Sacerdote cattolico lancia l’allarme su un gruppo di profughi eritrei ed etiopici
in ostaggio nel Sinai
Don Mussi Zerai, presidente dell’agenzia Habeshia, denuncia la grave situazione in
cui si trova un gruppo di 9 persone di nazionalità eritrea ed etiopica che da 11 mesi
sono tenuti in ostaggio nell’area del Sinai, in Egitto. Il gruppo, all’interno del
quale ci sono un ragazzino di 15 anni e un uomo di 62, era originariamente molto più
numeroso, riferisce il sacerdote al Sir, ma nel corso di questi mesi in 12 sono morti
a causa delle torture subite: molti, infatti, sono stati sottoposti a scariche elettriche,
l’ultimo, deceduto circa una settimana fa, era un giovane di 24 anni. Il prete ha
parlato al telefono con alcuni di loro, che affermano di trovarsi in mezzo a un frutteto
e ad alcune case, vicino al confine con Israele. Gli ostaggi sono stati venduti ai
predoni da un uomo eritreo in Sudan, noto con il nome di Yohannes (Wedi Batsié) che
finge di dare ospitalità ai connazionali smarriti o poveri di risorse e che ha buoni
rapporti con i trafficanti di etnia Rashiaida. Don Zerai ha lanciato un appello alle
autorità chiedendo loro uno sforzo maggiore per cancellare il traffico umano dai loro
territori, soprattutto a Egitto e Sudan. (R.B.)