2011-05-21 15:26:25

Conclusa a Montevideo la plenaria del Celam. Il bilancio del cardinale Odilo Scherer


Gli oltre 300 vescovi partecipanti alla 33.ma Assemblea generale del Consiglio episcopale latinomericano (Celam), hanno terminato ieri a Montevideo, in Uruguay, i lavori della plenaria, che hanno visto anche la partecipazione del cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi e presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina. L’inviato della Radio Vaticana, Silvonei Protz, ha intervistato per un bilancio il cardinale Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo del Brasile:RealAudioMP3

R. – Un bilancio direi molto positivo. Da questa assemblea noi usciamo con un documento importante, che fissa le linee direttrici per l’evangelizzazione in Brasile per i prossimi quattro anni. Noi abbiamo puntato molto sulla questione della trasmissione della fede e della formazione cristiana: la fede non si trasmette automaticamente, bisogna fare tutto un lavoro mirato, metodico di iniziazione alla vita cristiana, perché il cristiano venga fuori da un processo perseverante di evangelizzazione e di coltivazione della fede. Inoltre, da questa assemblea plenaria emerge anche una nuova guida per la Conferenza episcopale nei prossimi quattro anni, con un nuovo presidente nella persona del cardinale Raymundo Damasceno Assis, arcivescovo di Aparecida, poi con il nuovo vice presidente, il nuovo segretario generale e i nuovi presidenti delle Commissioni episcopali e pastorali. Quindi, il volto della conferenza esce abbastanza rinnovato.

D. – Durante i lavori, i vescovi brasiliani hanno sperimentato un clima di unità, di serenità e anche la gioia di pregare insieme...

R. – Sì, infatti questi sono alcuni degli aspetti che sono propri della nostra assemblea. Noi preghiamo insieme, preghiamo tanto. E poi è bello vedere più di 300 vescovi cantare le Lodi, i Vespri, celebrare la Messa insieme. Devo dire che i pellegrini convenuti il sabato e la domenica per la Messa in basilica, vedendo tutti i vescovi per la celebrazione, avevano le lacrime agli occhi e dicevano: “Quanto è bella la nostra Chiesa”. E questo è importante come testimonianza per confermare nella fede la nostra gente, che tante volte si sente alquanto oppressa dal proselitismo di alcuni gruppi, che vogliono ad ogni costo far credere ai nostri cattolici più semplici che la Chiesa è in errore. Invece, stando insieme, la testimonianza aiuta a confermare la fede, a rincuorare la nostra gente con fermezza, in modo che anche loro si sentano più sicuri. (ap)







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