2011-05-21 14:39:51

Argentina: i vescovi in difesa dei "campesinos"


“Mentre in Argentina si sono costruite molte macchine e si sta progredendo nella tecnologia ancora molti uomini e donne stanno lavorando nella cura delle piantagioni, nella zootecnia e in varie attività correlate. Pregate per loro, ma contribuite soprattutto a creare condizioni opportune perché possano avere un salario che permetta loro di vivere con dignità”. E’ questo l’appello di mons. Jorge Eduardo Lozano, vescovo di Gualeguaychú, che in occasione della festa di san Isidro Labrador, patrono degli agricoltori, è tornato a evidenziare le precarie condizioni che centinaia di migliaia di lavoratori rurali in Argentina sono costretti ad affrontare quotidianamente. Tali condizioni, spiega, sono rimaste invariate nel tempo mentre le piantagioni su scala industriale sono cresciute sia in dimensione che in numeri: i raccolti hanno raggiunto quasi i 100 milioni di tonnellate e più di trenta milioni di ettari — equivalenti all’11% della superficie totale dell’Argentina — sono coltivati. La migrazione stagionale di lavoratori agricoli è un fenomeno secolare in Argentina, uno dei maggiori produttori agricoli mondiali. Ma negli ultimi anni hanno assunto caratteristiche nuove, a causa della presenza di organizzazioni di reclutamento che operano come intermediari per le multinazionali dell’industria agricola. I reclutatori offrono ai lavoratori contratti miseri che non vengono mai rifiutati in quanto consentono la sopravvivenza. Molti «campesinos», spesso relegati nelle campagne o nelle zone più marginali delle città, sono costretti a vivere in dormitori affollati con pavimenti di terra o in tende di plastica senza elettricità dopo aver lavorato per quattordici ore al giorno. “La dignità della persona umana — ha sottolineato il presule — rende il lavoro una realtà fondamentale nella società. Esso non può essere visto da una dimensione meramente economica e produttiva, ma è un diritto fondamentale ed un bene per l’uomo. Il lavoro è per l’uomo e non l’uomo per il lavoro”. Mons. Lozano ha inoltre sottolineato che troppo spesso la dignità dell’uomo sui luoghi di lavoro viene calpestata; i valori sono ormai divenuti tiepidi e inesistenti, per questo occorre che tutte le componenti sociali e politiche operino in sinergia affinché il sistema economico, non sconvolga l’ordine fondamentale della priorità del lavoro sul capitale, del bene comune su quello privato. Occorre recuperare la dimensione etica dell’economia e del lavoro. Più volte anche i vescovi argentini sono tornati a evidenziare la piaga della povertà e dell’esclusione sociale, le diffuse difficoltà derivanti dalla disoccupazione e il lavoro precario e malpagato. Nonostante segnali di ripresa “la povertà e l’esclusione sociale — si legge nel messaggio dei presuli — si connotano nel Paese come mali strutturali e costituiscono un difficile nodo da sciogliere. Sono il risultato della sottovalutazione del problema a livello istituzionale e sociale ed evidenziano la mancanza di lungimiranza da molti anni”. Secondo i vescovi argentini, in questo difficile orizzonte sociale, le possibili soluzioni a tali problemi necessitano di una condizione indispensabile: un accordo, un patto sociale profondo per canalizzare le politiche statali permanenti che ripristinino uno stato di giustizia, di legalità, di costruttiva convivenza. (C.S.)







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