2011-05-20 15:13:28

La protesta araba scuote il continente africano


L’attenzione dei mezzi di informazione si concentra soprattutto sulla Libia, ma ci sono anche altri Paesi del Nord Africa che stanno vivendo una fase politica e sociale probabilmente cruciale per il loro futuro. E’ quanto sottolinea, al microfono di Davide Maggiore, il direttore del Centro studi americani di Roma, Karim Mezran:RealAudioMP3

R. – La situazione in Marocco è in rapida evoluzione: il re ha cercato di giocare d’anticipo, convocando la Commissione o la revisione della Costituzione e questo è un fatto molto importante. Vedremo come procederà: se è solo una scusa per guadagnare tempo e, quindi, provocare lo stallo dei movimenti di protesta o se effettivamente è un buon gioco che porterà a quelle riforme per cui la gente in altri Paesi è dovuta scendere in piazza. Poi c’è sempre la situazione algerina, che è in fase evolutiva e di crisi perenne.

D. – Per quanto riguarda invece la situazione dell’area del Sahel?

R. – Lì ci sono Stati più deboli e vi è un forte terrorismo che cerca di minare alla base la legittimità di questi Stati. Vi sono delle dinamiche geopolitiche molto più complesse, che sono apparentemente legate non tanto al Nord Africa, quanto all’Africa subsahariana.

D. – Le trasformazioni in corso nell’area nord africana e mediterranea potrebbero far emergere qualche nuovo attore geopolitico, interessato ad acquistare influenza nell’area, o assisteremo semplicemente ad un riposizionamento dei vecchi attori?

R. – Se lei si riferisce al gioco francese di cercare di riguadagnare una posizione di preminenza in Africa settentrionale, questo sicuramente è un tentativo. Non vedo sicuramente altri attori locali; con gli europei, a parte la Francia, non c’è gioco; la Cina sicuramente cercherà di svolgere un ruolo a breve e ha già cominciato a farlo. Per ora siamo ancora agli inizi di questo smottamento.

D. – Il ruolo dei media e della rete è stato veramente indispensabile per accendere la miccia o ha dato solamente visibilità a rivolte scoppiate per motivi più profondi?

R. – Quello che è successo non è tanto l’accensione della miccia, quanto il fatto che un’intera generazione di arabi sia cresciuta, maturata tra le quattro mura, lavorando su internet. Per dieci anni non li abbiamo visti, perché non li vedevamo nei luoghi tradizionali della politica, ma erano sul computer, e quando li abbiamo visti siamo rimasti stupiti. Quindi, i nuovi media hanno svolto un ruolo di educazione nel corso degli ultimi dieci anni, ma anche un ruolo attivo di raccolta nella realizzazione di questi ultimi eventi.

D. – Dopo l’effetto contagio in Medio Oriente e in un anno con scadenze elettorali importanti per diversi Paesi africani, è possibile avere ripercussioni anche nell’area subsahariana?

R. – Secondo molti studiosi dell’Africa subsahariana sicuramente sì: i fermenti avranno il loro contagio anche a Sud. In alcuni casi, addirittura, sono stati preceduti e movimenti sono avvenuti anche alcuni anni fa, in Africa subsahariana. L’interazione tra Nord e Sud è sicuramente presente. (ap)







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