato un
messaggio dal titolo “Dalla crisi alla speranza: lavorare per raggiungere il bene
comune” in cui già auspicavano un lavoro comune su questione d’interesse condiviso:
“Ci sono tanti valori che condividiamo e che danno l’anima al Paese come il nostro
rispetto per l’innata dignità di ogni persona e il diritto inviolabile alla vita –
ha aggiunto il cardinale Brady – dobbiamo lavorare insieme per proteggere la nostra
società da coloro che cercano di negare il diritto alla vita per gli altri in qualsiasi
modo”. Infine il problema della secolarizzazione della società irlandese è stato sottolineato
anche dall’arcivescovo di Dublino e vicepresidente della Conferenza episcopale locale,
mons. Diarmuid Martin in un recente viaggio negli Usa: “Impegnarsi cristianamente
– ha detto – significa sporcarsi i piedi e le scarpe”. (R.B.)