Tutte le encicliche di Giovanni Paolo II raccolte nel libro "Splendor Veritatis"
Il pensiero teologico e sociale di Giovanni Paolo II attraverso la raccolta della
sue encicliche. E’ il contenuto del libro “Splendor Veritatis”, edito da Treves e
presentato ieri a Roma. L’introduzione all’opera, suddivisa in tre volumi con testo
latino a fronte, è firmata da Papa Benedetto XVI, mentre a completamento del testo
vi è un ricordo biografico del cardinale Dziwisz, arcivescovo di Cracovia. Il servizio
di Michele Raviart:
Cristo è
la via centrale della Chiesa e aiuta l’uomo a capire se stesso e a recuperare i suoi
valori. Una linea guida per un pontificato lungo ventisei anni e sottesa in tutte
le quattordici encicliche del Beato Giovanni Paolo II, raccolte in questo volume.
Un percorso iniziato con la “Redemptor Hominis” del 1979, come ci spiega il cardinale
Giovanni Battista Re, prefetto emerito per la Congregazione dei Vescovi:
“Quattordici
encicliche, che cominciano con la 'Redemptor Hominis', che inizia come uno squillo
di tromba: Gesù Cristo redentore dell’uomo, Gesù Cristo centro della storia e del
cosmo. Papa Giovanni Paolo II da un lato era un mistico, ma dall’altro era molto vicino
alle persone e profondamente inserito nella storia”.
Quattro i grandi
temi delle encicliche di Giovanni Paolo II, individuati dal suo successore Benedetto
XVI. Dal trittico trinitario del primo periodo, ai cinque testi dedicati alla Chiesa,
alla sua missione nel mondo e ai suoi rapporti con le altre confessioni. Da “Veritatis
Splendor”, “Evangelium Vitae” e “Fides et Ratio”, veri trattati di filosofia morale,
alle tre encicliche sociali, con le loro critiche al comunismo e alle distorsioni
del capitalismo. Padre Edward Fallugia, glossatore del volume:
“Ha scritto
tre encicliche sociali: 'Laborem exercens', dove lui non parla tanto del lavoro, quanto
del lavoratore, e siamo nel 1981; la 'Sollicitudo rei socialis', nel
1987, dove attacca ambedue i sistemi, perché non rispettano l’uomo, non avendo una
visione dell’uomo integro, la cui anima è Cristo; e la terza enciclica, 'Centesimus
Annus', del 1991, che continua l’analisi di ciò che è il progresso. Cos’è il progresso,
se non porta a Cristo?”
Ma l’enciclica più bella di Giovanni Paolo II,
come ha affermato Joaquìn Navarro-Valls durante la presentazione, è stata forse la
quindicesima, quella mai scritta, quella testimoniata dalla sua vita e dalla sua malattia.
Un vero paradigma sulla Fede e sulla sofferenza umana. (ap)