Bangladesh: si cercano volontari per aiutare i bambini di strada
A Dhaka, in Bangladesh, un movimento di volontari prende a cuore i bambini e i ragazzi
di strada. Ad animarlo, come racconta AsiaNews, è padre Lucio Beninati, missionario
del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime), che ha già compiuto un’esperienza
simile nelle favelas brasiliane. Il movimento assiste i ragazzi 6 giorni a settimana,
occupandosi ogni sera di una zona diversa della capitale del Paese asiatico. Oltre
a restituire ai più giovani il piacere di giocare, si presta attenzione soprattutto
alle condizioni mediche (si cercano di tenere sotto controllo piccole ferite e infezioni)
e a un’educazione all’igiene di base che permetta ai bambini di soffrire meno le condizioni
della vita di strada. Quando possibile, il movimento cerca di far ricongiungere i
bambini e le loro famiglie. Un processo lungo, durante il quale giovani e giovanissimi
sono ospitati in una struttura apposita, mentre i volontari rintracciano le famiglie
e cercano di capire se e come sono disposte ad accogliere i figli. Tra le iniziative
organizzate da padre Lucio anche il festival dei ragazzi di strada, realizzato in
collaborazione con l’associazione ecumenica Shalom, ogni anno in una sede diversa
per cercare di sensibilizzare quante più persone possibili. Al momento, l’associazione
può contare su circa 80 volontari, che non ricevono denaro per il loro servizio e
anzi partecipano personalmente alle spese con un piccolo contributo mensile. La difficoltà
più grande è data proprio dal ricambio frequente del personale: i nuovi volontari
devono essere istruiti, e devono conquistarsi la fiducia dei bambini e dei ragazzi.
Questa situazione, però, permette di contattare persone di ogni fede: cristiani, musulmani,
indù e buddisti, in un’esperienza di dialogo interreligioso che, attraverso il lavoro,
fa scoprire i valori comuni che animano i volontari. I finanziamenti per il movimento
arrivano tutti dal Bangladesh, perché padre Lucio non accetta soldi dall’estero, e
questo permette al movimento di restare indipendente e alla popolazione locale di
essere più coinvolta. (D.M.)