Centenario dell’evangelizzazione del Nord Uganda. Il vescovo di Lira: viviamo la ricostruzione
Le diocesi di Gulu e Lira, nel nord dell’Uganda, celebrano il centenario della loro
evangelizzazione, mentre la situazione della popolazione, già colpita da violenze,
sta lentamente tornando alla normalità. “La fase che stiamo vivendo – dice all'agenzia
Fides il vescovo di Lira, mons. Giuseppe Franzelli – è quella della ricostruzione”.
Anche Lira, infatti, ha dovuto subire le violenze dei guerriglieri raccolti nel cosiddetto
Esercito di liberazione del Signore (Lord Resistance Army, Lra). “Tra gli episodi
più gravi ricordo l’assalto alla scuola femminile di Aboke, nell’ottobre 1996”, spiega
il vescovo. In quell’occasione, 139 ragazze furono rapite dai ribelli. Grazie ad una
religiosa, Suor Rachele Fassera, 109 ritrovarono la libertà, e altre fuggirono dalla
prigionia negli anni successivi. “La penultima – ricorda mons. Franzelli – l’ho raccolta
io, aveva un bambino avuto da Joseph Kony, il capo dell’Lra. Le violenze dei guerriglieri
avevano anche costretto alla fuga parte della popolazione, come a Gulu. “Dentro e
intorno alla città di Lira – spiega il Vescovo – vi erano 16 campi per sfollati interni,
al punto che la popolazione della città era cresciuta di 200 mila persone. Con la
fine delle incursioni dell’Lra nella zona, dichiara però il presule “la gente è tornata
a casa”. Sui circa 2 milioni di abitanti della diocesi, 1 milione e 86 mila sono cattolici.
Per assisterli, ci sono 19 missionari comboniani (di cui 17 sacerdoti) e 12 religiose
dello stesso ordine. Per quanto riguarda il clero locale “attualmente vi sono 45
sacerdoti diocesani, più due ‘Apostoli di Gesù’ una congregazione fondata da alcuni
padri comboniani”, dichiara il vescovo. A questi si aggiungono due congregazioni locali,
tra cui quella delle Missionary Sisters of Mary Mother of the Church: ne fanno parte
270 religiose che operano anche nel resto dell’Uganda, in Kenya, in Tanzania e in
Sud Sudan. Le parrocchie della diocesi sono 18, “un numero insufficiente”, ammette
lo stesso mons. Franzelli, che precisa “con il clero attuale non posso permettermi
di aprirne altre”. “Le mille cappelle della diocesi – specifica – sono rette grazie
a circa 1200 catechisti laici”. Per quanto riguarda la celebrazione del centenario,
il presule ricorda: “Oggi concludiamo il secondo Sinodo arcidiocesano di Gulu. Se
Sinodo significa ‘cammino insieme’ – prosegue – mi viene in mente che 100 anni fa,
nel 1911 quando i primi missionari comboniani arrivarono a Gulu, da soli, sul cammino
intrapreso da san Comboni, hanno avviato un processo che a 100 anni di distanza fa
sì che esista una Chiesa che cammina insieme ed è capace di indire un Sinodo”. “Mi
sembra un evento abbastanza significativo”, conclude Franzelli. Il vescovo ricorda
che i comboniani evangelizzarono prima l’arcidiocesi di Gulu, a cui si riferisce il
centenario, e solo dopo la diocesi di Lira. La ricorrenza, però, è celebrata nello
stesso momento in entrambe le località “perché è come un albero che, una volta piantato,
allarga i suoi rami”, spiega il presule. Le celebrazioni, previste per lo scorso febbraio,
avvengono in questi giorni perché in caso contrario si sarebbero svolte contemporaneamente
alle elezioni politiche. (D.M.)