Iraq: dopo l'assassinio di un giovane cristiano mons. Sako chiede più sicurezza
L'assassinio la settimana scorsa in Iraq di un giovane cristiano, secondo l’arcivescovo
caldeo dii Kirkuk, mons. Louis Sako “ha riaperto vecchie ferite e rianimato le paure”.
Il presule, riporta il Sir, faceva riferimento, parlando all'organizzazione Aiuto
alla Chiesa che soffre, all’assassinio di un operaio cristiano di 29 anni, Ashur Yacoub
Issa. L’uomo, che lascia tre figli, era scomparso nella notte tra il 13 e il 14 maggio.
Di fronte all’impossibilità della famiglia di pagare il riscatto richiesto, i rapitori
hanno ucciso il giovane: il suo corpo, decapitato e con segni di torture, è stato
ritrovato a Kirkuk due giorni dopo. Mons. Sako, che nei giorni scorsi aveva incontrato
i familiari del rapito e aveva pregato con loro, si è anche rivolto alla polizia.
Alle forze dell’ordine ha chiesto di fare “di tutto per proteggere la vita dei cittadini
e la loro proprietà”. E’ necessario - ha aggiunto - che l’Iraq trovi presto il coraggio
di affrontare i suoi problemi fondamentali: l’unità, la distribuzione delle risorse,
la riconciliazione, la sicurezza e le contraddizioni della nuova, ancorché buona,
costituzione”. (D.M.)